L'Austria guarda al futuro della linea Transalpina, «investire oltre il 2025»

L'Austria guarda al futuro della linea Transalpina, «investire oltre il 2025»

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L'Austria guarda al futuro della linea Transalpina, «investire oltre il 2025»

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 25 Mar 2023
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Interesse espresso dal consigliere del Consolato d’Austria di Trieste, Gianfranco Biondi. La storia del collegamento.

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Lunga 144 chilometri, dalle Alpi Giulie fino al mare di Trieste, e costruita in soli cinque anni, tra il 1901 e il 1906, “ancora oggi la Ferrovia Transalpina – le parole del consigliere del Consolato d’Austria di Trieste Gianfranco Biondi – è un vero e proprio diamante, su cui si può investire tranquillamente oltre il 2025”. È stato sottolineato così, al convegno internazionale sulla Transalpina di ieri pomeriggio a Gorizia, il pieno interesse dell’Austria allo sviluppo della ferrovia, anche attraverso l’altro Gect del territorio: l’Euregio, composto dal Friuli Venezia Giulia, dalla Carinzia e dal Veneto.

Un interesse, quello regionale, ribadito anche dall’assessore al Patrimonio del Friuli Venezia Giulia Sebastiano Callari, che vede grandi potenzialità nello “sviluppo della croceristica nel golfo di Trieste, in connessione con quello dei viaggi in treno”. “Costruita nelle terre dell’ex Impero austro-ungarico, già allora – l’osservazione di Callari – c’era l’idea di un’Europa, sebbene diversa da quella attuale”. Il convegno “Transalpina-Bohinjska proga: ritorno al futuro” è stato organizzato dal Centro ricerche turismo cultura (Crtc) con il patrocinio del Consolato onorario d’Austria di Trieste, del Comune di Gorizia e dell’Università di Udine.

Proprio in un’affollata Aula magna del Polo universitario di via Santa Chiara sono stati chiamati gli esperti Alessandro Puhali e Matjaž Marušič a illustrare la storia e le prospettive di potenziamento della celebre strada ferrata. Una linea che, come ha sottolineato l’assessore alla cultura di Gorizia Fabrizio Oreti, “per un gioco del destino, da oggi al 2026 potrà mettere in collegamento più Capitali europee della Cultura nella Mitteleuropa”, riprendendo quindi la funzione originaria per cui fu costruita l’infrastruttura. Il riferimento è all’Alpenbahnprogram, menzionato nel dettaglio da Puhali.

Il coordinatore del comitato Trasporti del Gect Go, nonché noto esperto di questo gioiello storico, ha subito ricordato lo scopo della linea tra Jesenice e Trieste: “Accorciare le distanze tra il Litorale austriaco e il Centro Europa”. L’impatto fu rilevante: la distanza tra Trieste e Salisburgo fu ridotta del 44 %, del 29 % con Monaco, del 15 % con Praga e del 9 % con Vienna. Trieste beneficiò di un grande boom grazie alla Transalpina. Ma il successo non si limitò al principale porto dell’impero. Non si può non ricordare come, alla realizzazione di quest’opera monumentale, fosse anche strettamente collegato lo sviluppo urbano, sociale ed economico di Gorizia e del suo territorio.

“Fu proprio grazie alla ferrovia che Grado esplose come meta turistica, passando da circa 11mila visitatori nel 1910 a quasi 18mila nel 1913”, ha affermato la presidente del sodalizio culturale e germanista Marina Bressan. “Gorizia e la sua Contea, all’epoca 'pensionopoli' dell’impero, richiamò un afflusso enorme di turisti e funzionari da tutto l’impero, richiamati dal clima e dalla buona cucina”, sempre Bressan, che ha rimarcato il ruolo di “ferrovia a vocazione turistica della Transalpina”. Senza dimenticare quindi gli effetti sullo sviluppo del “Regno del Tricorno” – l’Alta Carniola – e di Bled grazie al turismo alpino.

“Non a caso bisogna ricordare come proprio per questa visione, nel 1907 le politiche per lo sviluppo del Turismo furono affidate al Ministero dei lavori pubblici austriaco”, ha affermato la germanista, plaudendo alla lungimiranza dei governi dell’epoca. Una lungimiranza che Marušič – esponente del Consorzio per la Transalpina, nonché membro del Comitato Trasporti del Gect – ha auspicato possa tornare per rilanciare l’infrastruttura. “È più facile costruire una ferrovia attraverso le Alpi, che superare vecchie dispute”.

Citando lo scrittore ceco Jaroslav Rudiš l’esperto sloveno ha voluto sottolineare l’attuale situazione della ferrovia, la quale, a causa di una grave miopia da parte dei vari soggetti transfrontalieri interessati, non ha sviluppato le interconnessioni necessarie per il superamento di ostacoli tecnici e burocratici. Oggi la rete è molto limitata per la mancanza di stazioni d’incrocio, pendii instabili, marciapiedi corti, bassi e stretti e strumenti di segnalamento obsoleti e non uniformi tra le varie stazioni. È in corso una fase di ammodernamento, anche in vista del 2025, con diversi progetti lungo la rete.

La sfida è quella di rendere la Transalpina una rete ferroviaria regionale e moderna: la spina dorsale della mobilità sostenibile lungo l’asse ciclabile dell’Alpe-Adria. Per Go! 2025 sono stati previsti interventi a Most na Soči (Santa Lucia d’Isonzo), dove si creerà un punto intermodale tra rotaie, gomma e biciclette, oltre alla creazione di un sottopassaggio alla stazione di Nova Gorica. I treni merci saranno quindi dirottati su altre stazioni, come quella di Vrtojba, mentre finalmente sarà realizzata la lunetta di Šempeter per attivare il collegamento diretto con i treni provenienti da Venezia.

Grande rilevanza avranno i treni storici e turistici, guardando anche a esempi simili all’estero, come il Semmering in Austria. Si vorrà quindi offrire una mobilità efficiente sia per i residenti che per i turisti, senza trascurare il traffico merci e la logistica a sostegno dell’economia locale. Un’operazione già avviata con l’attivazione di una prima moderna motrice di fabbricazione svizzera per il trasporto passeggeri. Le potenzialità per il turismo sono evidenti anche grazie a esperienze positive come la collaborazione con la Pro Loco di Fogliano Redipuglia.

Cin questa sono stati già organizzati dei viaggi dedicati alla Memoria della Grande guerra, mentre è stato segnalato l’arrivo anche di treni di lusso dall’Austria. Le congratulazioni per l’organizzazione del convegno sono state espresse anche dal docente dell’Università di Udine Francesco Pitassio, in qualità di delegato del Centro polifunzionale di Gorizia, e da Tomaž Konrad, vicedirettore di Gect Go. Quest’ultimo ha voluto sottolineare i tre fattori strategici che rendono unico il territorio di Gorizia: “L’Isonzo-Soča, la transfrontalierità e la Transalpina, con tutto il suo patrimonio storico e architettonico”.

Foto Daniele Tibaldi

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