il festival
Il cambiamento raccontato oggi, geopolitica e sfide a Gorizia
Ospiti e temi in Palazzo de Bassa, le trasformazioni di oggi e le influenze sul territorio locale.
Il futuro e le sue molteplici sfumature sono state al centro della prima giornata del Festival di Cambiamento, andato in scena ieri pomeriggio a Gorizia. La due giorni ideata dalla Camera di commercio della Venezia Giulia, in collaborazione con il think tank The European House-Ambrosetti, ha portato a Palazzo de Bassa nomi e punti di vista differenti su cosa ci dobbiamo attendere per i prossimi anni. Un discorso non solo in economia, ma nella società nella sua più ampia sintesi, inevitabilmente segnata dalla pandemia.
Moderati da Claudio Cerasa, sul palco della Sala Verdi si sono così alternati giornalisti, docenti e componenti di enti socio-economici. Il pomeriggio è stato aperto dai saluti delle istituzioni, tra cui il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, che ha posto subito alcuni punti: “Non abbiamo governato la globalizzazione e ceduto asset europei a Paesi terzi. Guardiamo la componentistica, come i microchip, dov’è stata bloccata la filiera produttiva”. Inevitabile, quindi, ridiscutere la politica industriale comunitaria.
“L’Europa ha fatto poco in questo senso - ancora il capo dell’esecutivo - e gli Stati non si sono difesi reciprocamente”. L’obiettivo, quindi, dev’essere quello di ripensare al modello interno tra i Paesi membri, in particolare per svincolarsi dall’influenza del fornitore di turno, oggi la Russia e domani la Cina. Anche nei confronti di chi, in Europa, guarda con più favore a modelli autoritari anziché l'Occidente stesso, ha rimarcato Fedriga. Una “scienza”, quella che indaga i rapporti nel corso della storia tra potenze, ripercorsa da Federico Rampini, firma del Corriere della Sera.
Ha posto come data spartiacque quella del 2008, non solo per l’economia occidentale. Fu in quell’anno, infatti, che la dirigenza comunista cinese “ha capito di essere migliore dell’Occidente”. Da allora, il Dragone è inevitabilmente cresciuto e affondato radici, grazie anche alle infrastrutture nel frattempo realizzate. Un modo di agire che fu messo in campo già dall’Unione sovietica con Krushev e Breznev. Un qualcosa che si sta interrompendo, però, con Putin: “Ora siam in un’epoca nuova, il nostro continente sta attuando un’operazione di pivot, ossia si gira per guardare altre direzioni, indebolendo i legami fisici”.
Un quadro che fa emergere una nuova fase della globalizzazione, ha evidenziato il saggista, che non significa però la sua morte. “Le mappe si sono messe in movimento” il monito, mentre dagli Stati Uniti si fa sempre più pressante il termine di “friend shoring”, ossia spostare le aziende in Paesi amici e non più dove il lavoro costa meno in assoluto: “Porterà inflazione, ma la Cina ha fatto concorrenza sleale in questi anni e attuato politiche di dumping, facendo fallire aziende occidentali di energia green”, puntando al monopolio.
Trasformazione del presente che è stata anche al centro dell’intervento di Lorenzo Tavazzi, capo del Global Intelligence and Scenarios di Ambrosetti. L’analista ha posto il focus sui numerosi trend di cambiamento che stanno avvenendo in Occidente negli ultimi anni, a partire dall’invecchiamento della popolazione. Un fenomeno che, secondo i dati mostrati, porterà la popolazione in età lavorativa appena al 19% entro il 2030, con un incremento parallelo del valore dell’e-commerce, che nel 2025 supererà i 100 miliardi di euro.
Cifre legate al contesto italiano, dove “il welfare dovrà essere ripensato”. La longevità ha già pesanti ripercussioni sull’economia, tanto che il filone ad essa collegata vale solo oggi 6.400 miliardi di euro in tutta l’Unione europea, pari al 32% del Pil comunitario. Ad arricchire la giornata sono stati gli interventi proseguiti nel corso del pomeriggio, tra cui quello dell’ex ministro all’Istruzione, Francesco Profumo, oggi presidente dell’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio, che ha posto l’accento sulla tecnologie.
“Vogliamo che questo appuntamento diventi annuale” l’auspicio del presidente dell’ente camerale, Antonio Paoletti, puntando sempre più al modello del Festival dell’economia di Trento. Sul palco, si sono poi susseguiti Carlos Moreno (Iae di Parigi), Ares Kalandides (Inpolis Urbanism), Mauro Magatti (direttore del Carcc), Daniele Checchi (direttore centrale Studi e ricerche dell’Inps), Gabriele Sampaolo (direttore generale 50&Più Enasco), Helga Nowotny (presidente Erc), Nava Swersky Sofer (fondatore NanoIsrael), Mariarosaria Taddeo (Universià di Oxford) e Marco Pavone (Stanford University).
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