LA SENTENZA
Case Ater, la Consulta boccia la legge su stranieri della Regione Fvg

La sentenza della Corte Costituzionale ha stabilito che dovrà essere modificata una parte della legge regionale, il caso partito da Monfalcone
La Corte Costituzionale, con una sentenza depositata lo scorso lunedì, ha dichiarato incostituzionale l’articolo 29, comma 1bis della legge regionale 1 del 2016. Si tratta della parte in cui si prevede che i cittadini stranieri debbano presentare documenti aggiuntivi attestanti l’assenza di proprietà di alloggi in Italia o nei paesi di origine e di provenienza, diversi e aggiuntivi rispetto a quelli che devono presentare i cittadini italiani. Una norma che aveva fatto molto discutere in Friuli Venezia Giulia e non solo.
Un tema che era partito da Monfalcone. Secondo l'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione, la sentenza - pur derivando da una causa nella quale si discuteva del solo “contributo affitti” - riguarda una norma che trova applicazione anche all’accesso nell’abitazione che quindi dovrà essere garantito in modo paritario a tutti gli stranieri. La notizia ha generato numerose reazioni nella politica locale e regionale, a partire dalla consigliera de La Sinistra per Monfalcone, Cristiana Morsolin, secondo la quale «l'amministrazione leghista, regionale e cittadina, ha violato la principale legge dello stato: la Costituzione».
«Monfalcone non è stata solo una spettatrice in questa storia – commenta Morsolin - l'amministrazione di destra e la sua prima cittadina sono stati in prima linea nel difendere l'idea leghista di una la legge che trattasse diversamente i residenti sulla base della nazionalità. Per alcuni cittadini bastava una autocertificazione, mentre agli stranieri toccavano incombenze burocratiche aggiuntive e spesso impossibili». «Hanno continuato per anni a sostenere la bontà di questa idea, nonostante le continue sconfitte in tutti i gradi di giudizio che si sono accumulati dopo il 2021, il tutto con enorme impiego di denaro pubblico pagato dai cittadini italiani» così la consigliera in chiusura.
«Le politiche discriminatorie e intolleranti non risolvono i problemi, così come gli slogan sparsi a piene mani durante le campagne elettorali» è il commento del consigliere regionale della di Patto per l’Autonomia, Enrico Bullian. Non festeggia per la sentenza invece il collega d'Aula della Lega, Antonio Calligaris, che afferma: «La sentenza della Corte Costituzionale non si discute, ma è necessario riflettere sulla disparità di trattamento che, ora, i cittadini italiani si troveranno a subire rispetto agli extracomunitari».
«L'obiettivo della norma - afferma ancora Calligaris - era quello dell'equità. I cittadini italiani si vedranno, come sempre, sorpassare nelle graduatorie da soggetti per i quali è impossibile verificare i requisiti». L'esponente della Lega sottolinea come sia imbarazzante «vedere consiglieri regionali e amministratori di Sinistra, eletti dai cittadini italiani, che festeggiano per una discriminazione portata avanti contro i propri elettori in virtù di un teorico e generale principio di uguaglianza applicato dai giudici costituzionali che si rifanno a una norma europea».
Replicando alle dichiarazioni del capogruppo del Carroccio, la dem Laura Fasiolo ha riflettuto sul modo in cui il Ccntrodestra e la stessa Lega «fanno le leggi e su come mettono davanti a tutto, persino ai diritti sanciti dalla Costituzione, la loro ideologia». «Quello che è preoccupante è che, anziché prendere atto che la norma è illegittima, la Lega stia già pensando a come girare attorno alla sentenza della Corte Costituzionale» così Fasiolo.
Netto anche il commento del capogruppo del Pd in Regione, Diego Moretti: «Quando ci fu la discussione in Consiglio regionale sul tema, avevamo subito evidenziato come sia la legge 4 del 2018, sia la modifica al regolamento per l'accesso all'edilizia sovvenzionata non reggevano da un punto di vista giuridico e del rispetto della Costituzione».
«Avevamo ragione - continua il dem - prima il tribunale di Udine, poi la Corte d'Appello di Trieste. Quest'ultima respinse i ricorsi presentati nel 2021 da Regione, Ater di Gorizia e Comune di Monfalcone contro la decisione di primo grado che aveva imposto l'inserimento in graduatoria di 15 cittadini stranieri di nazionalità asiatica e 35 residenti bengalesi. I triibunali avevano chiaramente affermato questioni di illegittimità della norma voluta dalla giunta Fedriga».
A parlare di «discriminazione al contrario» come vero problema della vicenda è Forza Italia ,tramite la voce del consigliere Roberto Novelli che parla di «siparietti che oscillano tra il noioso e il patetico da troppo tempo. Serve il coraggio di andare a fondo e ammettere che ci sono sentenze che vincolano e limitano in modo non razionale l'azione politica. Se non vengono fissati alcuni paletti, è inevitabile che gli alloggi Ater, così come molti altri servizi, finiscano per essere una riserva di caccia troppo spostata per gli stranieri – conclude Novelli - si tratta di un tema politico fondamentale e non è ammissibile che la politica ceda il passo a questa situazione».
Foto d'archivio
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