Cento anni di Pro Romans, viaggio nel calcio che ha segnato un'epoca

Cento anni di Pro Romans, viaggio nel calcio che ha segnato un'epoca

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Cento anni di Pro Romans, viaggio nel calcio che ha segnato un'epoca

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 09 Set 2021
Copertina per Cento anni di Pro Romans, viaggio nel calcio che ha segnato un'epoca

Festa stasera per l'importante anniversario della società. Un incontro per raccontarne la storia, alla vigilia del campionato.

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Non c’è luogo più adatto per festeggiare un secolo di calcio se non a casa propria, allo stadio. Proprio l’impianto di via Atleti Azzurri d’Italia a Romans ospiterà, questa sera, le celebrazioni per i cento anni della Pro Romans, storica realtà sportiva che dal 2012 ha inglobato nel nome anche Medea. Sarà l’occasione per presentare al pubblico l’opera scritta dal giornalista e storico Edo Calligaris, “Fischio d’inizio 1921”, che ripercorre le tappe della squadra nel corso del Novecento e dei primi anni di questo nuovo millennio.

“È stato un secolo - scrive lo stesso autore nella prefazione - in cui si sono consumate tante piccole grandi vicende umane e calcistiche, che hanno coinvolto tanti tenaci dirigenti, atleti di ogni età, tifosi e supertifosi, famiglie intere e un numero infinito di persone, che hanno sostenuto e si sono sentite fieramente rappresentate dal colori e dalla gloria del nostro longevo sodalizio”. A raccontarne le pagine sarà il nostro direttore, Timothy Dissegna, che dialogherà con alcune vecchie glorie dei momenti più indelebili della storia giallorossa.

A dimostrare la centralità di questa istituzione nel paese sono anche le parole del sindaco, Davide Furlan. “Una storia quella del sodalizio romanese costruita da uomini che negli anni hanno messo il corpo e l’anima, sudore e fatica, per permettere a tantissimi ragazzi di praticare lo sport che più amano: il calcio. Ma soprattutto hanno creato un ambiente nel quale, non è una frase fatta, praticare sport significa prima di tutto intrecciare rapporti umani, imparare a gioire e soffrire assieme ai propri compagni, una vera e propria scuola di vita”.

Dalle origini fino all’apice della Serie D, sono molte le vicenda che sono passate per questo angolo di Friuli. Con annessi anche alcuni misteri, a partire dall’anno effettivo di nascita della società, che secondo alcune fonti sarebbe retrodatabile al 1919, tanto che un articolo del Piccolo nel ’59 scriveva che quell’anno cadevano i 40 anni della “Pro”. In realtà, il mondo calcistico locale aveva già visto la nascita della Redenta appena dopo la fine della Grande guerra, formazione che già dal nome evidenziava lo spirito patriottico in quelle terre uscite dall’Impero asburgico.

C’è poi la vecchia casa, ossia l’ex mercato dei bovini che ha visto i primi calci e ovazioni quando ancora il pallone era formato da pesanti strisce di cuoio. “A Romans - scrive Calligaris -, qualcuno ricordava che dopo la fine della Grande guerra, si giocava a calcio nell’area di Via Aquileia, sfidando gli alleati inglesi, che mostravano un’abilità di gioco ben superiore a quella che possedevano i calciatori locali, che nulla potevano contro gli atleti anglosassoni”. Ci sono poi le avventure nel secondo Novecento, con l’ambizione di salire fino alla Serie C.

Quella che sarebbe stato un vero e proprio sogno rimase tale, nel 1945. Altri tempi e altro sport, che hanno seguito una costante quanto inevitabile evoluzione. Il volume si conclude con le vicende e i personaggi storicamente più vicini a noi, come quel “Andrea Seculin, che dopo aver militato nelle giovanili della Pro Romans, è stato il primo ex portiere giallo-rosso a raggiungere la serie A. Una bella soddisfazione per tutti” riporta Calligaris. Le storie saranno raccontate stasera, prima della presentazione della prima squadra, in procinto di iniziare la stagione.

In copertina: la prima foto ufficiale della Pro Romans, 1922.

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