Sull'archivio del Ccm il sindaco di Turriaco, Enrico Bullian, c'è stata «scarsa chiarezza di intenti»

Sull'archivio del Ccm il sindaco di Turriaco, Enrico Bullian, c'è stata «scarsa chiarezza di intenti»

Il commento

Sull'archivio del Ccm il sindaco di Turriaco, Enrico Bullian, c'è stata «scarsa chiarezza di intenti»

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 26 Gen 2021
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Dopo l'assemblea dei comuni all'interno del Consorzio Culturale del Monfalconese il primo cittadino di Turriaco commenta con numerosi dubbi quanto deciso nella serata di ieri.

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L’esito dell’Assemblea del CCM non si può dire sia stato risolutivo e va esaminato da diversi punti di vista. Il punto di partenza è l’aver sollevato - da mesi - la questione della delicatezza di acquisire un immobile privato, quando ce ne sono di pubblici disponibili; ciò ha prodotto il risultato che nessun Comune ha sostenuto l’acquisto di uno degli edifici privati che erano stati proposti nella manifestazione di interesse (nel Consiglio comunale di novembre avevo previsto tale possibilità). “Questo è già un risultato rilevante - afferma il Sindaco di Turriaco, Enrico Bullian - i soldi pubblici è bene vengano orientati in primis per valorizzare il patrimonio pubblico”.

In secondo luogo, "è finalmente giunto il tanto atteso esito della Commissione Tecnica di Valutazione. Tuttavia, anziché essere dibattute e approfondite le scelte dei Commissari nell’attribuzione dei punteggi e delle indicazioni, lo si è liquidato in maniera disinvolta, e questa linea arriva proprio da quei Comuni che in varie occasioni precedenti avevano ribadito l’imprescindibile valenza della Commissione (San Canzian, Ronchi dei Legionari, Monfalcone), peraltro con i suoi costi di funzionamento". “Non è stato nemmeno possibile - prosegue Bullian - un confronto diretto fra la proprietà del CCM (rappresentati dai Sindaci o Assessori dei Comuni soci) e i Commissari, prosegue Bullian, nonostante fosse stato esplicitamente richiesto assieme al collega Vittori di Sagrado e all’Assessore Russi di Staranzano. Abbiamo evidenziato vari aspetti degni di approfondimento: alcune attribuzioni di punteggi ci apparivano sottostimate nel caso del Castello Alimonda, come nel caso della bassa valutazione sulla “posizione baricentrica”. Chi più di Sagrado può essere baricentrico per tutto il Servizio Bibliotecario Provinciale, posizionata com’è fra Destra e Sinistra Isonzo? O per baricentrico si intende a Ronchi dei Legionari? Sono aspetti che in realtà lasciano intendere l’idea che si ha del CCM e questa è una della decina di voci che andrebbero esaminate”.

Invece la maggioranza - per quote - del CCM ha "forzato la mano andando a votare e assumendosi la responsabilità di una palese rottura dentro al CCM, creando un clima che lascerà degli strascichi e con un esito finale ancora piuttosto incerto. Al voto non hanno partecipato il Consorzio di Bonifica della Pianura Isontina e il Comune di San Pier d’Isonzo, mentre i soli Comuni di Monfalcone, Ronchi, San Canzian e Fogliano hanno sostenuto l’esigenza di chiudere la procedura della manifestazione di interesse e – sostanzialmente – aprire alla proposta dell’ex Albergo Impiegati di Panzano (che però non era ancora stata presentata ai Soci, se non mezzo stampa e, solo dopo, fra le “Varie ed eventuali”). Non hanno approvato la delibera invece i Comuni di Staranzano, Sagrado e Turriaco. “La mia, a riguardo, è una posizione laica. Come già detto, la proposta di acquisire parte dell’ex Albergo Impiegati di Panzano va valutata con attenzione, ma di fatto riprende un tema che abbiamo sollevato: si deve partire da immobili pubblici o parzialmente pubblici. La proposta del Castello Alimonda potrà essere riformulata e a quel punto si valuterà la migliore ipotesi, cogliendo magari l’occasione per una ricognizione generale di beni pubblici potenzialmente idonei allo scopo. Se si realizzerà la nostra volontà di far prevalere l’interesse pubblico e quello generale su particolarismi e interessi privati, magari anche in una collocazione diversa, i nostri obiettivi saranno raggiunti”.

Il quarto e ultimo aspetto è legato alle conseguenze della chiusura della procedura della manifestazione di interesse. In un’Assemblea dei Soci "si liquida il percorso finora seguito, tracciato dal Cda e avallato dall’Assemblea stessa, che è durato oltre un anno. Difficile farlo con la disinvoltura che alcuni vorrebbero e opportuno porsi la domanda se ci siano delle responsabilità soprattutto nella scarsa chiarezza di intenti. In definitiva, ci si chiede se, con i soci del CCM mai così divisi, il Cda sia davvero rappresentativo e nel pieno delle sue funzioni", conclude il Primo Cittadino di Turriaco.  

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