I cancelli aperti del lager dopo l'armistizio, poesia e musica a Visco

I cancelli aperti del lager dopo l'armistizio, poesia e musica a Visco

la storia

I cancelli aperti del lager dopo l'armistizio, poesia e musica a Visco

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 09 Set 2023
Copertina per I cancelli aperti del lager dopo l'armistizio, poesia e musica a Visco

La visita al campo, alcune baracche e la torre dell’acqua, è ancora interdetta se non con mascherine di protezione. Il ricordo ieri mattina.

Condividi
Tempo di lettura

L’8 settembre 1943 non ha segnato solo la fine delle ostilità tra Regno d’Italia e Rez alleate, ma anche l’invasione e presa di controllo della parte centro settentrionale della penisola da parte del Terzo Reich. Per il territorio del Goriziano, inserito nell’Ozak, la data dell’armistizio fu motivo per l’apertura dei cancelli di alcuni campi di internamento, tristemente noti a studiosi e ai discendenti di chi visse quella tragedia ma non ai più, che erano stati creati per i civili jugoslavi.

Tra di essi Sdraussina, nel quale era stata internata Ljubka Šorli Bratuž vedova del musicista Lojze, e Visco. Proprio qui, ieri mattina, un gruppo di cittadini, guidati da Ferruccio Tassin, si è ritrovato davanti al portone dell’ex Caserma Sbaiz per un momento di commemorazione. Presenti, tra i vari, i sindaci di Palmanova e Ruda, Giuseppe Tellini e Franco Lenarduzzi, il consigliere regionale Diego Moretti ed esponenti di sodalizi e realtà culturali locali.

La visita al campo a quel che ne rimane, alcune baracche e la torre dell’acqua, è ancora interdetta se non su specifica richiesta e indossando le apposite protezioni personali, come le mascherine Ffp2 causa la presenza di amianto. Una struttura che versa, in ogni caso, in uno stato di non estrema cura con erbacce e piante che impediscono una fruizione totale. Qualche mese fa, in una riunione pubblica, il Comune aveva presentato un progetto di riqualificazione che non aveva trovato, però, il placet di alcune realtà come l’associazione internazionale “Terre sul confine”.

In ogni caso, musica e parole, con la presenza di alcuni esponenti della minoranza slovena, sono bastate per ricordare quanto accaduto dal febbraio al settembre 1943 tra quelle mura, poi divenute caserma e, infine, acquisite dal Comune. Ai tanti reclusi nel campo, tra cui il poeta Igo Gruden, cui qualche settimana fa la Goriška Mohorojeva ha dedicato un’apposita pubblicazione, il pensiero, il ricordo e la speranza che quei portoni possano riaprirsi per scolaresche e visitatori.

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione

×