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Bambini e ragazzi vendemmiano a Cormons, torna il Vino della Solidarietà

I ragazzi dell'Anffas hanno partecipato alla raccolta e divisioni delle uve, per il decimo anno consecutivo nascerà il Vino della Solidarietà.
Come di consueto, anche la vendemmia 2023 ha visto i ragazzi e gli operatori dell’Anffas di Gorizia raccogliere l’uva, quest’anno sotto il cappello della “vendemmia turistico-didattica”. Nei giorni scorsi, accompagnati dal personale del Centro diurno coordinato, della Cantina Produttori Cormòns e da Luca Bazzeo, si sono recati nella vigneto nel quale si raccolgono le uve che concorrono a produrre il Collio bianco, che per il decimo anno consecutivo diventerà il “Vino della Solidarietà”.
Al termine, il direttore generale Alessandro Dal Zovo ha accolto e salutato gli utenti disabili dell’Anffas, grazie ai quali prosegue questo progetto che si rivolge al sociale e che viene valorizzato dall’etichetta che ogni anno viene realizzata da un artista locale, individuato grazie all’impegno e alla passione di Franco Dugo. Proprio domenica primo ottobre, al primo classificato di ognuna delle sei classi della regata di imbarcazioni d’epoca “Raduno città di Trieste”, è stata consegnata una bottiglia di “Vino della Solidarietà” 2021.
Un gesto che si rinnova dal 2018, molto apprezzato sia dai velisti che dallo Yacht Club Adriaco per il duplice messaggio che contiene: di impegno sociale e di omaggio all’arte contemporanea. Un’altra vendemmia didattica ha visto ospiti della Cantina Produttori i giovani studenti della Udine International School. Finalmente dopo quattro anni in cui le restrizioni causate dal Covid avevano limitato diversi spostamenti e molte uscite didattiche, i bambini e le bambine della classe seconda sono potuti tornare a Cormòns presso la Cantina Produttori per fare un’esperienza meravigliosa di outdoor learning: la vendemmia.
«Con l’emozione nel cuore e la voglia di scoprire cosa significa vendemmiare – racconta la maestra Sara Musina -, i piccoli raccoglitori si sono dati subito un gran da fare per mettere l’uva nei secchi, riversarla nei tini e, infine, pigiarla con i piedi come si faceva un tempo. Tutto questo sotto l’attenta supervisione e l’aiuto del direttore generale Dal Zovo e degli operatori della Cantina, che con tanta pazienza hanno spiegato ai bambini la differenza tra le uve, che cos’è il mosto, come si faceva il vino una volta e come si fa oggi. I bambini hanno potuto vivere un’autentica esperienza di apprendimento all’aperto immersi nella natura, un’esperienza che non dimenticheranno».
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