le posizioni
Censurato Angelo Floramo su acciaieria in Laguna, solidarietà da Gorizia

Anche diverse realtà culturali di Gorizia si schierano al fianco di Angelo Floramo, dopo aver denunciato la censura subito a un suo articolo.
Anche diverse realtà culturali di Gorizia si schierano al fianco di Angelo Floramo, all'indomani delle sue dichiarazioni sulla censure che avrebbe subito sul giornale Il Friuli. Il fatto riguarderebbe la mancata pubblicazione di un suo articolo, riguardante il progetto dell'acciaieria di San Giorgio di Nogaro, a ridosso della laguna di Marano e Grado. A prenderne le difese, tra gli altri, sono lo scrittore Andrea Bellavite e il presidente del Kulturni dom di Gorizia, Igor Komel, con un messaggio congiunto.
"I suoi articoli - scirvono - sono stati sempre letti e apprezzati, sono molte le persone che conoscono il giornale cartaceo e online proprio per prendere in considerazione il suo autorevole parere. Una delle voci più interessanti e competenti della Regione è stata incredibilmente censurata, nel momento in cui ha osato esprimere un proprio punto di vista – peraltro ampiamente condiviso – intorno allo spinoso tema della costruzione dell’acciaieria di San Giorgio di Nogaro".
"Con i suoi romanzi e i suoi sempre straordinari interventi in momenti pubblici - rimarcano -, Floramo è un grande costruttore di ponti tra le diverse culture e le comunità presenti sul territorio, uomo di enorme cultura, conosciuto e valorizzato in Friuli Venezia Giulia come in Slovenia e in generale in tutto il mondo balcanico. Nell’esprimere piena e convinta solidarietà ad Angelo Floramo, guardiamo con molta preoccupazione alla deriva del mondo della comunicazione".
"Se si arriva a impedire la semplice, pacifica e sempre documentata manifestazione del pensiero di una personalità così culturalmente e socialmente rilevante, quale sarà il destino della libertà di stampa, sancita dall’articolo 21 della Costituzione della Repubblica Italiana?" è la domande dei due firmatari. Anche la politica si è espressa a supporto di Floramo, in particolare il centrosinista, con il consigliere regionale Pd Diego Moretti che ha rilevato come "la censura nei confronti delle voci libere è sempre sbagliata".
"Nella legittima scelta dell'editore di tenere fede a una determinata linea editoriale - conclude il dem - troviamo comunque che sia una scelta sbagliata censurare le voci anche dissonanti da tale linea". Massimo Moretuzzo (Patto-Civica) amplia il discorso, sottolineando come "la crisi dell'editoria, iniziata molto tempo fa, ha portato nel corso del tempo a una riduzione delle testate e delle società editoriali e a non essere più, molte di queste, imprese pure, ma aziende controllate da realtà operanti in altri settori economici, nei quali generano il loro margine finanziario".
Da Serena Pellegrino (Avs), "mala tempora currunt quando si censurano gli intellettuali e le voci fuori dal coro, sed peiora parantur quando si paventa il rischio del monopolio dell'informazione".
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