Un anno di studio dell'anidride carbonica a Piedimonte, il progetto di un volontario sulla qualità dell'aria

Un anno di studio dell'anidride carbonica a Piedimonte, il progetto di un volontario sulla qualità dell'aria

Lo studio

Un anno di studio dell'anidride carbonica a Piedimonte, il progetto di un volontario sulla qualità dell'aria

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 01 Dic 2020
Copertina per Un anno di studio dell'anidride carbonica a Piedimonte, il progetto di un volontario sulla qualità dell'aria

Uno speleologo di Gorizia ha registrato per un anno intero il tasso di CO2 nell'aria, i risultati dell'indagine.

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Ha iniziato inizialmente come un esperimento, per poi proseguire per giorni, settimane e mesi interi. In questi giorni, Graziano Cancian (nella foto) ha tagliato il traguardo di un anno di monitoraggio della qualità dell’aria a Piedimonte, dove lui stesso vive, dopo essere partito nel dicembre dello scorso anno. Socio onorario del Gruppo speleologico goriziano “Seppenhofer”, le rilevazioni sono state svolte attraverso un’attrezzatura portatile, utilizzata anche durante le visite nelle grotte del territorio.

“Ho iniziato questo progetto - spiega Cancian - perché io sono che uno speleologo e l’anidride carbonica è molto importante nei processi carsici. Dato che siamo tutti a casa, però, ho deciso di proseguire con questa attività anche all’aperto”. A provocare l'aumento di anidride carbonica sono le attività umane, che immettono la CO2 in atmosfera contribuendo quindi al cambiamento climatico. La media mondiale nei luoghi aperti di questo elemento è di circa 400 parti per milione (ppm), unità di misura adimensionale che indica un rapporto tra quantità misurate omogenee di un milione a uno. Quella monitorata a Gorizia, ha rilevato lo studioso, è uguale. “Non c’è un grosso inquinamento, quantomeno in questa zona”.

Inevitabilmente, ci sono degli alti e bassi quotidianamente, poi analizzati nel complesso. “È interessante capire il perché di questi cambiamenti - sottolinea -. Solo a novembre, per esempio, l’anidride carbonica aumentava in occasione di giornate uggiose e umide, con aria ferma. Il dato scendeva invece con sole e vento, registrando così un’aria più buona”. Nessun sforamento dei limiti, quantomeno a livello complessivo, “ma l’importante è tenere sotto controllo costantemente la situazione”. In città, per verificare i dati, c’è il sistema dell’Arpa e una centralina all’esterno dell’istituto D’Annunzio di via Brass, installata grazie al progetto “Genki” di Legambiente.

I picchi bassi si registrano soprattutto quando soffia la bora e c’è beltempo. “I dati mostrano che la situazione è sempre stata in linea, ad eccezione di un picco di 409 ppm come media mensile, ad agosto, ma non è nulla di preoccupante”. Misurazione che, afferma lo speleologo, non influisce tanto sull’uomo: “L’aumento di anidride carbonica non va direttamente a colpire la salute delle persone, ma ciò provoca un aumento dell’effetto serra”, con tutte le complicazioni derivanti per la vita sul pianeta, sia per l’umanità che per tutto il resto dell’ecosistema. Il rilevamento è stato svolto tutti i giorni a mezzogiorno.

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