LA REPLICA
«Basta divisioni, servono servizi per tutti»: Morsolin e Saullo contestano le tesi di Cisint sugli stranieri

Per i candidati di Monfalcone Civica e Solidale «la città ha bisogno di soluzioni, non di scontri ideologici».
Cristiana Morsolin e Alessandro Saullo, candidati di Monfalcone Civica e Solidale, replicano alle esternazioni di Cisint sul rapporto tra il Centrosinistra e gli stranieri a Monfalcone. «Le esternazioni di Cisint, sono parte dell’assurdo clima che si è creato in questa città negli ultimi due anni – osservano i consiglieri uscenti - oggi non trova di meglio che prendersela contro una lista che ha correttamente e democraticamente presentato le firme per partecipare alle elezioni comunali, facendolo tra l’altro fuori dal centrosinistra. Così Cisint non fa altro che caratterizzare la sua campagna elettorale come una monotona prolusione contro gli stranieri. Peccato che in questo caso siano cittadini italiani, riconosciuti tali dalle leggi dello stato». La città ha quindi bisogno di altro e non di «una guerra di religione inventata». Più servizi dunque, «per le persone anziane, per i giovani e per le donne, ancora fanalino di coda per le paghe».
«Troviamo assurdo dover ribadire che garantire a tutti e tutte il diritto di presentarsi alle elezioni è una condizione fondante della democrazia e che fare un intero comunicato lamentandosi di questo è già un segnale di debolezza – sottolineano i candidati civici - ma siamo al limite del ridicolo quando Cisint, dopo nove anni di governo, tenta di dare responsabilità al centrosinistra. Di cosa? Del clima di scontro culturale e religioso? Un clima di scontro alimentato da lei in questi anni, sulla religione, sulla cultura, sui luoghi di preghiera. Uno scontro portato avanti non senza un evidente tornaconto elettorale, che la ha portata sulle Tv nazionali e poi al parlamento europeo, con un effetto dirompente sulla percezione esterna della città».
Critiche anche su sanità, lavoro, diritto alla casa e servizi per le donne. «Tutti buoni per la sua campagna elettorale ma senza concreti risultati. Né sulla qualità del lavoro, né sui servizi per le donne, né sulla accessibilità del mercato degli alloggi e nemmeno, è giusto dirlo, sul numero di nuovi cittadini nei luoghi di lavoro, negli asili e nelle scuole».
«Se oggi, dinanzi agli occhi di tutti, ci sono due città che non si parlano – continuano Morsolin e Saullo - è stato anche perché chi aveva le chiavi del potere politico ed amministrativo non è stata capace di mediare e trovare soluzioni in una città difficile, ma dove il grande numero di persone di origine straniera è una realtà, che l’ideologia, come abbiamo visto, non farà scomparire. Cisint vuole continuare a parlare dei cavalli di battaglia che la hanno portata a far parte del gruppo più di destra del parlamento europeo. Lo fa persino a scapito dei suoi alleati, con il povero Fasan che ancora stenta a prendere la parola in sua presenza, o con nomi di peso della destra che hanno deciso di non candidarsi: Garritani e Del Pizzo. La destra Monfalconese non ha spazio per i moderati, ma solo per i patrioti».
«La nostra lista ha provato a mettere insieme le diverse anime della città, senza polarizzare lo scontro tra persone di origine italiana e persone di origine straniera – concludono - anzi creando uno spazio di discussione, ascolto e solidarietà. È una risposta di civiltà e di unità, che tiene conto di una città dove i bambini nelle scuole sono in gran parte figli di stranieri, e dove la sfida difficile di essere attraversati da culture e religioni differenti va affrontata con buon senso e senza radicalismi».
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