Il documento firmato dall'arcivescovo
L'Arcidiocesi di Gorizia aggiorna le indicazioni pastorali al nuovo Dpcm
Nuove indicazioni dalla curia goriziana per tutte le parrocchie a seguito del nuovo Dpcm, mascherine sempre obbligatorie in chiesa, attività a piccoli gruppi e riunioni a distanza.
A seguito dell’emanazione da parte del Governo italiano del Dpcm 3 novembre 2020 l’Arcidiocesi di Gorizia ha ritenuto necessario aggiornare nuovamente le indicazioni per le attività di parrocchie, aggregazioni ecclesiali e realtà diocesane. Il documento, pubblicato e firmato dall'arcivescovo monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, invita, “vista la situazione della pandemia, alla più rigorosa osservanza di quanto previsto a tutela della salute di tutti”.
Tra i punti fondamentali l’obbligo delle mascherine “per tutti coloro che entrano in chiesa e devono coprire naso e bocca”. L’obbligo vale anche per ministranti, lettori e cantori tranne quando, “garantita una distanza di almeno de metri dall’assemblea, viene proclamato un testo o c’è un dialogo con l’assemblea o si canta”.
Il servizio di accoglienza deve essere “sempre presente all’ingresso delle chiese per le celebrazioni festive e possibilmente anche in quelle feriali” e ha il compito di “vigilare sugli ingressi, che non devono superare il numero consentito per ogni chiesa”, oltre che “richiamare l’osservanza dell’obblio della mascherina e della detersione delle mani, controllare la regolare e distanziata entrata e uscita dalla chiesa e ricordare il divieto di assembramento prima e dopo le funzioni”. Eccezione la fanno i familiari che “possono sedersi vicini solo se conviventi”.
Le attività corali vanno valutate “in base agli spazi delle chiese” e, se presenti le corali, “è meglio che siano presenti con un numero limitato di componenti, stare separate dall’assemblea e, tra i coristi, ci deve essere la distanza di un metro laterale e di due metri davanti e dietro”. Stesse attenzioni vanno tenute durante le prove di coro.
Per quanto riguarda le offerte, invece, “non vanno raccolte durante la celebrazione” ma possono essere deposte “in cestini all’uscita delle chiese. In alternativa raccolte solo dopo la comunione usando gli appositi cestini muniti di bastone”. Le porte delle chiese devono rimanere aperte nelle fasi di entrata e uscita dei fedeli per evitare il contatto di più persone.
Nelle attività ludiche, ricreative ed educative a favore di bambini e ragazzi, oltre alle cautele già in essere, è necessario “dividere in piccoli gruppi per favorire il tracciamento e il comportamento dei bambini, utilizzare le mascherine, mantenere il distanziamento, detergere le mani, igienizzare e areare gli ambienti e registrare i partecipanti”. Ogni tipo di riunione è consigliabile “organizzarlo a distanza”, e ciò anche per quanto riguarda gli incontri dei consigli parrocchiali e di unità pastorale, così come le attività di formazione degli adulti.
Altre iniziative, “soprattutto se vengono previste attività non statiche e/o non limitate al contesto del paese o città” è opportuno non svolgerle e non programmarle. Sono sconsigliate le processioni “pur in teoria possibili salvo si sia in zone ad elevata o massima gravità”. L’arcivescovo, infine, consiglia di pulire periodicamente i filtri e di arieggiare i locali frequentemente dove vi siano riscaldamenti attivi, visto che la circolazione dell’aria attivata dagli stessi “può favorire la diffusione del virus in una stanza che rimane chiusa a lungo e dove sono presenti delle persone”.
Foto di Sergio Marini da Facebook.
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