Campus nell'ex Ospedale di Gorizia, Tucci: «Scuole non coinvolte»

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Campus nell'ex Ospedale di Gorizia, Tucci: «Scuole non coinvolte»

Di Redazione • Pubblicato il 19 Apr 2023
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La consigliera di opposizione critica le azioni della maggioranza: «Fare per fare è un rischio per il futuro della città».

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Erano solo le linee guida per impostare la variante, ma la contrarietà della minoranza sul progetto nell'ex Ospedale civile di Gorizia è stata netta. La delibera è stata votata lunedì notte dalla maggioranza in consiglio comunale, dopo i numerosi attacchi arrivati proprio dell'opposizione. Rosy Tucci (Gorizia è tua) parla di "silenzio assenso" da parte dei colleghi della maggioranza durante la seduta, "tenuto conto dell'importanza del tema trattato". Evidenzia poi come "dalla valutazione tecnico-economica, di cui ci è stata fornita solo verbalmente una sommaria sintesi, si ricava che i costi di adeguamento sarebbero talmente improponibili, da rendere preferibile costruire ex novo".

Tutto ciò "senza per altro avere un'idea precisa dei costi stessi di un'operazione palesemente in divenire - incalza -, previa demolizione onerosa al posto dell'Ospedale - e realizzare strutture ispirate alle più moderne tecniche didattiche. Ora, se l'idea di creare una cittadinella scolastica dove collocare eventualmente tutte le scuole della città, non è di per sè sbagliata, anche in una prospettiva non tanto futura di calo demografico, le perplessità sono molteplici e di varia natura. La più evidente è quella del mancato coinvolgimento a priori, non a posteriori come si evince dalle ultime dichiarazioni dell'assessore Gatta, delle istituzioni scolastiche".

Tucci guarda alle figure dei dirigenti scolastici e degli organi collegiali delle scuole. "Sono questi che hanno il polso della situazione e competenze ed esperienze professionali per poter proporre soluzioni alternative. E a questi, che sono gli attori principali, dobbiamo aggiungere tutto ciò che ruota attorno al mondo scolastico: biblioteche, centri culturali, teatri, associazioni e anche gli esercizi commerciali. Perchè spostare delle comunità scolastiche in un luogo decentrato quale è l'area di via Vittorio Veneto, crerà un inevitabile svuotamento del centro cittadino, privandolo della sua linfa vitale che è costituita da tutti i componenti del mondo scolastico".

"Si continua, inoltre, a ignorare che, per quanto riguarda i licei Slataper destinatari del primo lotto del campus, essi fanno parte di un'istituzione più articolata, che comprende oltre agli indirizzi linguistico, socio-economico e delle scienze umane, i licei classico e scientifico, che sono ubicati su altre tre sedi ma sempre in centro e in collegamento tra di loro. Spostarne una parte implica non pochi problemi dal punto di vista logistico (spostamenti di docenti impegnati su più sedi, collocazione di dirigenza, e uffici in zona decentrata) e didattica, tenuto conto delle attività comuni che si svolgono sia in orario curricolare che extra curricolare".

"Che sia un primo passo verso un nuovo riassetto scolastico? - ancora l'esponente del centrosinistra - Non avere idea, poi, del riutilizzo degli attuali edifici scolastici (che, evidentemente rimarranno senza adeguamento sismico) è, a dir poco, imbarazzante. Che ne sarà, per esempio parlando del complesso di via Puccini, degli ampi spazi sportivi, dei laboratori, delle officine, della Sala Europa, della palestra, che a breve sarà costruita al posto di quella attuale? Si aggiungeranno a tutti gli altri dismessi presenti in città?".

Per la consigliera, "soluzioni alternative proposte già in sede di commisisione consiliare non sono nemmeno state prese in considerazione, perchè la Regione cede l'ex Ospedale, eroga 40mila euro per la variante e qualcosa ci si deve pur fare, dopo averne sbandierato per anni le più svariate destinazioni, che variavano dal campus universitario al Carcere europeo. Fare per fare, tuttavia, è un rischio, non solo per il futuro delle scuole, ma di un'intera città, in cui manca una visione generale e a lungo termine" conclude l'esponente dell'opposizione.

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