Ater rimette a nuovo 20 alloggi popolari a Monfalcone, intervento da 1 milione di euro

Ater rimette a nuovo 20 alloggi popolari a Monfalcone, intervento da 1 milione di euro

L'intervento

Ater rimette a nuovo 20 alloggi popolari a Monfalcone, intervento da 1 milione di euro

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 28 Gen 2022
Copertina per Ater rimette a nuovo 20 alloggi popolari a Monfalcone, intervento da 1 milione di euro

Il presidente Russiani annuncia che sarà seguito da altre ristrutturazioni in provincia. Il sindaco Cisint rimarca, «ora nessuno vive più nei garage o in auto».

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Sono le Case Spaini, ovvero una ventina di alloggi – 24 inizialmente ora ridotti a 20 vista la presenza dell’ascensore aggiunto alla struttura – in via Valentinis 70 a Monfalcone. Un intervento da 1 milione e 362.877 euro con il contributo della Legge Regionale 1/2016 ha consentito di ridare nuova vita alla palazzina Ater con una manutenzione straordinaria. Dieci gli alloggi per ogni vano scala.

“La progettazione, la direzione lavori e la sicurezza – sottolinea il presidente di ATER Gorizia, Fabio Russiani – sia in fase di progettazione che di esecuzione, sono state svolte internamente da personale dell'Area Tecnica - Servizio progettazione ed esecuzione lavori, a dimostrazione dell’eccellente livello di preparazione e competenza degli uffici di ATER Gorizia. Per questo desidero ringraziare tutti i collaboratori e, in particolare, gli ingegneri Alessandra Gargiulo, il responsabile unico del procedimento, e Renato Mattiussi, progettista, direttore dei lavori e coordinatore per la sicurezza”.

Russiani ha poi puntato l’attenzione sulla tecnologia. “Siamo passati da una classe energetica bassissima a una performante e mettendo molto spazio sia per famiglie mono nucleo che per quelle più numerose. C’è spazio per vivere ma anche la tecnologia fa da padrona: c’è la possibilità di mettere gli impianti da cucina a induzione non utilizzando il gas. In ogni caso non abbiamo sfruttato il suolo”.

In un comune con una densità abitativa molto alta, il terzo in regione dopo Trieste e Udine, l’intervento ha potuto dare, dunque, un po’ più di respiro alle numerose richieste. “Il mandato che avevamo detto ai presidenti insediati – ha precisato l’assessore alle infrastrutture, Graziano Pizzimenti - era recuperare il più possibile il patrimonio esistenti quindi nessuno o pochissimo consumo di suolo, proporre appartamenti efficaci dal punto di vista energetico e non solo e soprattutto che sia fatto in modo tale che anche chi ha problemi di deambulazione, come l’ascensore, possano usufruirne”.

Rispondendo alle accuse della minoranza – che aveva sottolineato la perdita di trenta alloggi di edilizia popolare – il sindaco Anna Cisint ha rimarcato come “quando ci siamo insediati c'erano numerose case di proprietà del comune sfitte e i cittadini di Monfalcone dormivano in garage o addirittura in auto. Oggi rispondiamo a una necessità importante in una città a forte densità abitativa. Recuperiamo oggi una parte di identità della storia della nostra città. Ci sono aree della nostra città che danno la dimensione di ciò che Monfalcone è stata e le Case Spaini sono parte della nostra storia”, così ancora Cisint.

L’area dell’intervento è conosciuta con il nome Case Spaini ed è composta in totale da 7 edifici realizzati nei primi 50 anni del Novecento, in tempi diversi. Quattro di questi edifici sono già stati recuperati dall’ATER di Gorizia con un precedente intervento manutentivo che ha riguardato 30 alloggi. La costruzione dell’edificio oggetto del presente recupero risale al 1951. L’edificio, allineato sulla pubblica via, presentava finiture interne ed esterne e dotazioni impiantistiche vetuste ed assolutamente inadeguate agli attuali standard abitativi.

I lavori hanno inoltre consentito l’abbattimento delle barriere architettoniche e la dotazione, all’interno degli alloggi, di lampade di emergenza che si accendono automaticamente in caso di interruzione della corrente, consentendo quindi di raggiungere le uscite, qualora si verifichino situazioni di emergenza. Proprio per aumentare la sicurezza degli alloggi, gli stessi non sono dotati di gas: i piani cottura dovranno essere del tipo a induzione e non si potranno utilizzare bombole a “GPL”. 

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