Aquileia saluta il generale Ottogalli, «il suo sorriso quello di un amico»

Aquileia saluta il generale Ottogalli, «il suo sorriso quello di un amico»

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Aquileia saluta il generale Ottogalli, «il suo sorriso quello di un amico»

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 29 Ott 2022
Copertina per Aquileia saluta il generale Ottogalli, «il suo sorriso quello di un amico»

Chiesa gremita di amici, familiari, cittadini e autorità. L'omaggio della Pozzuolo.

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Aquileia ha reso omaggio ieri pomeriggio al generale Gianfranco Ottogalli, scomparso a 84 anni pochi giorni fa dopo una vita dedicata all’esercito. L’ultimo saluto si è tenuto in Basilica, alla presenza delle massime autorità civili e militari regionali e nazionali, tra cui il neo-ministro ai Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, e dalla neo-senatrice Francesca Tubetti (Fratelli d’Italia). Nella navata centrale, disposti numerosi gonfaloni delle associazioni d’arma , con in tantissimi ritrovatisi anche all’esterno.

“Oggi c’è il respiro divino del nostro Gianfranco - le parole di don Mirko Franetovich nella sua omelia - grazie al fatto che non si è tirato indietro nelle vita, avendo risposto alla vocazione di sposo per 54 anni, di madre, di nonno e di amico. Ha servito con passione e rettitudine lo Stato e la sua Aquileia”. Il sacerdote ha quindi evidenziato il suo ruolo di “saggio”, ossia chi “si fa guidare dalla parola di Dio, si mette in gioco e aiuta i più deboli, chi deve crescere, per scoprire non tanto perché vivono ma per chi vivono”.

“C’è bisogno oggi nella nostra società di nonni saggi - ancora don Mirko - che ti offrono fermezza, dolcezza e pazienza, indicazioni per vivere la vita nella felicità”. Il militare, entrato in Accademia nel 1959, venne nominato sottotenente il primo settembre 1961, avviando una carriera destinata a toccare i vertici delle forze armate italiane. L’apice lo toccò tra 2001 e 2003, quando venne nominato Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, in un momento storico segnato dal cambio delle strategie e alleanze con la fine della Guerra fredda.

Particolare, questo, sottolineato dall’amico e collega Gaetano Ciglia, che conobbe il futuro alto ufficiale in un viaggio in treno all’inizio del percorso militare. Nelle sue parole, il ricordo del carattere segnato dalla ricerca di soluzioni, conosciuto dai suoi sottoposti e superiori nel corso delle diverse tappe, a partire da quelli di comandante della Brigata Meccanizzata “Gorizia”, dal 1989 al 91, e del 3° Battaglione Guastatori “Verbano” (1981-82). Il legame con la Meccanizzata è stato testimoniato dalla nutrita presenza della Pozzuolo.

La Brigata di cavalleria non ha infatti mancato di rendergli gli onori, schierata in piazza del Capitolo davanti alla folla accorsa. “Oggi Aquileia piange un cittadino integerrimo, sempre presente, a vari livelli della nostra comunità - il ricordo del sindaco, Emanuele Zorino -. Presente in piazza ai tanti eventi, non solo militari”. Il primo cittadino ha rimarcato il lustro dato, “arrivato a livelli a cui forse nessuno di Aquileia è arrivato in questo secolo. Eppure quando lo si incontrava per strada, il suo sorriso era quello di un amico”.

Immancabile l’omaggio all’apporto dato nell’organizzazione del centenario del Milite Ignoto, che proprio 101 anni prima vedeva in quella stessa chiesa Maria Bergamas scegliere la salma: “Oggi riposa all’Altare della Patria e lega in maniera indissolubile Aquileia alla Capitale”. A chiudere i ricordi è stato l’attuale Capo di Stato Maggiore, generale Pietro Serino, ringraziando la famiglia Ottogalli “di questo straordinario regalo che ci avete donato, per come lo avete accompagnato nella sua vita, professionale e umana”.

"Un uomo delle istituzioni - le parole dell'assessore regionale alla sicurezza, Pierpaolo Roberti, anche lui presente alla cerimonia -, il cui valore professionale in tanti anni di servizio per la Nazione non è solo dimostrato dagli innumerevoli attestati al merito conseguiti nel corso della sua carriera, ma anche dalle qualità umane che ne hanno contraddistinto l'operato dagli inizi fino al raggiungimento dei più alti comandi delle nostre Forze armate". Nativo di Sant'Antonio di Fiumicello, non mancava mai di tornare a casa per le ferie, rimarcando l'attaccamento al Friuli.

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