Chiudere il Cpr di Gradisca, la mozione passa anche in Consiglio a Turriaco

Chiudere il Cpr di Gradisca, la mozione passa anche in Consiglio a Turriaco

LA PROPOSTA

Chiudere il Cpr di Gradisca, la mozione passa anche in Consiglio a Turriaco

Di F.D.G. • Pubblicato il 02 Giu 2025
Copertina per Chiudere il Cpr di Gradisca, la mozione passa anche in Consiglio a Turriaco

Il documento, presentato dalle liste Liberamente a Turriaco e Pd, è stato approvato lo scorso lunedì. Verifiche dell’agibilità delle strutture e della sicurezza di detenuti e lavoratori fra le richieste urgenti.

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Durante l’ultimo Consiglio comunale a Turriaco dello scorso lunedì 26 maggio è stata inserita all’ordine del giorno una mozione riguardante la proposta di chiusura del Cpr di Gradisca d’Isonzo. Sulla scia della stessa iniziativa intrapresa in Comune dalla cittadina dell'ex caserma Polonio, le liste Liberamente a Turriaco e Partito Democratico hanno depositato il documento, accolto favorevolmente con i voti della maggioranza.

«A vent’anni dall’istituzione dei Cpr, compreso quello di Gradisca d’Isonzo, occorre prendere atto che l’approccio sempre più repressivo non ha funzionato nemmeno il profilo della deterrenza – sottolineano i firmatari – nel corso degli anni, invece, si sono decuplicati i costi e moltiplicate le tensioni che mettono quotidianamente a repentaglio le persone trattenute, le Forze dell’Ordine e il personale che opera all’interno della struttura».

La mozione degli esponenti comunali cita propri i diversi tragici episodi – rivolte, incendi, atti di tentato suicidio – che si sono susseguiti del centro di via Udine negli ultimi mesi, segnalando i «ben 5 decessi di migranti trattenuti» che si sono verificati dalla riapertura della struttura nel 2019 e le «ferite di vario genere» riportate da alcuni membri delle Forze dell’Ordine intervenuti «nelle diverse situazioni di turbativa». «Gli ultimi provvedimenti legislativi in materia di immigrazione e protezione internazionale hanno elevato fino a 18 mesi i termini massimi di trattenimento all’interno dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio – sottolinea ancora il documento – misura che appare in contrasto con i principi di giustizia sociale e rispetto dei diritti umani».

L’attenzione del testo firmato dai gruppi consiliari di Pd e Liberamente a Turriaco va anche sui gravi danneggiamenti che gli scontri e le rivolte di gennaio hanno arrecato alla struttura: «La considerazione che nel 2003» l’allora Cie «cessò l’operatività per danni alla struttura meno gravi di quelli attuali rende più giustificata e urgente la sua chiusura definitiva», si legge sempre nella mozione. La quale, oltre a sollecitare la chiusura del centro di Gradisca e di tutti gli analoghi sul territorio italiano, chiede anche di promuovere in sede regionale e nazionale una revisione delle politiche sull’immigrazione volta al superamento del modello attuale, di sostenere campagne di sensibilizzazione sulla detenzione amministrativa collaborando con associazioni e movimenti solidali e infine, in «maniera urgente», delle «verifiche di agibilità delle strutture e di sicurezza dello status di detenuti e lavoratori».

«È necessario abbandonare questo programma fallimentare che porta un bilancio costi/risultati totalmente a favore dei primi con spese di gestione esagerate che gravano anche sui contribuenti – asserisce il consigliere comunale e capogruppo di Liberamente a Turriaco Marco Fioretto – per non parlare dell’assurdità di recludere persone fino a un anno e mezzo per un illecito amministrativo». «Occorre prendere atto che il modello andrebbe ripensato – conclude Fioretto - su questo versante basterebbe ascoltare le proposte che provengono da tutte le rappresentanze sindacali di categoria, le organizzazioni umanitarie e il Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura che da anni, ormai, denunciano le molteplici anomalie». 

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