Aquileia restituisce la Battaglia del Frigido dell’anno 394

Aquileia restituisce la Battaglia del Frigido dell’anno 394

LA RIEVOCAZIONE

Aquileia restituisce la Battaglia del Frigido dell’anno 394

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 27 Set 2025
Copertina per Aquileia restituisce la Battaglia del Frigido dell’anno 394

Due giornate con un programma fitto di eventi per la seconda edizione della rievocazione storica ‘Aquileia Splendida Civitas’.

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L’impero di Oriente contro quello di Occidente, così che il passato ritorna in veste di monito contro tutte le guerre. Si è svolta nella giornata di sabato 27 settembre - e proseguirà ancora oggi - la rievocazione Aquileia Splendida Civitas concomitante alle Giornate europee del Patrimonio, promosse dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea nonché coordinate in Italia dal Ministero della Cultura. «Le Giornate europee del Patrimonio e la rievocazione storica sono un’occasione preziosa per rendere il patrimonio culturale uno spazio vivo di conoscenza e incontro», dichiara il presidente della Fondazione Aquileia Roberto Corciulo. Una kermesse giunta alla seconda edizione, che offre un’esperienza unica per rivivere in maniera autentica la storia romana. «Con questo spirito organizziamo un ricco palinsesto di eventi - rimarca - e la seconda edizione della rievocazione storica Aquileia Splendida Civitas regala ai visitatori un’esperienza immersiva e coinvolgente nell’Aquileia del IV secolo». A innalzare tende e accampamenti romani sono state le innumerevoli associazioni culturali sopraggiunte già nella serata di venerdì, abbracciate da un sole caldo in queste prime giornate d’autunno. A scaldare con forza è stato soprattutto il forno per la cottura di vasi e bicchieri in vetro allestito accanto alla basilica, dove ingegneri e archeologi hanno illustrato al pubblico fusione e soffiatura da parte dei maestri vetrai. «Il mio hobby è la costruzione di forni protostorici – racconta l’ingegnere meccatronico Nicola Albertin, mostrando con orgoglio il forno – e sono qui con il mio gruppo, “Officina Temporis”.

Siamo nati circa quindici anni fa: io e la mia compagna siamo veneti, gli altri due ragazzi vengono dalle Marche. Abbiamo iniziato a lavorare con la fusione del bronzo, poi poco alla volta ci siamo documentati sulla lavorazione del vetro iniziando a costruire forni». Una specializzazione che sei anni fa lo ha spinto a realizzarne un primo per la fusione del vetro e quindi uno successivo per la tempra, grazie al progetto di archeologia sperimentale con cui i due manufatti sono stati collocati nell’area degli antichi mercati-Fondo Pasqualis. «Il forno per la tempra – spiega – serve per non far rompere il vetro in fase di raffreddamento. Siccome il vetro è molto fragile e si rompe se subisce shock termici, con il forno della tempra si riesce a preservare i pezzi». Argilla, paglia, sabbia e mattoni romani sono gli “ingredienti” che costituiscono l’impasto per erigere i due forni, realizzati in via sperimentale rispettivamente in cinque e quattro giorni. «I mattoni romani – aggiunge – sono originali. Abbiamo dovuto chiedere il permesso alla Soprintendenza». Mentre il forno di fusione è spesso venti centimetri e in grado di raggiungere i 1250 gradi, quello di tempra deve essere impiegato non oltre i 500 gradi, evitando un raffreddamento eccessivamente rapido al materiale per ridurne la fragilità. «La temperatura di annealing consente di mantenere il vetro a temperatura stabile per poi lasciarlo raffreddare lentamente», conclude.

