Caso moschee a Monfalcone ancora in stallo, il Tar si riserva sulla decisione

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Caso moschee a Monfalcone ancora in stallo, il Tar si riserva sulla decisione

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 07 Feb 2024
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Il Tribunale amministrativo regionale si è riunito oggi in Camera di consiglio e si è riservato la decisione. L'attesa per la risposta dei giudici.

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Un caso come quello che vede il Comune di Monfalcone, da un lato, e i Centri culturali islamici dall’altro è di difficile gestazione e gestione: la giornata di oggi, mercoledì 7 febbraio, segna uno stallo in una situazione già di per sé complicata. Si tratta dell’attesa decisione del Tar in merito alla richiesta di sospensiva dell’ordinanza comunale.

Il Tribunale amministrativo regionale si è riunito oggi in Camera di consiglio e si è riservato la decisione. Cosa significa? Che non vi è un pronunciamento ma si rinvia la decisione a un momento successivo (la legge prevede un termine di cinque giorni anche se spesso disatteso). Ci vorrà, dunque, ancora qualche giorno prima della decisione dei giudici: va ricordato che i centri si erano rivolti alla giustizia amministrativa contro due ordinanze del Comune di Monfalcone relative a due diversi immobili, utilizzati dai centri culturali per la preghiera.

Questi però, hanno diverse destinazioni d'uso. Per questo motivo, il Comune aveva ordinato il ripristino dell'originaria destinazione d'uso. Qualche giorno fa, i presidente del Tar del Friuli Venezia Giulia, Carlo Modica De Mohac, aveva respinto la richiesta di urgenza presentata dai centri culturali. All'udienza di oggi era presente in rappresentanza del Comune di Monfalcone, l'avvocata Teresa Billiani, che, all'esito dell'udienza, ora resta in attesa di conoscere il provvedimento del collegio. A difendere i due centri culturali è l’avvocato Vincenzo Latorracca.

«Abbiamo esposto le nostre tesi – riporta l’avvocato all’Ansa - abbiamo insistito per l'istanza cautelare e ora il collegio si è riservato di decidere. Noi abbiamo sostenuto la nostra tesi che in realtà in quel luogo legittimamente ci si poteva riunire, adesso si tratta di fare una valutazione. Non vorrei si entrasse nel merito, perché la questione è se c'è un pericolo rispetto al fatto che non si possano in questo momento svolgere le attività di centro culturale», che «sono svolte da dieci anni a questa parte».

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