Carabinieri di Gorizia in lutto per la scomparsa di Giuseppe Campanaro, l'ultimo 'Leone di El Alamein'

Carabinieri di Gorizia in lutto per la scomparsa di Giuseppe Campanaro, l'ultimo 'Leone di El Alamein'

L'eroe della seconda guerra mondiale

Carabinieri di Gorizia in lutto per la scomparsa di Giuseppe Campanaro, l'ultimo 'Leone di El Alamein'

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 28 Nov 2020
Copertina per Carabinieri di Gorizia in lutto per la scomparsa di Giuseppe Campanaro, l'ultimo 'Leone di El Alamein'

Lutto nella comunità dei carabinieri di Mossa e Gorizia, il 97enne se n'è andato dopo aver lottato contro il Covid.

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Di guerre ne aveva affrontate tante ma l’ultima che l’ha visto protagonista, quella contro il Covid, gli è stata purtroppo fatale. Si è spento ieri notte Giuseppe Campanaro, ex maresciallo capo dei carabinieri da anni residente a Mossa. È stato uno degli ultimi sopravvissuti alla storica battaglia di El Alamein, in Egitto, durante il secondo conflitto mondiale, partecipandovi come paracadutista. Aveva 97 anni e da qualche tempo era risultato positivo al virus, tanto da essere ricoverato all’ospedale di Gorizia a causa delle complicazioni delle sue condizioni di salute.

Originario della Calabria, si era trasferito da giovane in Friuli, dopo aver vissuto una vera e propria odissea nella campagna d’Africa. “Tra i pochi superstiti della battaglia in Egitto - ricorda Gianfranco Tomat, presidente dell’Associazione nazionale carabinieri di Manzano che ebbe modo di conoscere il militare -, venendo poi spogliato di tutti gli effetti personali dalle truppe marocchine al soldo dei francesi. Finì rinchiuso per due anni nei terribili campi di prigionia in Tunisia, finché riuscì ad evadere e a rientrare rocambolescamente in Italia”. Anche dopo la guerra, era rimasto nell’Arma, venendo inquadrato nel 13º Reggimento carabinieri Friuli Venezia Giulia, a Gorizia.

“Per quanto mi riguarda - sottolinea Tomat - lo ricorderò sempre come un vero carabiniere, fiero e risoluto”. Lo ricorda con affetto anche la sindaca di Mossa, Emanuela Russian, che già da assessore alle politiche sociali nello scorso mandato ha avuto modo di conoscerlo di persona: “È stata una persona lucida fino alla fine - racconta -, l’ho incontrato il giorno prima che si trasferisse nella casa di riposo di Villa San Giusto, a Gorizia, dove si era ritirato negli ultimi mesi”. Rimasto vedovo da alcuni anni, era sempre rimasto autosufficiente e indipendente, decidendo in autonomia di trasferirsi perché non più capace a vivere da solo. Lascia una figlia, anch’essa residente nel capoluogo.

“È sempre stato un gran combattivo - prosegue Russian -, oltre che a El Alamein ma per tutta la sua vita. Era una persona tutta d’un pezzo, mi colpiva molto la sua compostezza in qualsiasi circostanza. Mi ricordo che ogni volta che ci incontravamo, seppur avesse difficoltà a muoversi, lui si alzava per accogliermi: era una persona d’altri tempi”. Campanaro aveva raccolto le sue avventure durante la Seconda guerra mondiale in un libro, "Una vita per la divisa e all’improvviso…”, edito nel 2014 e scritto con Girolamo Carnevale, figlio di un paracadutista conosciuto a Bologna nel 1942 mentre era in attesa di partire per il fronte russo.

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