A soffiare nella massa fusa e collocata in una forma apposita sono poi i maestri vetrai, che con destrezza ed esperienza lavorano il materiale incandescente fino a realizzare vasellame e bicchieri colorati con cobalto e ossidi di ferro. Nell’accampamento accanto si trova poi la tenda dell’Istituto di Archeologia Sperimentale e Rievocazione storica “Sippe Ulfson” nata nel 2008. «Oggi siamo qui come Ausilia Gota, in particolare come Ausilia Tervingi – racconta Emilio Usvardi, laureato in chimica e membro dell’associazione –, nella nostra rievocazione rappresentiamo un gruppo di soldati. Abbiamo un’esposizione di elmi, armi e armature tipiche dell’epoca, unitamente ai nostri scudi». Presente ad Aquileia da un paio di anni, il gruppo attraversa l’Italia ma sconfina di frequente in Slovenia, Austria o Slovacchia. «Siamo conosciuti un po’ in tutt’Europa – precisa – e ci fermiamo qui fino a domani». «Come associazione abbiamo iniziato con la rievocazione germanica del primo secolo dopo Cristo – interviene il collega Hamish Zerbinati – quando abbiamo realizzato una compagine mercenaria per poter rappresentare diverse tribù. Io rappresentavo un guerriero degli Aesti in cui si riproponeva l’antica via dell’Ambra che attraversava l’attuale Estonia, Lettonia e Lituania. Ma il nostro progetto di punta è quello dei Celti a cavallo di Terzo e Quarto secolo avanti Cristo».

A questo si è aggiunto lo studio di ambito celto-iberico specifico sulla seconda guerra punica e l’arrivo di Annibale, fino all’ultima sfida del progetto Goto. «Siamo giunti qui tramite invito della Legio VI Ferrata – prosegue – ma qui in città partecipavamo già da diversi anni con “Tempora in Aquileia” come Celti». Eventi sostenuti da contributi che assicurano alle associazioni un rimborso spese e un piccolo guadagno per migliorare attrezzature o accessori. «Per la forgiatura e la tessitura – chiarisce - ci affidiamo agli artigiani italiani oppure all’estero. Nel caso degli elmi da goto del IV secolo li abbiamo richiesti ad artigiani bulgari, mentre le loriche squamate arrivano dall’India, ed è stato un salasso per i dazi doganali». A mostrarci come si fila la canapa è invece Lola Teale del gruppo “Errelab”, che da Volterra ha raggiunto Aquileia insieme al marito e alla figlia per rappresentare un nucleo familiare goto alleato ai Romani. «È il mio primo anno – ammette mostrando il fuso che ruota fra le dita come una trottola – e ora sto filando per creare sacchi, tele o reti». Un amore coltivato leggendo il saggio “Woman’s Work, the first 20.000 years” di Elizabeth Wayland Barber, che oggi sta letteralmente dando i suoi frutti, anche se la passione per la ricostruzione storica è iniziata ben prima.

«È diventata una passione – rimarca - dopo aver letto un libro sul lavoro femminile dalla preistoria all’antichità, dove si spiega come le donne dagli otto anni in su e fino alla Rivoluzione industriale abbiano sempre filato. Senza la filatura non ci sarebbero stati vestiti, sacchi o altro. La nostra attività di ricostruzione è iniziata nel 2012 con un gruppo dedicato al Tredicesimo secolo. Poi, come ogni ciliegia tira l’altra, abbiamo iniziato ad andare indietro nel tempo: prima i Carolingi, poi i Goti, gli Etruschi, e chissà, magari in futuro proporremo la Preistoria». Non manca all’appello l’associazione “Numerus Italorum” con sede a Treviso, i cui membri sono sparsi sull’intero territorio nazionale. «Io sono trevigiano – si presenta Mattia Dall’Asta – ma veniamo da tutt’Italia e il nome stesso del gruppo non intende richiamare alcun luogo specifico. Ci occupiamo del Tardo Impero, concentrandoci sul Tardo Quarto Secolo - che oggi stiamo rievocando qui ad Aquileia - e Sesto o Settimo Secolo con gli eserciti esarcali dell’Impero d’Oriente, dopo la riconquista dell’Italia Ostrogota da parte di Giustiniano». Una giornata che fra gladiature, danze e degustazioni di archeo-cucina è sfociata nell’evento pomeridiano della Strage di Tessalonica e del celebre incontro fra Ambrogio e Teodosio. Questa domenica la rievocazione proporrà accampamenti, esercitazioni di tiro con l’arco e ulteriori danze fino al clou dell’evento: la parata e la rappresentazione della Battaglia del Frigido prevista per le 15.

Il programma è disponibile in dettaglio al link https://www.fondazioneaquileia.it/it/attivita/rievocazione-storica-aquileia-splendida-civitas-ii-edizione  (Foto: Rossana D'Ambrosio)

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