Una casa-museo a Palazzo Ponton per ricordare i protagonisti della storia di Cervignano

Una casa-museo a Palazzo Ponton per ricordare i protagonisti della storia di Cervignano

la lettera

Una casa-museo a Palazzo Ponton per ricordare i protagonisti della storia di Cervignano

Di Michele Tomaselli • Pubblicato il 13 Apr 2021
Copertina per Una casa-museo a Palazzo Ponton per ricordare i protagonisti della storia di Cervignano

L'associazione Cervignano Nostra chiede una valorizzazione dell'immobile, dopo l'annuncio del sindaco Savino di destinarlo a pinacoteca.

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Conoscevo bene la signora Edda Ponton, sorella del notaio Ludovico Ponton, morta lo scorso 17 febbraio, usufruttuaria di Palazzo Ponton, immobile che dopo la sua morte è entrato a pieno titolo nel patrimonio immobiliare del Comune di Cervignano. Questa importante acquisizione proviene dal testamento che lo stesso notaio aveva disposto in punto di morte, sette anni fa, a favore della nostra città. Peraltro, ho vivi ricordi di Vittorio Santini, capo di stato maggiore della Difesa dal ‘81 al ‘83, che viveva in uno dei due appartamenti dello stesso stabile, con la moglie Edda.

Oggi, come associazione “Cervignano Nostra” siamo preoccupati, perché nonostante il lascito del notaio Ponton sia stato accettato dal Consiglio comunale ancora nel 2015, il Comune di Cervignano brancola nel buio con idee confuse e tutte da sviluppare, preso atto che nel 2021 non ha ancora individuato e programmato come utilizzare questi locali - ricordo - da destinare per espressa volontà dal notaio Ponton - ad attività culturali permanenti - mentre diversamente riserva energie e forze per la realizzazione di nuovi spazi e forme d’arte moderna: ad esempio i murales e il giardini dei diritti.

Per questo motivo, l'assemblea degli iscritti dell’associazione ha proposto, almeno nell'appartamento del notaio peraltro ricchissimo di arredi e collezioni, di destinarlo a casa-museo, come avviene ormai in molte abitazioni di città europee. Le case-museo raccontano storie personali e sociali, collezionistiche e imprenditoriali, con un linguaggio che appartiene a tutti i visitatori. Tale destinazione non avrebbe bisogno di grandi lavori di adeguamento, a differenza della pinacoteca così suggerita, potrebbe essere un punto attrattivo assieme al bel giardino interno della casa, per richiamare i tanti cicloturisti che - ci auguriamo - possano riprendere ad arrivare lungo l’Alpe Adria.

Per quanto riguarda lo storico Caffè Centrale, invece, già gestito nel corso del secolo scorso da Miss Michelina, di estrazione circense e figlia del patron Oreste Zavatta, del circo equestre più antico d'Italia cui ci aveva lavorato perfino Buffalo Bill, è bene che il Comune valorizzi l'ambiente come locale storico, effettuando gli interventi di adeguamento previsti, d'intesa con l’affittuario. Affinché si possa ritornare a parlare del salotto di piazza Libertà, come avveniva nella Cervignano di ieri. Invitiamo pertanto il Comune a contattare gli operatori culturali locali, affinché insieme si possa individuare la destinazione più appropriata e consona da adottarsi, secondo la disposizione testamentaria prevista.

Michele Tomaselli
Presidente associazione Cervignano Nostra

Foto: Cervignano Nostra/Facebook

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