IL PERSONAGGIO
Cambio alla direzione dell’Archivio di Stato di Gorizia: Martina Schuster prende le redini dell’ente

Arriva dopo Marco Plesnicar e il periodo di Luca Caburlotto. Si tratta di una tra le più giovani direttrici a livello nazionale. Tra gli obiettivi la formazione dei nuovi archivisti
Dovessimo ridurre il nome al titolo, e viceversa, non ne daremmo la giusta e veritiera immagine: Martina Schuster, nuova direttrice dell’Archivio di Stato di Gorizia – nominata lo scorso 29 luglio – ha numerose attività alle spalle, oltre a, chiaramente, l’archivistica. Schuster subentra a Luca Caburlotto, Soprintendente archivistico del Friuli Venezia Giulia e direttore della Biblioteca statale Isontina di Gorizia, che ha guidato l’istituto dopo la direzione di Marco Plesnicar, direttore dal 2019 al 2025. Nata a Trieste 36 anni fa, Schuster ha frequentato il Liceo scientifico Oberdan di Trieste conseguendo la maturità nell’indirizzo sperimentale matematica, fisica ed informatica. Non fosse stato per «un’insegnante illuminata», come lei stessa definisce, forse non avrebbe preso la strada che l’ha portata, qualche settimana fa, a ricevere la conferma della nuova direzione. Quindi il percorso di studi con la laurea a pieni voti in Scienze dei Beni Culturali, curriculum archivistico-librario presso l'Università di Trieste, nella facoltà di Lettere e Filosofia. Nel corso degli studi universitari ha potuto effettuare alcuni tirocini presso i Musei Civici e l'Archivio di Stato, concludendo l'esperienza pratica con la tesi di laurea sul riordino dell'archivio parrocchiale della chiesa di Sant'Antonio Taumaturgo a Trieste. Nel 2016 consegue il diploma alla Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica presso l'Archivio di stato di Trieste e poi la laurea magistrale a La Sapienza di Roma in archivistica e biblioteconomia.
Dalla speleologia urbana al pattinaggio artistico (ha alle spalle la vittoria ai campionati italiani) le passioni sono tante. Il recupero e il mantenimento della memoria, però, alla fine hanno prevalso portandola a vincere il concorso nazionale e risultare assegnata all’Archivio di Stato di Foggia, nel quale è tutt’ora incardinata. È stato all’ultima chiamata dal Ministero che ha deciso di presentarsi anche per riavvicinarsi alla sua Trieste. «Fin dall’inizio ho adorato questa professione – così Schuster – perché è transdisciplinare: non è solo un lavoro di concetto ma anche molto pratico. Non c’è solo la parte di riordino su carta ma è necessario sporcarsi le mani per poter realizzare l’archivio fisico». Proprio questo connubio la conduce a Foggia nell’aprile 2025. «Un’esperienza fantastica con brave persone tra le quali devo ringraziare il direttore che mi ha spronata e supportata in questo periodo fino alla direzione». Un passo che, per la neodirettrice, una delle più giovani degli ultimi concorsi, «non è stato fatto né con leggerezza né con incoscienza ma è stato ben ponderato fin dall’inizio dopo aver parlato e discusso con mentori e colleghi». Schuster è ancora incardinata a Foggia nell'aprile del 2025 ed è tra i neo-assunti, ovvero coloro che sono ancora ‘in prova’, volendo semplificare il processo, ed è una possibilità che, a volte, il Ministero apre quando ha la necessità di nuove figure di direzione come in questo caso.
Gorizia le è risultato fin da subito «un ambiente più familiare, un po’ perché vicino casa un po’ perché le istituzioni che qui sono custodite e raccontate si intrecciano con quelle che per anni ho studiato e conosciuto a fondo a Trieste, casa mia», racconta la direttrice. A Foggia, ad esempio, ha dovuto adattarsi studiando e inserendosi all’interno della storia delle istituzioni locali. D’altronde, così fa un archivista. Anzi, un’archivista. E mentre si ambienta nelle varie dinamiche proprie, come per ogni istituzione, la nuova direttrice già, comunque, pensa e lavora per il futuro: «È presto per fare progetti – confessa – ma, oltre alla conferma di quelli già in essere che proseguiranno e saranno riproposti, penso a qualcosa sulla quale vorrei puntare e migliorare che è la formazione delle nuove generazioni di archivisti ma anche ai giovani che non conoscono questa professione e che tra queste mura potrebbero scoprirla e, magari, innamorarsene».
Se sono già stati avviati contatti con le università di Udine e lo saranno presto con l’Università di Trieste la nuova direttrice lo conferma e ribadisce come «ci voglia nel futuro uno sguardo all’Intelligenza Artificiale e alla digitalizzazione».
Nel frattempo, comunque, prosegue il lavoro ordinario per il quale l’Archivio, comunque ancora sotto organico, ha a disposizione, oltre alla direttrice Schuster, anche tre archivisti, tre assist3enti amministrativi, un operatore amministrativo e cinque Afav, ovvero gli Assistenti alla fruizione, accoglienza e vigilanza. «Se ci dovessero essere spiragli per poter aumentare il personale farò tutto quanto in mio possesso per permetterlo», anche se in questo caso dovrebbero essere poi gli interessati ad accettare il posto e non a rifiutarlo, come accaduto in tutti gli ultimi casi. «Il mio obiettivo – conclude Schuster aprendo il suo anno di incarico a Gorizia – è quello di lasciare qualcosa di buono e di fatto bene dietro di me».
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