Brda lancia il progetto della nuova ciclabile per Nova Gorica e scommette sul futuro della bici

Brda lancia il progetto della nuova ciclabile per Nova Gorica e scommette sul futuro della bici

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Brda lancia il progetto della nuova ciclabile per Nova Gorica e scommette sul futuro della bici

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 07 Mar 2021
Copertina per Brda lancia il progetto della nuova ciclabile per Nova Gorica e scommette sul futuro della bici

L'opera unirà cinque comuni e passerà per corso Italia a Gorizia, con un investimento da 1,6 milioni di euro. Progetto pronto in due anni.

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Sarà un tracciato immerso nella natura del Brda e del Collio quello che collegherà Castel Dobra (Dobrovo) a Nova Gorica. Un tracciato di circa una ventina di chilometri, che si svilupperà dalla Slovenia e passerà lungo cinque comuni: il già citato Brda, San Floriano del Collio, Mossa e da qui il collegamento con la presente FVG3 che passa per il Preval, arrivando a Lucinico e quindi a Gorizia e Nova Gorica. Il percorso passerà anche lungo la passerella che collega Piedimonte con Straccis, attualmente chiusa per rischi alla struttura ma che potrebbe riaprire, almeno parzialmente, entro la fine dell’anno.

Il disegno si inserisce nel quadro delle piste ciclabili regionali della Slovenia, con l’obiettivo di collegare il centro del Collio sloveno con il capoluogo del Goriziano. “C’erano alcune condizioni da rispettare - spiega Dejan Rusjan, responsabile dell’ufficio tecnico di Brda, ente promotore del progetto - ad esempio la lunghezza non superiore a 20 chilometri e la maggior parte del tracciato in pianura. Uniremo il nostro comune con Nova Gorica e abbiamo quindi fatto diverse ipotesi”. Tra queste, c’era il disegno di passare per il monte Sabotino, per poi puntare sulla strada che va dal municipio di Castel Dobra e passa per il valico di Vipolzano.

L’utilizzo di percorsi già segnati aiuterà a limitare il consumo di suolo, recuperandone alcuni ormai in disuso. “Da Lucinico seguiremo la ferrovia, per arrivare fino a Piedimonte. Useremo poi il ponte ciclopedonale sull’Isonzo, collegandoci quindi alle piste già presenti a Gorizia. Si arriverà a corso Italia, per poi proseguire sul progetto portato avanti dal Gect che, già da quest’anno, collegherà fino al confine con Nova Gorica” lungo via del Santo Gabriele. Ecco infine l’approdo a Nova Gorica. Sarà un percorso studiato per chi usa la bici ogni giorno per andare al lavoro, a scuola o semplicemente per spostarsi, oltre che per il cicloturismo.

Una soluzione che punta alla mobilità sostenibile, anche in previsione di una diffusione sempre più ampia delle bici elettriche. “Questa strada sarà alternativa all’uso dell’auto - sottolinea Rusjan -, peraltro percorrendo una via che era già utilizzata in passato dai nostri nonni”. Fino alla divisione imposta dalla fine della Seconda guerra mondiale, infatti, era abitudine per gli abitanti del Collio di scendere verso Gorizia per fare acquisti: “È una pista ciclabile naturale”. A rendere il tutto su carta sono stati gli studi di architettura Stradivarie e Aporia. Poi partirà la gara d'appalto, dal valore complessivo di 1 milione e 600mila euro. Di questi, oltre un milione arriverà dall’Europa.

Il Gect contribuirà con 20.600 euro, a cui si sommano i fondi previsti da Lubiana (265mila euro) e quelli propri di Brda (276mila). Oltre all’aspetto quotidiano, questa infrastruttura sarà importante anche per il turismo: “Stiamo investendo molto sulla promozione del nostro territorio e siamo entusiasti per l’arrivo del Giro d’Italia”, previsto il 23 maggio nella tappa Grado-Gorizia. “In futuro, la bicicletta avrà un ruolo importante, forse com’era mezzo secolo fa”. Brda ha fatto richiesta per accedere ai finanziamenti europei e la risposta è attesa a breve. La raccolta della documentazione, inoltre, non è stata semplice: se dal fronte sloveno il soggetto è un solo, da quello italiano sono diversi, complicando un po' l'iter.

“Abbiamo richiesto anche la collaborazione di un esperto per la sicurezza del traffico, che ha provato e filmato tutto il tracciato”. Da qui sono poi partite le direttive per abbassare il più possibile il livello di rischio. “È stato un lavoro lungo e difficile, ora dovrà decidere anche Lubiana, con un’apposita commissione. Speriamo che la nostra domanda venga accolta”. La previsione è di completare l’intera opera in due anni, iniziando con i lavori già dalla seconda metà del 2021. Tra le parti da realizzare, c’è quella che dal confine di Vipolzano arriva fino a Dobrovo, allargando la carreggiata già esistente. Ora si può solo attendere la decisione nel ministero competente sloveno.

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