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Bambini senza scuolabus per doposcuola sloveni a Gorizia, Skgz: «Inaccettabile»
L’Unione culturale economica slovena interviene sul mancato collegamento in bus per i doposcuola sloveni: «90 bambini esclusi dal servizio».
Interviene anche l’Unione culturale economica slovena (Skgz) sui disservizi annunciati quest’anno riguardo allo scuolabus per i doposcuola in lingua slovena a Gorizia. Per il presidente provinciale del sodalizio, Marino Marsič, «le ragioni per cui quest'anno il Comune di Gorizia non è riuscito a predisporre il trasporto dei bambini che frequentano le scuole slovene verso i doposcuola non sono del tutto plausibili».
Rilevando come la cronica carenza di scuolabus e di autisti sia un problema ben noto, l’Unione ricorda che «al bando comunale non ha partecipato nessun fornitore e anche l'affidamento diretto del servizio non è andato a buon fine. Le ragioni vanno perciò ricercate nelle caratteristiche e nel valore del bando, che sono evidentemente poco interessanti per i potenziali partecipanti. Durante la riunione della Consulta per la minoranza linguistica slovena presso il Comune di Gorizia, l’assessore preposto ha assicurato che non si tratta di una scelta politica».
In ogni caso, «rimane il fatto che 90 bambini che frequentano le scuole e i doposcuola in lingua slovena sono rimasti senza questo essenziale servizio pubblico. L’amministrazione comunale ha scelto quindi la soluzione più semplice ed economica interrompendo il servizio e danneggiando così le famiglie. Un nuovo bando di gara dovrebbe essere predisposto per il prossimo anno scolastico, ma non vi è alcuna garanzia che qualche soggetto vi aderisca».
Per Marsič, «l’unica soluzione proposta dall'amministrazione comunale è, per validi motivi, inaccettabile e offensiva per le famiglie. Dobbiamo sottolineare che per i bambini che frequentano le scuole italiane e il doposcuola presso l'istituto comunale il servizio è rimasto invariato. Ciò potrebbe anche essere interpretato come una certa discriminazione da parte dell’amministrazione comunale nei confronti di parte dei propri cittadini, il ché sarebbe un dato davvero preoccupante, tanto più nel contesto transfrontaliero della Capitale europea della Cultura e del suo messaggio di amicizia e cooperazione».
«L'amministrazione comunale ha finora rifiutato ogni soluzione alternativa, compreso un piccolo aggiustamento del percorso dello scuolabus, che da Piuma e via Brolo va a Piedimonte, modifica che non influenzerebbe in alcun modo l'orario degli scuolabus. Encomiabili sono pertanto gli sforzi del Dijaški dom e del Mladinski dom che hanno annunciato un ulteriore sforzo per sopperire a tale lacuna. Per entrambe le istituzioni questo però significa maggiori costi e un adeguamento delle attività del doposcuola, ma soprattutto l'assunzione di tutte le responsabilità inerenti la sicurezza dei bambini».
Il presidente ricorda poi «che davanti alla scuola elementare Župančič (nella foto) di via Brolo nell’ora di uscita ci si trova di fronte ad un vero e proprio collasso del traffico, perché oltre allo scuolabus e otto pulmini, ci sono almeno 40 automobili ad aspettare i bambini. Su chi ricadranno le responsabilità in caso di un malaugurato incidente?» Da qui la richiesta al Comune «di garantire un trasferimento sicuro e confortevole dei bambini dalla scuola ai centri doposcuola, compresi quelli in lingua slovena. Da parte sua l’associazione apicale degli sloveni in Italia seguirà da vicino anche la predisposizione del nuovo bando di gara».
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