Erano attesi nel Goriziano, botte e manette per gli artisti della Bielorussia ostili al regime

Erano attesi nel Goriziano, botte e manette per gli artisti della Bielorussia ostili al regime

La situazione

Erano attesi nel Goriziano, botte e manette per gli artisti della Bielorussia ostili al regime

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 10 Mar 2021
Copertina per Erano attesi nel Goriziano, botte e manette per gli artisti della Bielorussia ostili al regime

La situazione geopolitica e sanitaria ha fatto saltare la trasferta nel Territorio per alcuni artisti. IoDeposito lancia un'esposizione online per raccontare le opere di quattro «artisti dissidenti».

Condividi
Tempo di lettura

Avrebbero dovuto recarsi nel territorio del Goriziano per un progetto di residenza d’artista Lesya Pchelka e Uladzimir Hramovic, due giovani artisti bielorussi, ma le condizioni geopolitiche, unite alla situazione sanitaria, hanno fatto saltare l’appuntamento. Ad annunciarlo è IoDeposito che lancerà domani, 11 marzo, “Poetic Dissent”, esposizione di videoarte fruibile virtualmente sul sito web www.bsidewar.org.

“La mostra darà spazio e voce ai 4 giovani artisti bielorussi: Lesya Pchelka, Uladzimir Hramovich, Vasilisa Palianina e Gleb Burnashev, per raccontare al mondo quello che sta succedendo, e che non possono dire, pena la reclusione o la tortura, nel loro Paese”, racconta IoDeposito.

Come tantissimi connazionali, anche gli artisti presenti in mostra hanno subito maltrattamenti e arresti da parte delle forze di polizia nazionale. Riporta l’artista Lesya Pchelka, in una comunicazione di pochi giorni fa diretta a Chiara Isadora Artico, Art Director di IoDeposito: “Uladzimir (Hramovich) ed io (…) siamo stati sequestrati nel cortile di casa nostra. Nella mia cella da sei posti letto c’erano 24 persone, senza materassi, coperte e prodotti igienici. Uladzimir ha trascorso 15 giorni in prigione. Le condizioni lì sono rese insopportabili apposta. Ora siamo entrambi a casa, ma ci siamo ammalati di Covid”.

“La nostra realtà ha creato negli anni un vivaio di 200 artisti contemporanei in 55 paesi del mondo, con i quali lavoriamo a progetti culturali e artistici nazionali e internazionali: quello che sta accadendo ai nostri artisti Bielorussi, perseguitati perché ritenuti intellettualmente pericolosi, ci addolora. Stiamo cercando di capire se e come possiamo aiutarli a proseguire i progetti che avevamo in programma, che avrebbero visto la loro presenza qui sul territorio, per una residenza d’artista sul tema dei monumenti costruiti sul confine nell’epoca della dittatura, ma la possibilità che farli uscire dai confini nazionali è minima. Nel frattempo, abbiamo deciso di dare massima visibilità alle loro opere e alle loro esperienze con la mostra “Poetic Dissident”, interamente dedicata alle loro opere video sul tema della repressione politica”, sottolinea Chiara Isadora Artico. “A fronte degli abusi subiti dagli artisti che fanno parte integrante del vivaio internazionale di Current Corporate, in qualità di operatori culturali e delle industrie creative non possiamo che cercare di dare massima visibilità al loro messaggio”, conclude Artico.

Sarà visibile in mostra anche “SCRATCHES”, (7’12’’, febbraio 2021) opera video di Lesya Pchelka e Uladzimir Hramovich. Il suo significato di protesta politica è chiaro: delle mani cancellano dal documento d’identità bielorusso gli elementi in oro, rendendolo così anonimo, e svincolando simbolicamente il proprietario dall’appartenenza a uno stato che non lo rappresenta. È questo il video che con tutta probabilità è valso il carcere ai due artisti.

La residenza cui avrebbero dovuto prendere parte i due artisti Pchelka e Hramovich assieme a una mostra collettiva che aprirà in aprile alla B#S GALLERY di Treviso sulla tematica degli olocausti nel senso più globale del termine, e sui regimi totalitari - dove saranno presenti anche le opere delle artiste bielorussie Lesya Pchelka e Vasilisa Palanina - erano parte dei progetti di IoDeposito per Art for Remembrance, progetto europeo. Il tema della loro residenza sarebbe stato quella dei monumenti realizzati dalla dittatura fascista. Dal goriziano, ma a partire dal Piave, avrebbero esplorato altri territori, concentrandosi comunque moltissimo nella zona del Sacrario di Redipuglia che è stato edificato in epoca fascista, come anche la stazione ferroviaria lì vicino. Ci sono poi monumenti, infrastrutture e cimiteri di quel periodo nella zona del Carso, Fogliano, Doberdò, Oslavia, luoghi che gli artisti avrebbero girato per la loro ricerca, finalizzata alla produzione di un'opera d'arte. 

Saltata la residenza, IoDeposito ha scelto di dedicare loro comunque anche lo spazio digitale per far "uscire" dalla Bielorussia le loro opere. 

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione

×