La riunione
Caso Monfalcone, dopo tre rinvii l'Audizione in Consiglio Regionale: tema cardine l'integrazione

In aula un tema non affatto semplice che ha scatenato il dibattito tra destra e sinistra. Cisint porta la posizione del Comune. Le proposte di Bullian e Moretti.
Dopo due rinvii, stamane – lunedì 28 ottobre – la Quinta e la Sesta Commissione permanente si sono riunite in maniera congiunta nell’Aula del Consiglio Regionale per l’audizione di approfondimento del “Piano Monfalcone” incentrato sulle tematiche legate all’inclusione dei cittadini stranieri residenti sul territorio e ai relativi servizi educativi e sportivi da garantire. I lavori sono stati diretti dai presidenti Diego Bernardis e Roberto Novelli. L’intervento di apertura dei lavori è spettato al consigliere regionale di Patto per l’Autonomia, Enrico Bullian che ha illustrato sinteticamente i contenuti tematici della seduta.
«Oggi parliamo di cosa succede fuori dal Cantiere Navale – sono le parole di Bullian – di convivenza con la volontà di non rispondere a sterili contraddizioni. Siamo chiamati a ragionare su come migliorare la convivenza richiedendo il contributo delle Istituzioni». Durante il suo intervento, Bullian ha ricordato di aver lavorato assieme al collega dem Diego Moretti ad un documento composto da molti punti programmatici partendo dal mondo del lavoro fino ad arrivare al contesto sociale: contributo dei corsi di lingua italiana, professione pubblica del Credo religioso, un progetto strutturato ed inclusivo per la pratica del cricket, cambiamento delle politiche sociali ed abitative, rete con il mondo associativo e gesti simbolici come il dono del sangue e la condivisione di pasti tipici per favorire l’integrazione. Non sono mancati i riferimenti alla necessità di approfondire gli studi sociologici e antropologici sulla città e agli “aspetti positivi” della Legge Regionale 9 del 2023.
Il documento esposto dall’ex sindaco di Monfalcone Cisint
Definendo le parole di Bullian «un prologo alla campagna elettorale di Monfalcone» l’europarlamentare Anna Maria Cisint, già sindaco di Monfalcone – affiancata dal vicesindaco reggente Antonio Garritani - ha pronunciato il suo corposo discorso concentrandosi prima sulle «trasformazioni che hanno snaturato le radici cittadine» e poi su quanto realizzato sinora in una città che «anticipa la tendenza nazionale» e dove «è stata superata la tollerabilità sociale» a causa – sempre secondo l’onorevole – di «una delocalizzazione al contrario che ha visto sostituito il lavoro italiano da quello povero» spingendo sul dumping salariale «che ha permesso l’arrivo indiscriminato di stranieri».
«Monfalcone sta sperimentando cosa significa il rischio di una islamizzazione che tenta di penetrare in tutti gli aspetti dell’organizzazione sociale e civile – sono le parole di Cisint - coinvolge il tema della sicurezza, investe le strutture scolastiche e quelle commerciali, pone problemi rilevanti per i sovraffollamenti, per gli aspetti igienici e per quelli sanitari e diffonde modelli inaccettabili di sopraffazione e di reclusione delle donne, basi della sharia».
L’ex sindaco ha pure denunciato la «mancata applicazione dell’Accordo di Integrazione» previsto dalla Legge Maroni. «In nome di parole d'ordine dal sapore ideologico come “accoglienza" e "integrazione", spesso si chiudono gli occhi sulla realtà dei problemi sociali che comporta la convivenza tra culture differenti, se non diametralmente opposte su alcuni valori fondativi della nostra civiltà occidentale – aggiunge - il presupposto dell’integrazione non può che essere il fatto che chi vive nel nostro Paese deve rispettare le nostre norme, la nostra lingua, la nostra organizzazione sociale». Fabbisogno scolastico, riequilibrio delle classi e «discriminazione al contrario» che ha penalizzato – a suo dire – i ragazzi italiani, sono altri punti affrontati così come le «ragazze oggetto di gravi restrizioni». «L’integrazione richiede una reciprocità d’intenti» afferma convintamente l’amministratrice monfalconese la quale punta pure il dito contro i «ricongiungimenti facili», l’impoverimento territoriale e la «monopolizzazione del welfare territoriale».
«Poiché il bilancio di un Comune non è un pozzo senza fondo e non può essere incrementato all’infinito – motiva - se in una località arriva un numero sproporzionato di stranieri privo di una adeguata capacità di reddito, visto che gli indici Isee premiano i nuclei numerosi e monoreddito, fa incetta di benefici pubblici a danno delle altre famiglie italiane residenti, che sono penalizzate anche se in condizione di difficoltà o di indigenza». Lo stesso vale anche per gli alloggi popolari e – altro neo della situazione – è “l’alta tensione abitativa”. Insistendo poi su integrazione «Islam avverso ad altre culture e religioni», l’onorevole leghista è tornata sulla piaga delle donne straniere maltrattate «la cui spesa per la loro protezione è triplicata». Infine, sul funzionamento dei Centri Islamici, Cisint ha ribadito la necessità di «rispettare le norme urbanistiche ed edilizie» in quanto rappresentano esigenze e principi che «non vanno calpestati».
La posizione di altri amministratori e gli umori in Aula
Richiamando la figura storica del podestà di Ferrara, Renzo Ravenna, Marco Fragiacomo – ex dirigente scolastico e sindaco di Staranzano da quattro mesi - ha parlato della «spersonalizzazione dell’attività di sindaco» intesa come figura al servizio di tutti e non solo di una parte di cittadini. Il primo cittadino staranzanese ha portato in Aula la sua personale esperienza di dirigente del Cpia di Monfalcone e ha definito l’approfondimento della lingua italiana come questione fondamentale. «La discriminazione va combattuta – afferma Fragiacomo – anche quando sono stato dirigente mi sono occupato di far mettere sotto protezione una studentessa bengalese che minorenne era stata promessa sposa. È stata allontanata dalla sua famiglia, ha studiato ed è arrivata al diploma. Quindi non si può andare avanti con troppe generalizzazioni». Riferendosi alla “vicenda cricket”, Fragiacomo ha motivato che nulla si è mosso a Staranzano «semplicemente perché non abbiamo un terzo della popolazione che lo chiede come a Monfalcone. «Cisint ha soltanto fatto una fotografia della città dal suo punto di vista» ha commentato il consigliere regionale Serena Pellegrino di Sinistra Verdi. Lo stesso tipo di rilievi è stato avanzato dai componenti delle minoranze consiliari. Di «fondamentale estensione dei diritti alle persone immigrate» ha parlato l’assessore all’istruzione di Ronchi dei Legionari, Monica Carta alla quale ha fatto eco il primo cittadino di San Canzian d’Isonzo, Claudio Fratta che ha portato in audizione la testimonianza sul valore dell’integrazione attraverso lo sport citando il fatto di aver ospitato il torneo di cricket a Pieris.
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