Gorizia, big del Terzo polo nello sprint di Maran: «Noi per il cambiamento»

Gorizia, big del Terzo polo nello sprint di Maran: «Noi per il cambiamento»

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Gorizia, big del Terzo polo nello sprint di Maran: «Noi per il cambiamento»

Di Lisa Duso • Pubblicato il 31 Mar 2023
Copertina per Gorizia, big del Terzo polo nello sprint di Maran: «Noi per il cambiamento»

L'aspirante presidente spinge sul voto, «la destra non fa altro che alimentare la paura». Richetti: serve il nucleare.

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È in chiusura del percorso verso le regionali che il Terzo Polo ha deciso di ripercorrere i propri passi, ricordando i valori fondamentali e la lotta che vuole portare avanti. Per un’Italia che - secondo il candidato presidente Alessandro Maran – si trova nel baratro di una politica populista, che vuole incutere timori inesistenti pur di favorire la propria linea decisionale. “Siamo di fronte ad un’Italia che fugge dal suo futuro e sta alla politica il compito di portare il Paese verso la modernità”, le sue parole al Palace Hotel di Gorizia.

“Siamo pronti a metterci in campo con la nostra progettualità e il nostro stile”: uno stile che il deputato triestino di Italia viva Ettore Rosato ha spiegato essere ben lungi da mera accuse slegate da proposte concrete. Si sono detti lontani da logiche di destra o di sinistra, ma pronti a rappresentare un’alternativa, per porsi in campo con una politica pragmatica per “porre la Regione al centro”.

“Noi non nascondiamo i problemi sotto al tappeto come Fedriga” ha voluto sottolineare il vicepresidente della Camera dei deputati. Ed è di questi problemi che si è voluto parlare: cultura, sanità, mancati finanziamenti alle imprese, insufficienti tentativi di una svolta green. Una sanità che vede una drammatica corsa ai posti del privato e un depauperamento del pubblico, ormai un “servizio in ginocchio” come definito da Matteo Ricchetti. Il parlamentare riprende anche il tema energetico: “Necessario il nucleare per il raggiungimento di emissioni 0”.

A questi si aggiunge la nomina a Capitale europea della Cultura, verso cui “manca una spinta regionale forte”. Ma la vera critica di Ricchetti si rivolge ad una politica del “contenzioso ideologico”, uno scontro che mira a mere accuse prive di approfondimento. Una politica che si concentra su ciò che assicura i voti dimenticando invece ciò che è veramente necessario per il Paese. “Non una politica di critica dell’operato altrui – afferma – ma siamo pronti a sfidare i nostri avversari su ogni singola questione”.

“Immigrazione, scienza, salute, Unione europea… la destra non fa altro che alimentare la paura”, sostiene il candidato presidente Maran. Una paura che “tradisce la necessità di venire a patti con il cambiamento”, come quella che considera la campagna assurda della destra contro la carne sintetica. Non un comportamento inaspettato da una fazione che “invece di comprendere le necessità sa solo dire ciò che non vuole”.

Un bisogno di uno sguardo al futuro di cui anche Isabella De Monte sente la necessità: “Le scelte devono dipendere da conoscenza, competenza, voglia di aprirsi al mondo”. Propone uno spartiacque con il passato a cui l’Italia sembra essere ancora eccessivamente ancorata: un mutamento che solo il voto può portare. Una croce sul simbolo del Terzo Polo può “rappresentare un cambiamento, un’inversione di marcia”, grazie a “consiglieri regionali che possono portare qualcosa di diverso rispetto a ciò che vediamo ora”, la promessa lasciata dalla deputata della Repubblica.

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