l'udienza
Manifesti sul figlio dell'assessore, Zotti a processo per diffamazione

Gaggioli difende il collega in consiglio dall'accusa di diffamazione, chieste le carte del concorso.
Aveva affisso i manifesti in giro per la città, diretti al figlio dell’assessore al welfare Silvana Romano vincitore del concorso di polizia locale. Ieri mattina, il consigliere Franco Zotti è comparso davanti al giudice del Tribunale di Gorizia per la prima udienza del processo a suo carico, nel quale deve rispondere dell’accusa di diffamazione a mezzo stampa. Un procedimento che vedrà come parti civile lo stesso esponente della giunta e suo figlio, Luca Sacellini, difesi dall’avvocato Daniele Compagnone dello studio Mosetti Compagnone.
Dall’altra, è Silvano Gaggioli a reggere la difesa dell’ex leghista. Il consigliere dell’opposizione, dopo aver annunciato che non si ricandiderà alle imminenti elezioni amministrative, ha infatti deciso di prendere le parti del collega di Aula. Il legale ha quindi chiesto al giudice di poter accedere a tutto il fascicolo del concorso, per esaminare bando e la prova svolta. “Lungi da me pensare che ci siano errori - commenta Gaggioli -, fa parte degli impegni di un avvocato ma anche di un consigliere comunale chiedere questa documentazione”.
“Lo avevo già fatto con il comandante Muzzatti il 10 marzo, ma non ho ottenuto risposta” ricorda. Il giudice ha accolto la richiesta, con il Comune che dovrà fornire il tutto entro 30 giorni. L’ex candidato sindaco della lista Gorizia c’è premette che “non so cosa può scaturire da questa mia indagine, né parto da preconcetti. Fino ad ora, però, non abbiamo potuto vedere i documenti, per cui li esamineremo”. Il dibattimento si svilupperà nelle prossime tre udienze, già fissate a partire da gennaio 2023, quando saranno ascoltati i diversi teste, tra cui la stessa Romano.
I fatti contestati a Zotti risalgono all’ottobre 2020, quando 25 manifesti sono comparsi per le vie di Gorizia a firma dello stesso consigliere. Su questi, c’erano le congratulazioni sarcastiche all’assessore al welfare “per l’assunzione dei suo figlio Luca Sacellini nella polizia municipale del Comune di Gorizia. Questo elemento piace a Franco Zotti”. Romano non commenta l’avvio del processo, mentre già all’epoca si sottolineò come la selezione fu passata dal diretto interessato con un punteggio di 51, piazzandosi ai vertici della graduatoria. Zotti, dal canto suo, aveva sollevato critiche sul fatto se fosse più o meno etico quell’assunzione.
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