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Cementificio di Anhovo, firme in Slovenia contro le emissioni

Associazioni e comitati vogliono rafforzare il controllo delle emissioni del cementificio, con standard uguali a quelli per gli inceneritori di rifiuti.
Prosegue la lotta dei cittadini di Canale d'Isonzo contro l'inquinamento provocato dal cementificio Salonit di Anhovo. Legambiente Gorizia rende noto che nella cittadina è stata avviata una raccolta di cinquemila firme, da completare entro il 30 ottobre, per presentare al Parlamento sloveno un disegno di legge che ridurrà le emissioni ammissibili dei coinceneritori. Il testo vuole rafforzare il controllo delle emissioni e renderà gli standard ambientali uguali a quelli per gli inceneritori di rifiuti.
A portare avanti l'iniziative sono l’associazione Eko Anhovo e il comitato Danes-Civilna iniciativa, insieme all’Istituto di ricerca “8 marzo” e altre realtà. La richiesta a Lubiana è di equiparare le emissioni degli impianti di co-incenerimento agli inceneritori tradizionali. "Questa differenza - riporta una nota del gruppo ambientalista italiano - ha gravi ripercussioni poiché gli impianti misti oggi godono di limiti alle emissioni molto più alti di quelli concessi a dei semplici inceneritori. Ed proprio il caso del cementificio di Anhovo, localizzato a 13 km da Gorizia, che funziona anche da inceneritore".
"Tutto questo è illogico - attacca Legambiente - se lo scopo è proteggere la salute umana. Ai coinceneritori sono invece consentiti valori limite 3 volte più alti per le polveri totali e valori limite 2,5 volte più alti per gli ossidi di azoto. Nel caso del monossido di carbonio, non sono fissati affatto valori limite per gli impianti di coincenerimento. Le concentrazioni ogni mezz'ora negli scarichi del cementificio Salonit Anhovo superano ripetutamente i 1000 milligrami al metro cubo, mentre per gli inceneritori il valore limite mezz'ora è fissato 10 volte inferiore, a 100 milligrami al metro cubo".
L’impianto di coincenerimento brucia i rifiuti rilasciando così polveri sottili, particelle ultrafini, ossidi di azoto, anidride solforosa, diossine e furani, benzene, idrocarburi policiclici aromatici, mercurio, metalli pesanti e isotopi radioattivi. L'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) classifica il benzene come un composto cancerogeno del primo gruppo, per il quale non esiste un limite di esposizione sicuro. "In una valle che ha già sofferto molto per l’esposizione all’amianto è ora di dire basta - ancora il sodalizio -. I cittadini vogliono vivere in un ambiente pulito e sano. Approvare una legge che elimina le differenze essenziali tra co-incenerimento e incenerimento dei rifiuti dà speranza".
Foto Oleg Močnik/Facebook
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