Biciclette rimosse in via Blaserna, Percuzzi protesta: «Servono rastrelliere, non multe e sequestri»

Biciclette rimosse in via Blaserna, Percuzzi protesta: «Servono rastrelliere, non multe e sequestri»

LE OSSERVAZIONI

Biciclette rimosse in via Blaserna, Percuzzi protesta: «Servono rastrelliere, non multe e sequestri»

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 09 Lug 2025
Copertina per Biciclette rimosse in via Blaserna, Percuzzi protesta: «Servono rastrelliere, non multe e sequestri»

Il consigliere di opposizione chiede più rastrelliere, verifiche serie sui mezzi abbandonati e più ascolto verso i residenti, «necessaria una pianificazione».

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È bastato un intervento della Polizia Locale in via Blaserna a Monfalcone per riscaldare gli animi della politica locale, come gli altri, già messi a dura prova dalle alte temperature di questo periodo. Ieri mattina infatti, il Corpo Municipale affiancato dagli operai comunali, è intervenuto per rimuovere alcune biciclette considerate abbandonate. Un’operazione, appunto, che ha subito sollevato polemiche tra i residenti della zona.
Secondo alcune testimonianze, tra i mezzi portati via figurano anche biciclette usate quotidianamente da bambini del quartiere e da operai che le utilizzano per recarsi al lavoro. 

«Un episodio che non solo alimenta la rabbia dei cittadini – commenta il consigliere comunale di minoranza Michela Percuzzi - ma riporta alla luce una criticità ben nota: la cronica mancanza di rastrelliere e parcheggi sicuri per le biciclette, soprattutto nelle zone popolari e nelle aree più periferiche». «In molte strade dalla città, i cittadini sono costretti a legare le biciclette a pali, ringhiere o sotto i portici, in assenza di spazi idonei – continua l’esponente civica di Insieme con Moretti - di una situazione che espone i mezzi al degrado, ai furti e, come accaduto ieri, alla rimozione forzata da parte del Comune». 

E ancora Percuzzi: «È paradossale che in una città che si dichiara attenta alla mobilità sostenibile, si proceda con questi interventi senza prima garantire alternative concrete. Per molti cittadini, in particolare per gli operai che lavorano nei cantieri navali e nelle aziende della zona, la bicicletta non è una semplice scelta ecologica ma una necessità quotidiana».

Quindi la richiesta: «Servono più rastrelliere, più attenzione nell’accertare se i mezzi siano davvero abbandonati e più ascolto verso i residenti. Colpire chi usa mezzi alternativi all’auto, senza offrire soluzioni, significa penalizzare le fasce più deboli della città. Serve buon senso e una pianificazione concreta, non blitz che aggravano il disagio nei quartieri già in difficoltà».

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