la mostra
B#Side the River nel bunker di Udine, 10 artisti raccontano l'Isonzo
L'esposizione ideata da IoDeposito, aperta al pubblico fino al 6 novembre.
È il rifugio antiaereo di Udine ad ospitare la mostra di B#Side the River, il festival di arti e performance ideato dall’associazione Iodeposito che negli scorsi mesi ha portato in riva all’Isonzo numerosi artisti di livello internazionale. Tra questi, anche la giovane serba serba Andreja Kargačin, presente oggi all’inaugurazione dopo la sua esibizione in giugno a Gradisca d'Isonzo e che sarà protagonista nuovamente domani. Un viaggio attraverso la storia e il territorio, leitmotiv delle 10 residenze artistiche.
Il lascito di artisti e performer è stato così raccolto nel sito sotto il castello del capoluogo friulano, in piazza Primo maggio, aperto per l’occasione. Qui, la giovane artista serba di Novi Sad - appena 23 anni - darà forma al suo interesse per le aree grigie della storia e per il ruolo della memoria collettiva attraverso il lavoro sul corpo, introiettando la lezione di Marina Abramović, di Mladen Miljanović e di altri indiscussi performer che hanno dato voce ai Balcani nel contemporaneo. I suoi gesti saranno densi di rimandi.
Inginocchiata per ore senza muoversi, in un rotondo e candido cerchio di paglia, seminuda, con vesti bianche che evocano l'arte antica e la statuaria classica, l’artista - come la Maddalena in un telero di Tiziano - comunicherà allo spettatore anche attraverso la presenza di simboli iconografici presenti nel perimetro performativo. “Ho apprezzato che molte persone - spiega lei stessa - potranno vedere la mia performance, ispirata al retaggio fascista su come si vede la fede e le donne. Mi baserò molto sulla cultura cattolica”.
Un elemento, questo, ripreso anche per far sì che il pubblico possa ritrovarsi e riconoscere i rimandi della stessa giovane. La sua arte va così a raccontare parte di dieci percorsi diversi, fatti da altrettanti nomi “che hanno portato un altro punto di vista - così il vicepresidente di IoDeposito, Joshua Cesa - per indagare i temi dei retaggi storici, della quotidianità e del rapporto tra loro. L’Isonzo è stato importantissimo, porta verso l’oriente e teatro di cruente battaglie, nonché motore per le attività produttive”.
Proprio quest’ultimo elemento è stato testimoniato dalla collaborazione con alcune realtà industriali locali, presenti e passate. Dal lavoro fatto nell’ex Amideria Chiozza, che produceva laido esportato in tutta Europa, a quello in collaborazione con la Fondazione Gruppo Pittini di Osoppo. “Abbiamo aperto le porte all’arte - spiega la vicepresidente Simona Pittini - in un contesto che vuole valorizzare l’industria del Friuli Venezia Giulia, legata alla tradizione e ancora presente sul territorio”. L’area sarà visitabile fino al 6 novembre.
In mostra videoarte, spatial installation, elaborazioni fotografiche, pittura gestuale, durational performance, tutte incentrate, appunto, sul ruolo storico del fiume Isonzo. Il vernissage per il pubblico è in programma domani, venerdì 14 ottobre, alle 17. Saranno esposte le creazioni degli artisti Victoria Lucas (UK), Lang Ea (Nuova Zelanda), Gülhatun Yıldırım (Turchia), Ingrid Ogenstedt (Svezia), Nathalie Vanheule (Belgio), Marta Lodola (Italia), Boris Beja (Slovenia), Holly Timpener (Canada) e Deimion “Peim” van der Sloot (Olanda).
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