IL COMMENTO
Cisint in visita al Cpr di Gradisca: «Sistema da rafforzare, servono regole più severe e infrastrutture adeguate»
L’eurodeputata dichiara l’intenzione di presentare un’interrogazione parlamentare per chiedere «maggiori tutele agli operatori» e «garanzie più stringenti» per i gestori privati.
Nuovo sopralluogo al Cpr di Gradisca d’Isonzo lo scorso venerdì 3 ottobre, questa volta da parte dell’eurodeputata e consigliere comunale a Monfalcone Anna Maria Cisint. Spesso al centro di episodi di rivolta e oggetto di ripetute critiche e richieste di chiusura da parte degli esponenti politici di sinistra per le condizioni di permanenza al suo interno, la struttura di via Udine e le analoghe presenti sul suolo italiano, secondo l’ex sindaca di Monfalcone, dovrebbero essere invece rafforzate.
«I delinquenti e gli irregolari devono essere rispediti a casa loro senza esitazioni – scrive Cisint in una nota sul sopralluogo da lei effettuato – questo obiettivo può essere raggiunto rafforzando il sistema dei Cpr, sia con infrastrutture più adeguate sia con regole più severe». Appurata, nella visita di venerdì, la «durezza delle condizioni di lavoro» nel centro gradiscano, «continuamente devastato dai trattenuti che anche si autolesionano spesso per tentare la fuga», l’europarlamentare auspica un’evoluzione dei Cpr «con strumenti ancora più adeguati per contenere la propensione alla fuga degli ‘ospiti’».
L’intenzione di Cisint è dunque quella di presentare, tramite il senatore della Lega Marco Dreosto, un’interrogazione parlamentare «per chiedere maggiori tutele agli operatori e garanzie più stringenti per le cooperative private che gestiscono i Cpr». «È indispensabile – conclude l’esponente leghista - che il personale aggiudicatario degli affidamenti per la ‘gestione’ abbia requisiti di serietà e professionalità: fedina penale pulita, nessun carico pendente, formazione adeguata, e condizioni economiche più dignitose. Solo così si può assicurare sicurezza, controllo effettivo e un funzionamento corretto delle strutture».
Foto d'archivio Il Goriziano
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