Bullian a sostegno del piano della Rete oncologica regionale

Bullian a sostegno del piano della Rete oncologica regionale

PIANO ONCOLOGICO REGIONALE

Bullian a sostegno del piano della Rete oncologica regionale

Di redazione • Pubblicato il 19 Gen 2025
Copertina per Bullian a sostegno del piano della Rete oncologica regionale

Secondo il consigliere «Il Piano segue la normativa nazionale e già anticipa le scelte dei cittadini di affidarsi ai centri maggiori e specializzati per le cure più complesse».

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«Il Piano della Rete oncologica regionale contiene analisi complesse basate su una solida bibliografia scientifica internazionale, segue la normativa nazionale e formula conseguenti proposte che – in alcuni casi – sono largamente intuitive e già anticipate nei fatti dalle scelte dei cittadini, come quello di affidarsi ai centri maggiori e specializzati per le cure più complesse», afferma Enrico Bullian, consigliere regionale del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg.

«Questa revisione dell’originario Piano del 1998 attende ormai da quasi trent’anni: un’eternità. Le fasce medio-alte della popolazione in autonomia optano già per gli ospedali più specializzati, ma con il Piano si vogliono creare percorsi pubblici indispensabili in particolare per le fasce più vulnerabili, i diseredati della terra, some si sarebbe detto. I punti di forza del Piano sono la completa gestione del malato oncologico nel perimetro della sanità pubblica, il miglioramento degli standard di qualità e sicurezza degli interventi più delicati per i cittadini-pazienti, che significano una maggiore e migliore aspettativa di vita».

«Per ottenere questi obiettivi - prosegue Bulian - è necessaria anche la riorganizzazione-concentrazione delle chirurgie oncologiche (e alcune andranno chiuse), interventi che rappresentano l’1 per cento del percorso di cura del paziente oncologico. Viceversa, la gestione di tutte le fasi non acute è importante rimanga negli ospedali di prossimità e così nessun ospedale verrà chiuso. Questo è quanto contenuto nel Piano. Oggi potenzialmente si operano quasi tutti i tumori in quasi tutti gli ospedali. Ma la logica del “tutto dappertutto” non regge più: la qualità della nostra rete oncologica regionale – attualmente – non è valutata fra le migliori d’Italia».

«Le critiche al Piano si sono focalizzate sulla riorganizzazione delle chirurgie oncologiche, spesso promosse da una parte della categoria professionale. Apparentemente tutti d’accordo nel concentrare, poi quando si propone che alcuni interventi chirurgici non vengano più svolti nell’ospedale sotto casa, si manifesta il dissenso con il politico di turno a cavalcare la protesta. Non penso però sia un’interpretazione corretta del ruolo da Consigliere regionale quella di difendere la Chirurgia oncologica del singolo ospedale, magari a scapito della sicurezza e qualità dell’intervento. I criteri scelti per la concentrazione delle chirurgie oncologiche sono scientifici e tecnici ed è sbagliato dare una lettura territoriale di un Piano regionale».

«In definitiva, il focus lo teniamo sugli interessi dei cittadini-pazienti oncologici o delle corporazioni di categoria? Siamo consiglieri regionali o facciamo il sindacato della nostra Circoscrizione elettorale e dei chirurghi oncologici? La società è già più avanti delle istituzioni e il cittadino interessato da un tumore tende a rivolgersi ai centri specializzati. Inoltre stiamo parlando di un Piano triennale che prevede un monitoraggio semestrale per effettuare tutti i correttivi che possono rientrare in questa autentica riforma di struttura. Se non subirà stravolgimenti e al di sopra dei tatticismi politici di basso cabotaggio, pur stando all’opposizione, io garantirò il mio sostegno al Piano, essendo certo della sua correttezza generale volta al miglioramento della cura del paziente e all’aumento degli anni di vita, come hanno già dimostrato esperienze di Regioni più avanzate sul tema, come Veneto e Toscana», conclude Bullian.

«Un esempio: nella popolazione del Fvg ci sono stati mediamente una sessantina di interventi chirurgici per il tumore al pancreas all’anno nel biennio 2022-23, divisi su 4 ospedali, con una ventina di pazienti che hanno già scelto centri fuori Regione. Uno dei parametri che si utilizza è la soglia minima di interventi che si dovrebbe raggiungere, che nel caso specifico è di 30 e nessuno dei 4 ospedali la raggiunge. Il piano prevede la concentrazione di questi complessi interventi nell’ospedale Hub di Udine, magari con la prospettiva di diminuire la ventina di fughe fuori Regione. La stragrande maggioranza dei cittadini non avrà mai bisogno di questo intervento ma, nel caso di necessità, non sarà significativo in quale città regionale verrà operato il tumore al pancreas, ma con quali standard. Non vorrei che per un mal posto problema di difesa territoriale del proprio ospedale di prossimità sfumasse una riforma che è rimasta in bozza già in due precedenti legislature».


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