L’Arma ritrova quattro barche dei primi del 900 alla Foce dell’Isonzo

L’Arma ritrova quattro barche dei primi del 900 alla Foce dell’Isonzo

L’ATTIVITÀ

L’Arma ritrova quattro barche dei primi del 900 alla Foce dell’Isonzo

Di REDAZIONE • Pubblicato il 08 Mag 2025
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La scoperta del nucleo per la tutela del Patrimonio Culturale permetterà di approfondire le battaglie dell’Isonzo. Ecco i numeri dei controlli in regione.

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Nel 2024 l’attività di prevenzione e di contrasto alle aggressioni criminali al patrimonio culturale del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Udine, che ha operato con competenza territoriale sul Friuli Venezia Giulia, ma che ha anche svolto attività d’indagine al di fuori delle Regioni di diretta competenza, si è contraddistinta per la particolare incisività dei controlli posti in essere, in particolar modo, sulle piattaforme di vendita on-line ma anche sulla presenza, nel libero mercato, di beni culturali ed opere d’arte di illecita provenienza. In particolare, l’azione preventiva si è concretizzata nell’esecuzione di 14 sopralluoghi per l’accertamento dello stato di sicurezza di musei, biblioteche e archivi; 60 controlli ad aree archeologiche marine e terrestri, siti UNESCO in primis; 156 verifiche in aree con vincoli paesaggistici e monumentali; 156 controlli ad esercizi commerciali di specifico settore e 19 controlli a mercati e fiere antiquariali. La fattiva e costante collaborazione intercorsa con l’Arma Territoriale che supporta le attività del Nucleo attraverso il prezioso apporto fornito dalle Stazioni Carabinieri, nonché le attività svolte congiuntamente con la Motovedetta della Stazione di Grado (GO) e del Nucleo Carabinieri Subacquei di Genova, ha consentito di attuare un efficace monitoraggio terrestre, marittimo del territorio di competenza.
Si segnala inoltre il lavoro sinergico tra le varie specialità dell’Arma sopra indicate, la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio FVG ed il Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine che, oltre a monitorare lo stato dei luoghi ove sono presenti i relitti/reperti già censiti, si è provveduto anche al rilevamento ed analisi, di nuovi manufatti mai prima censiti.

Di particolare interesse si segnala la scoperta, al largo della Riserva naturale della Foce dell’Isonzo, in prossimità dell’Isola della Cona dei resti di quello che fu un convoglio di 4 imbarcazioni in ferro della misura di 20 metri per 6,5 e risalenti ai primi del ‘900, che si trovano ancora in asse tra loro. Si tratta di relitti di chiatte per il trasporto di materiali, utilizzate come supporto logistico alle batterie italiane dislocate sulla foce dell’Isonzo nel periodo della Prima Guerra Mondiale. Il ritrovamento, importante per il contesto storico, permetterà di scrivere un altro tassello nella lunga e complessa storia che ha riguardato le battaglie dell’Isonzo, a quel tempo combattute nel settore del litorale fra Monfalcone e Tagliamento. Le operazioni, infatti, sono state condotte con la presenza di docenti di archeologia marina e dei funzionari della SABAP che hanno condiviso gli obiettivi con il personale dell’Arma.
L’azione repressiva ha registrato il deferimento in stato di libertà di ben 71 persone, a seguito di attività di indagine coordinate principalmente dalle 4 Procure della Repubblica (Trieste, Udine, Gorizia, Pordenone) sui cui circondari si esplica la competenza del Nucleo per l’anno 2024 mentre, nel corso delle 19 perquisizioni locali eseguite, sono stati sequestrati 2724 reperti di cui 2098 beni antiquariali, archivistici e librari, 7 paleontologici e 619 archeologici.

I falsi sequestrati sono stati 1. L’azione di contenimento dei reati commessi in danno del patrimonio culturale ha consentito di limitare i furti relativi allo specifico settore che ammontano a 5 in Friuli Venezia Giulia ma che talvolta riguardano furti avvenuti in epoca imprecisata dei quali solo recentemente, le vittime del reato hanno avuto contezza grazie all’azione investigativa che ha consentito di procedere alla successiva denuncia ovvero in occasione di un ‘inventariazione dei beni in possesso. I reati commessi in danno del paesaggio sono stati 5 ma, fortunatamente, di limitata entità sotto l’aspetto del danno arrecato. La gran parte dei beni e delle opere d’arte sequestrate, è stata sottoposta a successivo esame tecnico da parte di funzionari delle competenti Soprintendenze, da docenti universitari specializzati, nonché da esperti nei diversi settori artistici e dalle Fondazioni di riferimento. Il valore complessivo dei beni sequestrati ammonta a 10.297.000 mila euro. Alla luce della recente novella legislativa introdotta della Legge 9 marzo 2022, n. 22 avente ad oggetto “Disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale“, le fattispecie di reato, ad oggi più frequentemente perseguite sono, oltre alla ricettazione e al riciclaggio di beni culturali, anche la contraffazione di opere d’arte, l’impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato, nonché opere eseguite in assenza di autorizzazione o in difformità da essa in materia paesaggistica. La recente legge ha previsto un inasprimento delle pene per i reati commessi in danno del patrimonio culturale ed ha fornito strumenti più efficaci da parte dei carabinieri del TPC per fronteggiare il fenomeno anche in tema di sequestro e confisca.

