La situazione
L’Ausir dà ragione a Isa Ambiente, «costi giusti e servizio regolare»
Si chiude una vicenda di due anni tra Comune di Monfalcone e la partecipata. Bullian e Moretti incalzano, «atteggiamento ostruzionistico del centrodestra».
“Nelle scorse settimane è definitivamente entrata in vigore la delibera n. 37 del 12/9/23 dell’assemblea regionale d’Ambito di Ausir riguardante la chiusura del procedimento relativo all’istanza di revisione straordinaria infra-periodo del PEF 2023-2025 per il bacino tariffario di Monfalcone. Con la pubblicazione di questo atto, anche il Piano economico finanziario per la gestione dei rifiuti del Comune di Monfalcone, come già avvenuto per gli altri Comuni soci isontini, prevede aumenti delle tariffe. Giunge quindi a conclusione una vicenda che ha visto per mesi Cisint ergersi, strumentalmente, a paladina di cittadini e imprese contro Isontina Ambiente e contro gli altri Comuni soci che la compongono, confermando la correttezza da parte dell'azienda in termini di costi (non ulteriormente comprimibili) e puntualità del servizio svolto”.
Lo affermano i consiglieri regionali Diego Moretti (Pd) e Enrico Bullian (Patto per l'Autonomia-Civica Fvg), che ricordano come “i due anni di guerriglia mossi dalla sindaca di Monfalcone a Isa non hanno mai visto l'espressione di una proposta concreta su come abbassare i costi e/o migliorare i servizi, tant'è che a Cisint (rimasta in questa lotta da sola e isolata anche dagli stessi Comuni di centrodestra) oggi non resta che cavalcare la crociata contro i fedeli musulmani, rappresentando una realtà che non esiste”.
L’approvazione da parte dei sindaci componenti l’assemblea regionale di Ausir della delibera 37, continuano Moretti e Bullian, “fa giustizia rispetto a un atteggiamento sbagliato e irrispettoso delle norme e degli altri soci/Comuni. Dopo aver tentato di tutto (dalla richiesta di sospensioni, a memorie tecnico-politiche, minacce di ricorsi e controricorsi, audizioni nella commissione di controllo comunale, prima negate e poi volutamente ritardate) pur di non far approvare da Ausir il Pef dell’ambito isontino (necessario ai fini dell’approvazione della Tari da parte di ciascun Comune), alla fine le cose sono andate in maniera del tutto diversa e, fortunatamente, giustizia è stata fatta nei confronti dei cittadini dei comuni isontini”.
E ancora, continuano, “la stessa delibera di Ausir fa due passaggi che meritano di essere ripresi, a conferma della strumentalità di tale posizione: il primo riguarda il fatto che "...il Comune di Monfalcone non ha provveduto a riscontrare la richiesta di Ausir (prot. n. 818/2023) trasmettendo la dichiarazione di veridicità dei dati di aggiornamento di propria competenza...", mentre il secondo riguarda il fatto che Ausir ha potuto validare i soli dati forniti dal gestore (Isontina Ambiente) non potendo validare i dati del Comune di Monfalcone, in assenza della dichiarazione di veridicità del sindaco. Un atteggiamento davvero grave. Si conferma quindi che la maggioranza consiliare monfalconese in questi anni ha manifestato un atteggiamento contrario al principio di legge, determinato dai commi 639, 651 e 654 della Legge n. 147 del 27/12/2013 e dall’articolo 2, comma 2 del Regolamento di cui al DPR n. 158/1999, che impone di inserire nel costo della TARI tutti i costi del servizio di gestione dei rifiuti urbani. Infatti, il Comune non inserisce all’interno della Tari costi per circa 600mila euro all’anno, chiedendo al gestore ISA Ambiente di fatturare separatamente dal corrispettivo del Pef questi costi, che il Comune copre con la fiscalità generale, destinando quindi a questo scopo risorse che dovrebbero coprire altri servizi”.
“Infine - concludono - non possiamo non rilevare come questo atteggiamento dilatorio e ostruzionistico del centrodestra monfalconese non abbia avuto alcun fondamento tecnico-giuridico, ma solo politico, teso a screditare l’operato degli altri Comuni e della stessa società di gestione del servizio rifiuti, pure nominata nella sua governance di vertice dal centrodestra e dallo stesso sindaco di Monfalcone. Cisint rifletta su questo: ha ingessato per un lungo periodo l’operato dei vertici di Isa, senza ottenere alcun beneficio né per i suoi cittadini né per la società partecipata”.
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