L’ANNUNCIO
Caporalato, 'pizzo islamico' e flussi di denaro illeciti a Monfalcone, il Comune attiva il numero speciale per le vittime del sistema
L’onorevole Cisint: «I subappalti sono la genesi di questi mali». Le questioni al vaglio di Governo e Parlamento Europeo. Il reggente Garritani appoggia la linea.
Un numero verde dedicato ai più deboli e indifesi. Un contatto per «ascoltare quei lavoratori» vittime dell’illegalità. Consentirà l’avvio e lo sviluppo di una rete di sostegno ai lavoratori – bengalesi e non – vessati dalla sopraffazione del caporalato e da altre logiche di reato. Il numero è lo stesso del progetto “Ti Ascolto” dedicato alle segnalazioni delle donne vittime di violenza: 3336617503. Attiva anche l’email tiascolto333@gmail.com. L’annuncio è stato dato stamattina con una conferenza stampa convocata dall’europarlamentare leghista e assessore allo sviluppo urbano e sociale della città, Anna Maria Cisint affiancata dal sindaco reggente Antonio Garritani. Presenti anche gli assessori Fasan, Maioretto, Banello e diversi consiglieri di maggioranza. È quanto avviene a seguito della trasmissione del servizio sul “pizzo islamico” della giornalista Serena Pizzi del programma di Rete 4 “Fuori dal Coro”. C’è quindi «qualcosa che non funziona, che ci sfugge» secondo l’onorevole Cisint che ha convocato la stampa chiedendo di porre l’attenzione sulle questioni di ordine pubblico e sull’ illegalità. Quelle che definisce «vicende finanziarie oscure» perché «nel cancro del caporalato ci sono dei registi che manovrano».
Da questo – come delineato dal servizio tv, ma anche secondo Cisint – emerge anche quella connessione definita «reale» con l’attività dei Centri Islamici cittadini. «Noi abbiamo scoperchiato qualcosa che rappresenta una pratica diffusa a livello nazionale» precisa poi l’europarlamentare per la quale i punti su cui la battaglia deve insistere sono temi oggetto del suo impegno politico nazionale ed europeo: illegalità urbana, sopraffazione delle donne e caporalato incontrollato. E ancora: «L’assenza di controlli finanziari» su alcuni movimenti dei Centri musulmani. E se – citando il giudice Falcone – Cisint ha ricordato che «la mafia si muove dove ci sono i soldi», l'onorevole ha pure fatto appello al Governo e alle Istituzioni Europee di mobilitarsi per la verifica dei bilanci e le fonti di provenienza del denaro e per il controllo sulle predicazioni degli Imam nelle comunità.
Sulle «povere persone sfruttate» Cisint non ci sta perché «è inaccettabile che tutti sappiano e che non si faccia nulla». Vessazioni e prelievi forzati ai bancomat «non sono situazioni ipotetiche ma oggetto di procedimenti giudiziari». «Siamo compatti contro lo sfruttamento delle persone, i finanziamenti alle moschee devono essere legali e chi delinque, paga – continua l’eurodeputata – non si tratta di donazioni spontanee». Non sono mancati poi i riferimenti alla «campagna di violenza» contro la sua persona, alla manifestazione del 23 dicembre 2023 «sostenuta dalla sinistra» e l’augurio che «le autorità giudiziarie facciano luce sulla situazione che sta emergendo». Oltre al numero speciale messo a disposizione del Comune, Cisint ha garantito il suo impegno nel sollecitare Governo e Parlamento Europeo perché vengano promosse azioni di chiarezza su fonti di finanziamento, flussi e controllo vessatorio dei fedeli musulmani «messi fuori dalla comunità e senza lavoro».
Se, come ormai noto, per l’ex sindaco e già guida della giunta a trazione leghista, si è difronte ad un «vulnus della democrazia», è stata fatto pure un appello al Centrosinistra: «Ammetteranno le loro gravi responsabilità? Chiedano scusa». «Siamo pronti ad affrontare tutti, in maniera unitaria, politicamente, questo fenomeno?».Per l’ex sindaco «niente dovrà andare nell’oblio». Non ha mai dimenticato – in 8 anni di sua amministrazione – l’importanza dell’ascolto. Lo ha fatto, su questi temi, con 20 persone (10 italiane e 10 bengalesi) e con alcuni imprenditori sessantenni che si sono presentati per esporre le situazioni vissute.
«Studieremo con i legali come avere la possibilità di contribuire allo sviluppo di un percorso giurisdizionale» ha dichiarato ancora Cisint. In sostanza si valuterà se il Comune potrà costituirsi parte civile o sostenere queste persone con il patrocinio gratuito di un avvocato.
«I subappalti sono la genesi di questi mali – conclude l’ex sindaco – non voglio lasciare la città in mano alla mafia». A condividere la linea di Cisint è il reggente Garritani il quale - su estorsioni e caporalato «che sempre ci sono stati» - ha individuato «una novità da cogliere» su chi si macchia di queste colpe: «Non è una questione di razzismo ma è combattere una sorta di bolla d’aria che protegge dei delinquenti che non sono solo bengalesi perché il fenomeno non si limita solo agli stranieri ma si estende anche agli italiani». Secondo Garritani quindi «lo spunto della notizia di reato che dovrà essere accertato» sarà certamente colto dalle Forze dell’Ordine e dalle altre autorità competenti perché «lo scambio di denaro in piazza è un atto di sfida di chi si sente immune». Da questo dunque, l’auspicio che le attività di indagine vadano avanti e si infittiscano.
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