La storia dei Longobardi richiama 8mila visitatori, antico rito funebre a Romans

La storia dei Longobardi richiama 8mila visitatori, antico rito funebre a Romans

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La storia dei Longobardi richiama 8mila visitatori, antico rito funebre a Romans

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 12 Giu 2023
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Si è conclusa la grande rievocazione storica ai Laghetti Fipsas, entro luglio atteso il Museo dei Longobardi. Presenti gruppi da tutta Europa.

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«Arimanni, alziamo il nostro urlo agli dei!». Con questa invocazione si raggiungeva, ieri sera, l’apice del rito funebre che ha concluso l’undicesima edizione di Romans Langobardorum, ai Laghetti di Romans d'Isonzo. Un’edizione record, secondo il presidente di Invicti lupi Matteo Grudina: «In questi tre giorni abbiamo visto la partecipazione di ventuno gruppi storici provenienti da dieci nazioni europee differenti, oltre all’Italia. Rievocatori arrivati dalla Slovenia, Croazia, Bulgaria, Ungheria, Slovacchia, Cechia, Germania, Austria, Spagna e Francia».

Figuranti che hanno rappresentato «quasi tutte quelle popolazioni che, intorno al VI secolo dopo Cristo, attraversarono queste terre: romani, longobardi, franchi, gepidi, slavi e avari». Oltre a questi, il festival ha visto anche la partecipazione di otto artisti per il simposio dedicato alla scultura e alla forgiatura. In soli tre giorni, Avio De Lorenzo da Costalta di Cadore, Ermanno Plozzer da Sauris, Andrea Caissutti da Percoto, Corrado Clerici da Forni di Sopra e Stefano Comelli, di Romans, hanno scolpito, da dei tronchi di cedro, oltre alla statua di due bambini – tra cui Adelinda, la piccola longobarda di Romans – anche quelle delle principali divinità venerate da questa popolazione germanica: Odino, Thor e Freia.

«Il mio lavoro su Freia rappresenta un po' l'amore e allo stesso tempo la guerra», ha commentato Comelli, che peraltro ha diretto la realizzazione del presepe esposto per lo scorso Natale in Vaticano. Grudina ha però specificato che non esistono raffigurazioni corrette e precise delle divinità longobarde: «Per questo abbiamo chiesto agli artisti di prendere come riferimento figure di uomini e donne longobarde, a cui aggiungere i connotati divini tipici della mitologia norrena. Senza però sconfinare nel fantasy».

Il cervignanese Silvano Serdino, in arte Cildi, ha invece realizzato un trono interamente con materiali recuperati da una discarica. «Anche dallo scarto si può ottenere qualcosa di bello da riutilizzare», ha affermato sempre il presidente di Invicti lupi. Non facile soprattutto il lavoro dei fabbri Alessio Arrostuto di San Canzian d'Isonzo, e il romanese Erik Tromba. Allestendo una vera e propria fucina da campo, hanno cercato di forgiare un braciere cerimoniale entro la fine della kermesse. L’impresa è stata però ostacolata da Giove pluvio, che, soprattutto nella giornata di sabato, ha reso più volte impossibile il funzionamento della fornace a carbone.

Come ha annunciato l’assessore alla Cultura di Romans, Alessia Tortolo, «tutte le opere saranno inizialmente ospitate nella corte interna di Casa Candussi Pasiani, dove, entro il mese di luglio, sarà inaugurato, al secondo piano, il Museo dei longobardi». Ma la destinazione finale sarà l’area dell'ex polveriera militare, che nei prossimi anni vedrà la ricostruzione di un villaggio archeologico longobardo. L’eredità di questo popolo, per il comune di Romans d’Isonzo, costituisce ormai un patrimonio strategico su cui investire.

Lo dimostrano i numeri di quest’edizione, svelati dalla coreografa dei combattimenti, nonché moglie di Grudina, Sandra Lopez Cabrera: «Secondo le nostre stime, confermate dalle registrazioni all’ingresso, nonostante il maltempo abbiamo superato le cifre dell’anno scorso, con ben 8mila visitatori». Una prova inequivocabile del richiamo turistico esercitato dalle attività del sodalizio a beneficio del territorio.
Nel corso di queste tre giornate sono stati realizzati laboratori didattici per bambini e messi in scena spettacoli di falconeria, conferenze e simulazioni di riti e battaglie.

Non solo: oltre al concerto folk dei Ragnarök, si è potuto assistere, in anteprima, alla proiezione dei nuovi documentari “La donna longobarda” e “La religione dei longobardi”. È doveroso ricordare, infatti, come la produzione cinematografica sia un altro dei cavalli di battaglia di Invicti lupi, per la quale negli anni scorsi ha ottenuto numerosi e prestigiosi riconoscimenti internazionali. Rispetto ai primi documentari, questi ultimi vedono alla regia, oltre a Simone Vrech, anche la stessa Lopez Cabrera, debuttante in questo ruolo.

«Bisogna superare lo stereotipo della “sagra medievale” e consolidare il concetto secondo cui si può imparare anche divertendosi», ha dichiarato a margine Germano Pupin, presidente del gruppo di ricerca storica “I scussòns”, solido partner della manifestazione. «Grazie alla nostra prima campagna di scavi, del 1986, è venuta alla luce la tomba 79 di cui oggi rievochiamo il rito di sepoltura», così Pupin, riferendosi alla cerimonia di inumazione di una donna morta all’inizio del 600 dopo Cristo.

Il suo corredo si componeva di due collane di pasta vitrea, uno spillone d’argento, una fibula a disco in bronzo, una cintura decorata con fibbia in bronzo, un anello con appese cinque monete romane d’epoca costantiniana e post-costantiniana, una catena di bronzo, una chiave, un coltello, due fibule a staffa d’argento, e un bracciale di pasta vitrea. Un ricco corredo grazie al quale si è potuto capire che si trattava di una donna molto importante. Nella suggestiva cornice dei laghi Fipsas è stato possibile così rivivere un rito antico oltre 1.500 anni.

Una rievocazione – con Lopez Cabrera nel ruolo della defunta e Grudina in quello del guerriero consorte – che ha incantato gli spettatori fino alla sua conclusione, con il classico brindisi con i corni colmi di birra o idromele. Ma non si dovrà attendere fino alla prossima estate per rivivere quest’atmosfera. Il gruppo Invicti lupi ha infatti già un calendario fitto di appuntamenti in giro per l’Europa. I prossimi saranno il 25 giugno a Sovizzo, in provincia di Vicenza, il 28 luglio a Crecchio (Chieti), il 12 agosto a Carnuntum, in Austria, il 9 settembre a Sofia, in Bulgaria, e, infine, il 13 ottobre a Vittorio Veneto.

Foto Daniele Tibaldi

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