«All'Ausir i sindaci del centrodestra locale sono fuggiti», l'accusa di Bullian non passa inosservata

«All'Ausir i sindaci del centrodestra locale sono fuggiti», l'accusa di Bullian non passa inosservata

Botta e risposta

«All'Ausir i sindaci del centrodestra locale sono fuggiti», l'accusa di Bullian non passa inosservata

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 30 Mag 2022
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Da Monfalcone Cisint bolla l'uscita del collega di Turriaco come «campagna elettorale regionale anticipata».

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“Scovassa sì, scovassa no”. Se Elio e le Storie tese conoscessero il bisiaco e si trovassero a dover commentare musicalmente il botta e risposta di questi giorni sulla questione Ausir, Tari e, in sostanza, le immondizie nel territorio.

A lanciare il sasso è Enrico Bullian, sindaco di Turriaco. “I nostri sindaci che dovrebbero rappresentarci lasciano decidere agli altri comuni del resto della Regione il Piano Economico Finanziario che produrrà la Tari nei comuni dell’Isontino”, racconta.

Volendo andare con ordine, all’Assemblea Regionale di Ambito dell’Ausir, ovvero dell’Autorità Unica per i Servizi Idrici e i Rifiuti del FVG, siedono quattro comuni del territorio, tre di centro-destra, Monfalcone, Gorizia, Cormons, e uno di centro sinistra, San Pier d’Isonzo. Quando, il 26 maggio, all’Assemblea Regionale di Ambito dell’Ausir si dovevano votare due delibere fondamentali per il futuro della società partecipata pubblica Isontina Ambiente, i comuni di centro destra che rappresentano il Goriziano, Monfalcone, Gorizia, Cormons, “si danno alla macchia. I nostri ‘capitani coraggiosi’, Cisint, Ziberna e Felcaro, fuggono dalle proprie responsabilità, come il re a Brindisi nel ‘43! A riscattare, se non l’orgoglio, almeno il senso di responsabilità è il comune di San Pier d’Isonzo, con il vicesindaco Michele Fappani che è l’unico amministratore del territorio a sostenere l’operazione necessaria a garantire il ri-equilibrio economico-finanziario della società”.

“Dopo aver condotto da tempo una melina ingiustificabile su Isontina Ambiente e Ausir, i comuni isontini di centrodestra non si assumono l’onere dell’unica scelta possibile e lasciano che altri salvino la situazione, compromessa a causa della volontà di dilazionare le decisioni da molti mesi. Risultato è che una società come Isontina Ambiente, che fino al 2019 produceva utile, vive una situazione critica, con dei ratei non riscossi dai comuni per oltre 1,6 milioni di euro, una perdita di quasi 400mila euro nel 2020 e una ben maggiore che si sarebbe prodotta nel 2021, ovvero 1,2 milioni di euro e ripresentata negli anni successivi, stimata a circa 1,5 milioni di euro”, prosegue Bullian.

“Per riequilibrare almeno gli anni 2021 e 2022 e seguenti sono state necessarie le due delibere approvate nell’Assemblea regionale di Ausir del 26 maggio, che sono state precedute da una vivace assemblea dei soci di Isontina Ambiente, dove Monfalcone ha votato da sola contro la delibera, dimostrando per l’ennesima volta il proprio isolamento, come per il caso dell’archivio del Ccm”, così ancora Bullian.

Per quanto riguarda Isontina Ambiente “c’è un Amministratore unico, Giulio Tavella, che ragionevolmente aveva a più riprese richiesto che si giungesse a questa decisione, dal momento che altrimenti la società non riusciva a coprire i costi di funzionamento. Per questo sosteniamo la decisione e critichiamo chi, come l’assessore Venni ha fatto a più riprese, da tempo parla di razionalizzare i costi, senza mai spiegare tagliando o migliorando cosa. Un atteggiamento da parolaio, chiacchiere e distintivo. Abbiamo atteso lungamente proposte e alternative, che non sono mai arrivate. Se si pensa che la società sia mal gestita, allora che il centro destra, che detiene una larga maggioranza delle quote sociali, tragga l’unica conclusione possibile: sfiduciare i vertici e presentare un programma di riorganizzazione aziendale”.

Non si è fatta attendere la risposta di Anna Cisint. “Sembra che il centro-sinistra sia costantemente al lavoro per favorire il percorso elettorale dei loro colleghi di partito e, per certi sindaci, intravedo anche un inizio di campagna elettorale per le regionali”, sottolinea il sindaco uscente di Monfalcone.

“Perché non si impegnano come facciamo noi per mantenere basse le tasse? Preferiscono rilasciare dichiarazioni infondate anche laddove le circostanze sono palesemente diverse. Ancora una volta la sinistra conferma di essere a favore dell'aumento delle tasse e anziché porsi il problema dell'aumento insostenibile dei costi di un servizio fondamentale come questo e avalla “senza se e senza ma” i rincari scaricandoli sui Comuni e sui loro cittadini”.

“Noi abbiamo contestato la formazione del pef, e quindi la sua proposta, sin da subito in maniera chiara e limpida, controllando in maniera puntigliosa ciò che fa la società di gestione; e, anche quest'anno, esattamente come lo scorso anno, abbiamo ufficialmente contestato il piano economico finanziario non riconoscendo alcuni dei costi che sono stati applicati a parità di servizi e anche la scarsa trasparenza. Come Comune di Monfalcone – conclude - abbiamo infatti approvato la scorsa settimana una delibera con cui confermiamo che le tariffe 2022 restano invariate, al pari del 2021. Qui la tari non cresce”. 

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