LA 75ESIMA GIORNATA NAZIONALE
Anmil commemora i caduti sul lavoro a Monfalcone, 1296 denunce di infortunio e un morto nel Goriziano. Il vertice sulla sicurezza in Prefettura
Da inizio 2025 l’Inail Regionale conta 10.080 casi di cui 13 sono stati mortali. Il presidente Trevisan, «numeri drammaticamente ancorati alla mancanza di cambiamento».
Commemorate stamane, mercoledì 15 ottobre, a Monfalcone le Vittime degli incidenti sul lavoro. Sono state due le cerimonie tenutesi in città. La prima davanti al monumento intitolato alle Vittime, nella zona antistante il cimitero cittadino. La seconda, all’interno dello Stabilimento Fincantieri dov’è posta la targa a ricordo delle vittime cadute in Cantiere. Intervenendo alla cerimonia nel piazzale antistante il cimitero di via XXIV Maggio, il presidente territoriale dell’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, Paolo Trevisan ha definito la ricorrenza «paradossale» e tristemente rivolta ad una categoria «che non dovrebbe esistere».
Trevisan ha poi evidenziato la necessità di una maggiore sinergia tra Ispettorato del Lavoro e ASL. Da inizio 2025, le denunce presentate all’Inail Regionale sono state 10.080, delle quali 13 hanno avuto un esito mortale. «I numeri che riguardano le denunce di infortunio e malattia professionale – continua il presidente – si traducono in numeri che rimangono drammaticamente ancorati alla mancanza di cambiamento». All’appuntamento erano presenti i rappresentanti della Security di Fincantieri e i sindacalisti degli operai dell’Azienda. Hanno partecipato anche Polizia Locale e Carabinieri del locale Comando. Trevisan ha pure riferito di una necessaria «reale e condivisa presa in carico» dei fenomeni. Nell’ex provincia di Gorizia si contano 1296 denunce di infortunio. Di queste, una ha avuto un esito mortale.
A ricordare poi i quattro incidenti del lavoro verificatisi in Fincantieri è stato il sindaco Luca Fasan. «Nei primi sei mesi di quest’anno in Italia si sono verificati quasi 250 mila infortuni e abbiamo dovuto contare 502 vittime sul lavoro con un aumento del 7 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno» rileva Fasan. Il primo cittadino ha ribadito anche a questo appuntamento l’importanza di «promuovere la cultura della sicurezza come valore per il lavoro». «Non c’è monfalconese che non sia stato coinvolto nelle vicende di un familiare, di un amico o di un conoscente che ha dovuto fare i conti con le terribili conseguenze dell’uso indiscriminato dell’amianto – sottolinea Fasan - appuntamenti come questo servono a richiamare le responsabilità che deve avere, in primo luogo il sistema produttivo, nel creare le condizioni per un'effettiva tutela del lavoro. Diritto al lavoro, diritti contrattuali e diritto alla salute vanno garantiti in ogni situazione».
«La sicurezza sul lavoro è un diritto di tutti. Invece molto, troppo spesso è considerata un privilegio» ha concluso Fasan che ha ricordato i tre Carabinieri deceduti ieri a causa dell'esplosione del casolare a Castel D'Azzano in provincia di Verona: il brigadiere capo Valerio Daprà, 56 anni, il carabiniere scelto Davide Bernardello, 36 anni, e il luogotenente Marco Piffari, 56 anni. A richiamare «i responsabili ad ogni livello» è stato il parroco don Flavio Zanetti. «Preghiamo affinché non ci siano più morti per imperizia o incoscienza di qualcuno e per costruire un mondo migliore di quello trovato» così il sacerdote che ha benedetto i presenti.
Ad intervenire criticamente nelle scorse ore sul tema è stato anche l’ex sindacalista Franco Buttignon che ha osservato: «Ciò che mi rammarica e mi lascia molto amaro in bocca nel contesto politico attuale sul territorio monfalconese dove la sinistra dovrebbe, per logica intellettuale, farsi sentire e farsi vedere è l'assoluta mancanza di una partecipazione attiva alle manifestazioni svoltesi, e non solo, nella celebrazione dell'anniversario, ma non c’è nessun manifesto murale affisso sulle bacheche cittadine che esprima un senso di solidarietà per chi è morto anche di amianto o per chi è stato ferito nel processo produttivo, nessun volantino distribuito al mercato o nei bar del centro dove poter creare un dibattito».
Un tavolo di coordinamento per discutere della sicurezza sui luoghi di lavoro si è tenuto oggi in Prefettura a Gorizia. All’incontro hanno preso parte il Questore Luigi Di Ruscio, i Comandanti provinciali dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco, il Comandante della Capitaneria di Porto di Monfalcone, i vertici delle direzioni Trieste-Gorizia dell’INAIL e dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro, il direttore dell’INPS di Gorizia, il Direttore del Dipartimento di Prevenzione di ASUGI, nonché i vertici delle principali associazioni datoriali e di categoria - Confindustria Alto Adriatico, Camera di Commercio, Confartigianato, Cassa Edile, Confagricoltura – e delle organizzazioni sindacali CGIL e UIL.
Durante l’incontro è stata svolta un’analisi congiunta dei dati relativi agli infortuni sui luoghi di lavoro e sulle malattie professionali nel corso dell’ultimo biennio, oltre che sulle attività di vigilanza realizzate dagli enti a ciò preposti, nell’ottica di rafforzare lo scambio informativo e le attività di cooperazione già esistenti.
Associazioni di categoria e organizzazioni sindacali hanno condiviso le iniziative già in corso ed esposto le esigenze provenienti da imprese e lavoratori nonché i principali fattori di rischio da attenzionare.
La riunione ha costituito, dunque, una proficua occasione per passare al vaglio le possibili iniziative per potenziare la cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro, incidendo sui settori maggiormente sensibili per le tipologie di lavorazioni effettuate nonché per la manodopera impiegata. È stata evidenziata, in particolar modo, l’esigenza di un rafforzamento delle iniziative formative, al fine di vedere accresciuta la consapevolezza dei lavoratori, oltre che dei datori di lavoro, sui rischi esistenti sui luoghi di lavoro e sulle necessarie cautele da adottare. Il Prefetto Ester Fedullo ha evidenziato «l’importanza di un approccio sinergico delle Istituzioni e delle parti sociali nell’attuare strategie di prevenzione degli infortuni sul lavoro, auspicando la costituzione di un vero e proprio Osservatorio dove poter attenzionare di volta in volta esigenze e settori specifici».
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