L'arte nel cuore della Jungle a Gorizia, le storie dei migranti protagoniste di un film

L'arte nel cuore della Jungle a Gorizia, le storie dei migranti protagoniste di un film

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L'arte nel cuore della Jungle a Gorizia, le storie dei migranti protagoniste di un film

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 13 Apr 2021
Copertina per L'arte nel cuore della Jungle a Gorizia, le storie dei migranti protagoniste di un film

È ormai pronto il nuovo film girato in città, al cui centro c'è il lavoro per mettere in scena uno spettacolo teatrale. Il racconto degli «invisibili».

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Raccontare un’arte utilizzandone un’altra è un qualcosa che da tempo stuzzica l’ingegno dei professionisti. Se in Italia il caso più famoso di linguaggio crossmediale è la serie tv Boris, che racconta il lavoro sul set di un’altra serie tv, seppur fittizia -, a breve la casa di produzione di Gorizia Tesla Production darà alla luce un lavoro che unisce due mondi ben più diversi. Sarà il teatro all’interno del cinema, come scatole cinesi che si intersecano l’una con l’altra. Il tutto sotto il nome di "The Jungle", la giungla, riferimento diretto e immediato agli insediamenti di migranti che da anni si presentano in città, lungo l’Isonzo.

Un fenomeno esistente ormai da quasi un decennio, già raccontato sotto diverse forme. Questa volta, la regista e attrice teatrale Elisa Menon ha voluto guardare a questo habitat umano da un’altra prospettiva. È nata così l’idea di conoscere di persona i ragazzi che frequentano gli spazi ai margini del parco di Campagnuzza-Sant’Andrea, dove da tempo si ritrovano per mangiare, bere e stare insieme. “Il film parla dell’incontro tra Elisa e i richiedenti asilo - spiega Cristian Natoli, regista dell’opera -, lì ha trovato un clima di accoglienza. Voleva mostrare un aspetto maggiormente positivo di questo fenomeno, anche perché la Jungle di Gorizia non è quella di Calais”.

Quella nel nord della Francia, infatti, è una vera e propria tendopoli che ciclicamente nasce e viene smantellata. In riva all’Isonzo, invece, i migranti si ritrovano perché, durante il giorno, spesso non possono rimanere dentro i dormitori dove sono accolti. “In quel lasso di tempo non hanno un posto dove stare. Elisa gli ha così proposto di fare uno spettacolo teatrale, così che da entità invisibili alla comunità diventino conosciuti”. Nel corso delle prove, quindi, arriva l’idea di presentare la pièce proprio nella “giunga”. Tutto ciò “non è solo un workshop teatrale, ma aiuta l’integrazione e la coscienza di dove si è”, venendo immortalato dalla cinepresa.

“Il documentario racconta i passi per realizzare questo spettacolo, che sarà poi presentato in un evento pubblico”. Solo alla fine, quindi, si scoprirà se i richiedenti asilo sono riusciti o meno a portare in scena i propri sforzi. Il film è già pronto e ora si attende l’anteprima, annuncia Natoli. Ad aver partecipato sono stati circa una dozzina di attori, con giornate che hanno visto la presenza sul set anche di 30 persone. Ovviamente, la proiezione per il pubblico sarà dettata dall’andamento della pandemia, ma sicuramente l’obiettivo è portarlo in sala. Nel frattempo, “stiamo cercando l’adeguata première per il film”, magari nella cornice di qualche festival del settore.

Nella foto: un momento delle riprese nella Jungle di Gorizia (Tesla Production/Facebook)

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