IL REPORT
Caro energia, bollette da 20mila euro in vetrina a Turriaco
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I titolari dello storico panificio Clemente lanciano un appello per far comprendere ai clienti le difficoltà.
L’iniziativa “Bollette in vetrina” arriva anche nel Mandamento di Monfalcone. La grande operazione di trasparenza, messa in piedi dai pubblici esercizi associati a Fipe-Confcommercio a livello nazionale per sensibilizzare i cittadini e i clienti di bar e ristoranti su quale sia la situazione drammatica nella quale sono costrette ad operare le imprese, ha cominciato a prendere piede proprio dal territorio bisiaco. Stiamo parlando del Panificio Clemente di Turriaco i cui titolari – i coniugi Maurizio e Marilina assieme al figlio Paolo – hanno reso “tristemente” noti gli importi delle bollette ricevuti per la fornitura dell’energia elettrica.
Il tutto facendo un confronto tra il primo semestre del 2021 e quello del 2022. Risultato: per gli stessi consumi, le tariffe e quindi gli importi sono quasi raddoppiati. L’aumento inarrestabile dei prezzi del gas e dell’energia che in queste settimane fanno notizia su tutti i media, fanno tremare famiglie e imprese, anzi, fanno saltare i nervi a chi lavora con onestà e fatica ogni giorno. “Fino ad ora – spiega Maurizio Clemente – abbiamo dovuto difenderci con delle misure di contenimento ma ora…” . Al padre sopraggiunge Paolo, il figlio che ci spiega che il problema è molto più vasto di quello che si pensa. Si provi a dire di no.
“Questo è un problema comune che avrà delle ripercussioni inevitabili a livello economico e sociale – dichiara Paolo - ed è solo il maggiore dei problemi sui costi che abbiamo. Ci sono per esempio le materie prime che abbiamo suddiviso per gruppi omogenei per farvi capire di quali aumenti stiamo parlando”. Il tavolo dell’ufficio aziendale dei Clemente è pieno di carte, fatture, fogli con calcoli e appunti. Anche con gli aumenti delle materie prime non si scherza: +54% per gli olii e grassi, +57% per le farine e gli zuccheri che hanno toccato aumenti del 61%.
Dal 2013, fortunatamente, il forno del piccolo paese bisiaco ha attuato la politica “emissioni zero” per quanto riguarda l’utilizzo del gas ma quello dell’energia è un argomento che ora richiede delle risposte serie. Alla fine della scorsa settimana, sollecitata sull’emergenza, la Fipe ha dichiarato per voce del suo presidente Aldo Cursano: “Abbiamo chiesto al governo di potenziare immediatamente il credito di imposta anche per le imprese non energivore e non gasivore, un credito di imposta del 15% per l'energia elettrica non è assolutamente adeguato agli extra costi che le imprese stanno sostenendo ora".
"Occorre però fare presto - prosegue -, altrimenti si rischia di innescare una spirale inflazionistica destinata a gelare i consumi". Una dichiarazione alla quale si associa pure il presidente dell’Ascom del Mandmento, Roberto Antonelli, il quale ci spiega che andrebbero studiate delle dilazioni di pagamento adeguate, ma “meglio sarebbe che il governo intervenga direttamente per limitare le spese”. E ancora Antonelli: “Faccio un appello al governo nazionale per un intervento di contenimento, un tetto sulle tariffe. Inoltre auspico che si faccia squadra tra le associazioni preposte e anche con le amministrazioni comunali”.
Sensibilizzare i clienti a comprendere le difficoltà del periodo. Questo è in sostanza ciò che stanno facendo l’associazione di categoria e gli artigiani o commercianti come la famiglia Clemente che ci spiega ancora molte cose. “Abbiamo fatto degli aumenti ma per noi la soluzione non è questa. I piccoli rialzi di prezzo che abbiamo applicato sono serviti solo a dare il massimo di copertura sugli aumenti che noi abbiamo subito e che ormai, da settimane, sono diventati insostenibili”. “Non è vittimismo – sopraggiunge Maurizio, che da oltre 40 anni lavora in un forno - i numeri balzano all’occhio e l’esperienza in termini di sacrifici personali è notevole”.
Andando ai numeri, le cifre sono esorbitanti per un’azienda di piccola – media entità come quella di questo storico forno che il prossimo anno compirà 150 anni di attività. Confrontando il primo semestre 2021 con lo stesso periodo del 2022 (gennaio-luglio), il totale delle bollette per la spesa dell’energia elettrica è passato dai 9.829,85 euro ai 19.127,71 euro. I consumi totali sono stati rispettivamente di 40.176 kilowatt per il 2021 e 41.956 kilowatt per il 2022. Cifre lievemente aumentate in termini di kilowatt ma con un prezzo medio quasi raddoppiato.
La situazione determinata dal mese di agosto sarà ancora più pericolosa e pesante se si considera che, dalle previsioni, si tenderà ad avere un aumento di almeno 10 centesimi al kilowatt/ora. Sul tema delle dilazioni di pagamento, Maurizio la pensa così: “Queste misure funzionano se garantiscono delle importanti stabilizzazioni di mercato entro il breve periodo”. “Ci vuole un tetto sulle spese dell’energia e sarebbe auspicabile fare una distinzione fra il prezzo puro del gas e quello degli altri tipi di fonti energetiche” chiede il più giovane artigiano. Dal nostro dialogo emerge infatti un altro elemento legato a quanto appena affermato da Paolo.
È necessario sfatare il comune e prevalente pensiero diffusosi, secondo il quale “tutto dipende dal gas”. Sembra per esempio che l’energia eolica e quella fotovoltaica dipendano totalmente dai listini del gas. “Non è così – specificano i Clemente – perché le componenti percentuali (quote) sono le più diverse come: fonti rinnovabili, carbone, gas naturale, prodotti petroliferi e nucleare”. Su tutta questa materia la competenza è del governo nazionale. L’onda speculativa è cominciata a ottobre 2021, molto prima del conflitto tra Russia ed Ucraina.
Intanto la ristrettissima campagna elettorale corre e settembre è alle porte. Tanti commercianti ed artigiani sperano che l’esecutivo Draghi riesca a metter mano in tempo alla situazione in sinergia con gli organi di governo europei. Per ora il credito d’imposta, avanzato dalle richieste della Fipe sembra che riguardi solo chi ha un contatore di almeno 16,5 kilowatt di potenza mensile. E gli altri, cosa faranno? “Il credito d’imposta è un primo passo ma non una soluzione” così in chiusura Maurizio. Meglio allora muoversi. Forse il tempo sta per scadere.
Nelle foto: la struttura del mercato elettrico in Italia con grafico a torta (fonte GME -gestione mercati energetici); i differenziali di prezzo del mercato elettrico italiano rispetto alle frontiere di mercato estero limitrofe; infine: il grafico GME con la sintesi mensile delle quotazioni del prezzo d'acquisto dell'energia. Questo grafico ci illustra come - a distanza di un anno -sia inspegabilmente aumentato il costo medio della componente enegia (tra luglio 2021 e luglio 2022). Si tratta di una bolla speculativa che si riperquote sui consumatori finali.
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