L'appello ad avere nuovi testimoni della memoria, esce oggi il secondo romanzo di Daniele Gouthier

L'appello ad avere nuovi testimoni della memoria, esce oggi il secondo romanzo di Daniele Gouthier

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L'appello ad avere nuovi testimoni della memoria, esce oggi il secondo romanzo di Daniele Gouthier

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 27 Gen 2021
Copertina per L'appello ad avere nuovi testimoni della memoria, esce oggi il secondo romanzo di Daniele Gouthier

Il secondo romanzo dell'insegnante e scrittore di Sagrado lancia un appello intergenerazionale: «È necessario sviluppare gli anticorpi affinché queste tragedie non accadano».

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La discussione sulla Memoria, soprattutto in occasione di ricorrenze come la Giornata della Memoria, si conclude spesso con la domanda, sempre più pressante, sui Testimoni. Persone che gli eventi li hanno visti, vissuti, provati sulla propria pelle e, con tanta difficoltà, raccontati negli anni. Ma il tempo scorre, inesorabile, e quei testimoni li trascina via come i lucci argentati che De André nella sua Guerra di Piero, voleva far scorrere nel fiume al posto dei cadaveri dei soldati. Il Novecento, il Secolo Breve, di storie da raccontare ne ha e se è incalzante l’avanzare del numero di persone che, sempre di più, si dicono scettiche sull’esistenza dell’Olocausto, vi sono altre voci che si alzano per sottolineare l’esigenza impellente di creare nuovi testimoni.

Daniele Gouthier, insegnante e scrittore, dopo anni di gestazione fa uscire il suo secondo romanzo, “Ci sono giorni da ricordare”, edito da Bookabook e in uscita oggi, Giornata della Memoria. Protagonisti della storia Emma, una giovane adolescente alle prese con i problemi quotidiani di una ragazza della sua età, e Luca, novantenne che alle spalle ha anche qualche mese al campo di Mauthausen. L’incontrarsi di queste due realtà porta la storia ad un livello superiore, lanciando un appello per il futuro.

“Sono uno scrittore lento – precisa Daniele - la gestazione del libro parte circa nove anni fa. Ho provato due volte a scriverlo fino a che non è arrivata un’altra storia che sentivo l’urgenza di raccontare. Il libro ha un protagonista doppio, Emma e Luca, che alla fine formano un protagonista solo. Emma è nella tarda adolescenza che si deve ancora trovare, Luca è un over novanta, un “amico vecchio” che nel suo passato ha un passaggio a Mauthausen. Questo sarà, poi, il legame che si crea fra i due. Sul tema della memoria si salda la loro amicizia che è molto all’insegna dell’ascolto, l’anziano che ascolta la ragazza e viceversa”.

Una relazione che diventa umana grazie all’ascolta “e che fa diventare la memoria meno astratta – prosegue Daniele – io ho un esempio di una giovane storica emiliana, Serena Fabbrini, con cui sono stato a Mauthausen assieme all’Aned di Bologna. Sono rimasto molto colpito dal suo raccontare le cose senza troppa importanza ai dettagli. Sono quei fatti che importano, non importa tanto quanti sono morti o come, anche uno sarebbe stato troppo, tutti i modi erano e sono sbagliati in quel processo di disumanizzazione. Ho cercato di riversare un po’ della Fabrini nella Emma del libro perché credo che, se vogliamo che la memoria sia conservata, si trovino dei metodi che possano raggiungere i giovani veri, quelli che si trovano per strada, nelle piazze, non dei giovani astratti”, racconta ancora Daniele.

“Credo che sia importante che tutte le generazioni trovino un modo per raccontare le pagine cruciali del passato. Luca lo dice a Emma; «A me non interessa che voi giovani ricordiate cosa è successo lì, in quel momento e a quelle persone, a me interessa che sviluppiate gli anticorpi affinché queste cose non accadano». Perché queste cose succedono sempre e sono sempre possibili, quanto meno ce lo aspettiamo, non con la stessa maniera o con la stessa geometria, ma con la stessa tragedia”, conclude Daniele. 

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