L'arte racconta chi sta ai margini, tre percorsi sul confine di Gorizia

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i laboratori

L'arte racconta chi sta ai margini, tre percorsi sul confine di Gorizia

Di Redazione • Pubblicato il 13 Mar 2023
Copertina per L'arte racconta chi sta ai margini, tre percorsi sul confine di Gorizia

Doppio appuntamento in zona: prima dell'inaugurazione dello spazio ci sarà l'incontro di divulgazione all'Xcenter.

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Si apre questo venerdì 17 marzo, sul confine tra Nova Gorica e Gorizia, il capitolo conclusivo della quarta edizione di Co.So! Artisti per il sociale, progetto artistico a cura di Elena Tammaro e Rachele D’Osualdo dell’associazione culturale udinese Etrarte volto a sensibilizzare le comunità della regione e dell’area transfrontaliera rispetto ai temi della salute mentale, dell’inclusività e del benessere sociale. La mostra finale, che si inaugurerà venerdì alle ore 18 nello spazio di Carinarnica in Erjavčeva ulica 53, a Nova Gorica, presenterà le co-creazioni esito di laboratori.

Questi sono stati realizzati da tre artisti durante le residenze nelle comunità ospitanti di questa edizione. Il tema indagato quest’anno è stato quello della “marginalità”. L’inaugurazione presso l'ex valico di San Gabriele sarà preceduta da un incontro di divulgazione e scambio di buone pratiche, sempre a ingresso libero, che si terrà dalle 14.30 alle 16.30 all’Xcenter di Nova Gorica. “Come Etrarte – commenta la presidente Rachele D’Osualdo - siamo felici di aver costruito una rete che affonda solide basi in Regione ma non esita ad aprirsi ad artisti e professionisti provenienti da altri luoghi d’Italia e dall’estero".

Proprio "attraverso il confronto - prosegue - si cresce. In Fvg, organizzazioni del mondo dell’assistenza sociosanitaria e diverse scuole hanno accolto con entusiasmo le nostre proposte, gli stessi artisti si sono messi davvero alla prova in contesti insoliti e sfidanti. Siamo convinte – continua - che la contaminazione tra diversi ambiti sia la chiave per il successo non solo di questo tipo di progetto, ma dell’intera società. Un desiderio? Che questi interventi possano avere un sostegno sempre più strutturale”.

Finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, Co.So! Artisti per il sociale persegue l’innesco di cambiamenti, attraverso l’arte, nelle organizzazioni che operano nel campo della salute mentale e della disabilità, e nelle comunità territoriali di cui fanno parte. Esso si sviluppa attraverso una serie di incontri, tre residenze d’artista e laboratori che coinvolgono una fitta rete di professionisti della cultura, artisti, strutture del territorio, studenti e comunità locali. Gli artisti coinvolti sono quindi Francesco Zanatta, Carolina Pozzi e Michele Tajariol.

Zanatta ha vissuto e lavorato per una settimana con gli operatori e gli abitanti di Villetta 2.0 a Gorizia. Nel suo workshop La mano che sa vedere, ha condotto il gruppo a sviluppare, attraverso la pratica pittorica, una nuova prospettiva sulla realtà che ci circonda. Il coinvolgimento degli studenti della classe II A-Installatore di impianti elettrici, civili e industriali dell’Enfap di Gorizia ha ampliato i destinatari dell’attività ed ha permesso il confronto tra persone afferenti contesti diversi, ma coesistenti nello stesso territorio, aprendo le porte di Villetta 2.0 a cittadini esterni.

La residenza d’artista di Pozzi si è volta presso la Casa Teresa ad Aiello del Friuli. Home is where love is ha spronato utenti e operatori del centro a identificare e ritrarre “oggetti d’affezione”, pupazzi d’infanzia, oggetti del quotidiano, piccole cose inanimate a cui l’attribuzione di un legame affettivo conferisce una speciale vitalità. Gli oggetti sono stati ritratti individualmente, scomposti in forme elementari, e riassemblati in un grande collage dinamico e astratto.

L’artista Michele Tajariol è stato impegnato in una doppia attività laboratoriale: In mille pezzi è il titolo del workshop che ha coinvolto due classi dell’Isis Pertini di Monfalcone e Cantiere dei Desideri, associazione teatrale di Fiumicello Villa Vicentina, che vede la presenza di persone portatrici di disabilità. Il percorso si è sviluppato nella scrittura collettiva di una narrazione, nella definizione di un personaggio composto da molteplici frammenti, riassemblati in una o più forme possibili. Un richiamo alla necessità di “rimettere assieme i cocci”, quando entriamo in crisi e sembriamo andare “in mille pezzi”.

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