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Campus scuole fuori città a Monfalcone, sinistra contro il progetto

LE OSSERVAZIONI

Campus scuole fuori città a Monfalcone, sinistra contro il progetto

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 24 Mar 2023
Copertina per Campus scuole fuori città a Monfalcone, sinistra contro il progetto

Dubbi a sinistra sull'opera da 18,5 milioni di euro fuori città: «Gli spazi in centro rimarranno cattedrali nel deserto».

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L’aumento della popolazione e le strutture ormai datate che ospitano gli istituti superiori cittadini, hanno indotto l’amministrazione comunale di Monfalcone ad affrontare la carenza di disponibilità di spazi importanti e necessari per la vita degli studenti. È infatti notizia di queste ultime ore che sono in atto le verifiche degli uffici competenti per le modifiche urbanistiche necessarie a prendere in carico il caso e agire.

Il nuovo polo scolastico dovrebbe così prendere forma tra le vie Grado e Gramsci. Se da un lato non mancano i soldi necessari – sono arrivati infatti 18,5 milioni di euro dall’Ente di decentramento regionale – dall’altro bisognerà provvedere ad introdurre la nuova classificazione della zona in questione che dovrà diventare “zona omogenea dedicata ad attrezzature per l’istruzione” rispetto a quella precedente che era destinata solo a “servizi e attrezzature collettive”.

Per fare questo bisognerà ricorrere al consiglio comunale che sarà convocato nell’ aprile prossimo. Sarà in quella sede che si dovrà affrontare il passaggio tecnico principale: l’adozione della variante numero 69, quella sul vincolo di esproprio dell’area che risulta agricola ed è solo per un terzo disponibile a favore del comune. Saranno l’Isis Pertini e il liceo Buonarroti a beneficiare di questo effetto espansivo che permetterà la nascita di un nuovo campus studentesco capiente e moderno.

Se gli amministratori comunali e i dirigenti scolastici in questione esprimono soddisfazione per questo nuovo progetto che comunque richiederà ancora del tempo per svilupparsi, a non esserne pienamente convinta è la consigliera di minoranza de La Sinistra per Monfalcone, Cristiana Morsolin. “Monfalcone, come riconosciuto dallo stesso assessore Garritani in commissione e dai dirigenti scolastici – sono le parole di Morsolin -, ha un incremento importante di studenti e studentesse, non è da oggi che lo sappiamo, ma già da quando il trend di natalità ha permesso di tenere aperto il punto nascita a Monfalcone".

"Esiste quindi la necessità di ripensare alle strutture che possono rispondere alle esigenze di un mutato scenario che vede positivamente la città rinnovarsi proprio nella sua componente più giovane. Per fare questo però riteniamo che servirebbe un maggior dialogo con la città e con i portatori di interesse accompagnando il tutto anche ad una valutazione degli edifici che potrebbero essere recuperati”.

Per Morsolin in sostanza, si può valutare anche quanto di già esistente e che può rappresentare un’alternativa. Secondo l’esponente dell’opposizione, costruire un nuovo polo scolastico non significa tenere conto solo di luoghi o spazi da occupare, ma necessita di un ragionamento più ampio che tenga conto di come gli spazi verranno o sono stati attraversati e vissuti e come questi interagiscono e valorizzano la città.

“La scelta di costruire un polo fuori dalla città, ma nello stesso tempo in una zona di grande traffico soprattutto in alcune ore della giornata – spiega Morsolin – e molto vicino allo stabilimento Fincantieri non tiene conto di questi e molti altri aspetti. Uno ad esempio è anche ambientale, quello del consumo di suolo che vede Monfalcone come la città con il record negativo in tutto il Friuli Venezia Giulia. Cito i dati del rapporto Ispra del 2022 sull’utilizzo del suolo: il 46% è il nostro, contro il 42% di Udine, il 32% di Trieste e il 28% di Gorizia".

"Con questo progetto si darà il via libera per un possibile e futuro esproprio dei pochi terreni agricoli ancora presenti a Monfalcone”. Morsolin guarda al centro città e si domanda: “Gli spazi lasciati liberi in centro città per cosa verranno adibiti? Rimarranno cattedrali vuole nel deserto? Per dei poli scolastici di valenza provinciale forse si sarebbe potuto fare un percorso aperto anche agli attori di quella che un tempo era Città Mandamento condividendo un percorso di partecipazione con i cittadini che è elemento principe e fondante di quelle che sono le smart city ma soprattutto per le città che attuano le programmazioni partecipate”.

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