Strumento utilissimo per il contrasto dei crimini commessi in danno del patrimonio culturale si è confermata la Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, assegnata al Ministero della Cultura ma gestita in via esclusiva dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale che, ai sensi del Decreto Ministro Interno 28 aprile 2006, è “Polo di gravitazione informativa e di analisi” a favore delle Forze di Polizia. In essa sono quotidianamente inserite tutte le informazioni descrittive e fotografiche relative ai beni culturali ad opere d’arte da ricercare, che pervengono dai Reparti territoriali dell’Arma, dalle altre Forze di Polizia, dalle Soprintendenze, dagli Uffici Doganali, nonché da Interpol, per i beni trafugati all’estero. Nel contesto delle attività di training che prevede la partecipazione di personale del Comando TPC, anche nel 2024, sono stati svolti sia in territorio nazionale che esteri corsi specifici a favore delle Forze di Polizia dell’est Europa nonché dell’area mediorientale ed arabica. 

Nel mese di ottobre 2024, presso il CoESPU “Center of Excellence for Stability Police Units” di Vicenza, personale del Nucleo TPC di Udine unitamente a quello si Venezia, ha partecipato, in sinergia ad altro personale dei reparti specializzati dell’Arma dei Carabinieri, all’esercitazione militare denominata “Enduring Stability” avente ad oggetto gli interventi di soccorso e mantenimento della pace sugli scenari di teatro operativo estero. All’esercitazione ha preso parte altresì un funzionario del Ministero della cultura al fine di condividere le attività di messa in sicurezza, recupero e salvaguardia di beni culturali che si trovano in quei paesi interessati a conflitti armati nonché per mettere a punto le tecniche operative per la protezione dei beni in caso di impiego a seguito di calamità naturali nel nostro Paese attraverso il team “Caschi Blu della Cultura” voluto dell’UNESCO nel 2016. L’istituzione dei “Caschi Blu della Cultura” ha lo scopo di sottolineare quanto la protezione del patrimonio culturale rappresenti una dimensione fondamentale del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale.

Tra le operazioni condotte da questo Nucleo si menziona l’articolata attività investigativa nata nel 2020 e conclusasi nel 2024 con l’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo per ricettazione e riciclaggio di opere d’arte emesso dal G.I.P. del Tribunale di Brescia di quasi 600 oggetti d’arte, tra cui dipinti, sculture, oggetti ecclesiastici, per un controvalore di oltre 1.600.000 €. Attività che veniva svolta di concerto con la Procura della Repubblica di Brescia che a seguito di un primo sequestro di un dipinto olio su rame risalente al XVII secolo, raffigurante Santa Caterina da Siena, messo in vendita sul web da un utente privato e risultato rubato nel 2009 in provincia di Perugia, sfociava in una serie di attività riguardanti accertamenti e verifiche patrimoniali dei componenti di una famiglia dal tenore di vita e fonte di reddito non compatibile con il possesso di beni di elevato valore. L’indagine ha comportato la scoperta di complessivi 26 oggetti d’arte, tra dipinti e mobili, risultati oggetto di furto perpetrato presso case private ed Enti Ecclesiastici occorsi tra gli anni 1971 ed il 2009.

Al favorevole esito di procedimenti penali riferiti ad attività di indagine già concluse, si è proceduto a numerose restituzioni di beni culturali tra le quali, per Cividale del Friuli, c’è stata la restituzione alla Chiesa di Santa Maria Assunta, di una statua lignea policroma del XIV secolo raffigurante “Madonna in trono con bambino” rubata tra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso. Le attività di indagine condotte dal Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Udine dimostrano l’importanza del costante monitoraggio del commercio, oggi sempre più svolto su piattaforme dell’e-commerce attraverso il quale, molte persone, talvolta anche ignare, pongono in vendita dei beni culturali che per loro natura non possono essere commercializzati in assenza di specifiche autorizzazioni. Con il loro recupero e le successive restituzioni, si contribuisce a ristabilire l’equilibrio grazie al quale i beni ritornano nel contesto al quale essi appartengono attraverso l’assegnazione agli Enti deputati alla loro custodia e conservazione.

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