Bisio e la vita raccontata male, immagini e storie al Verdi di Gorizia

Bisio e la vita raccontata male, immagini e storie al Verdi di Gorizia

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Bisio e la vita raccontata male, immagini e storie al Verdi di Gorizia

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 12 Feb 2022
Copertina per Bisio e la vita raccontata male, immagini e storie al Verdi di Gorizia

Il testo di Francesco Piccolo racconta le emozioni e le paure, in un'Italia che cambia con gli italiani.

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Le storie di ognuno di noi rappresentano uno specchio dei tempi. Forme e immagini che si trasformano mano a mano che i nostri volti, le nostre mani, le nostre emozioni cambiano i propri contorni. Raccontare tutto ciò, tenendo il timone degli eventi, non è però facile e si rischia di venir trascinati dai ricordi, in un’esplorazione inedita che svela pagine del proprio io. È quello che succede a Claudio Bisio in “La mia vita raccontata male”, andato in scena ieri al Teatro Verdi di Gorizia e atteso in replica questa sera.

La verve dell’attore si mischia al testo acuto firmato da Francesco Piccolo, in un’immersione nel secolo scorso tra Carosello e primi amori, timori esistenziali ed epifanie politiche davanti alla televisione. Sono le vicende di un italiano nato a ridosso del boom economico, quando le serate della Rai avevano le gemelle Kessler come icone mentre là fuori scoppiavano la violenza e le contestazioni giovanili. Nel focolare domestico, i timori più grandi sono invece quelli di non bere l’acqua dopo il latte, sfuggendo possibili acidità di stomaco.

Bisio cresce nel racconto ma poi torna ragazzino, narra le sue prime avventure come attore ma poi c’è sempre il ricordo di quel momento da bambino con suo papà. Come quella notte del 1974, quando le due Germanie si sfidarono ai Mondiali e a vincere furono quelli con le magliette azzurre tristi, con un gol che fece sussultare gli animi. “In quel momento io capì troppo poco, mio padre troppo” è la sintesi di come, da quel momento, il rapporto genitore-figlio si sarebbe immancabilmente trasformato, macchiato della diversità di vedute sul mondo e sulla politica.

Le parole di Piccolo sono quelle che hanno già trovato spazio nei suoi libri, a partire da “Il desiderio di essere come tutti”, con la musica di Marco Bianchi e Pietro Guarracino. Esperienze di vita che portano lo spettatore a empatizzare ma anche a respingere certi comportamenti, come una genitorialità divisa tra la figlia naturale e quello adottato, seppur l’amore pervada la casa in ogni suo angolo. E lo show diventa ancora più show con il sipario calato e rialzato, con Bisio che va oltre quella quarta parete fino ad allora mai esistita, rendendo la platea parte integrante dell’opera.

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