Ancora un'aggressione al Cpr di Gradisca: tenta di ferire i militari e poi si taglia. L'accusa del Siaf

Ancora un'aggressione al Cpr di Gradisca: tenta di ferire i militari e poi si taglia. L'accusa del Siaf

Il fatto

Ancora un'aggressione al Cpr di Gradisca: tenta di ferire i militari e poi si taglia. L'accusa del Siaf

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 07 Giu 2025
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Il Sindacato Italiano Autonomo Finanzieri denuncia la situazione interna al centro. «In un caso gli agenti non erano stati avvisati della patologia di un ospite».

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Chiedono una maggior tutela della sicurezza e della salute degli Operatori di Polizia che svolgono il servizio di ordine pubblico all’interno del Cpr di Gradisca d’Isonzo: in una lettera indirizzata al Comando Generale della Guardia di Finanza, al Prefetto e al Questore di Gorizia, e, per conoscenza, al comandante interregionale dell’Italia nord orientale della Guardia di Finanza, al comandante regionale della Guardia di Finanza, al comandante provinciale della Guardia di Finanza e al Comando del Gruppo della Guardia di Finanza il segretario generale nazionale del Siaf, il Sindacato Italiano Autonomo Finanzieri, Eliseo Taverna, e il segretario regionale Mauro Santo, esprimono «profonde preoccupazioni circa i disordini che ripetutamente accadono nella struttura».

È chiaro che «ormai da tempo – prosegue la lettera – soventemente vengano meno le più elementari misure di sicurezza», con il «rischio di mettere a repentaglio, in modo esponenziale, l’incolumità degli stessi operatori di Polizia». Santo e Taverna portano all’attenzione un fatto durante il quale «al personale è stata inizialmente fornita un’informazione insufficiente o addirittura errata circa lo stato di salute dell’ospite scortato. Solo in un secondo momento, all’arrivo nella struttura ospedaliera, si è scoperto che lo stesso era affetto da patologie gravi, seppur ritenute verosimilmente non contagiose».

Le richieste del sindacato, dunque, sono chiare: «È indispensabile – proseguono – la fornitura sistemica e preventiva di adeguati dispositivi di protezione individuale, inclusi dispositivi per la protezione respiratoria, guanti e disinfettanti» e la «definizione di procedure standardizzate per la gestione di situazioni in cui si riscontri una patologia presumibilmente contagiosa». Non solo dispositivi di sicurezza, però, ma anche «un’immediata verifica del livello di sicurezza e l’implementazione di protocolli chiari e vincolanti per la comunicazione dello stato di salute degli ospiti del Cpr».

Sono sempre Taverna e Santo a richiedere al Prefetto di Gorizia «di voler programmare, in tempi brevi, un tavolo di confronto con le autorità deputate alla sicurezza del centro al fine di affrontare le tematiche evidenziate». Il dito viene puntato verso l’ennesimo episodio di aggressione alle forze dell’ordine, nello specifico quello del 1° giugno – senza citare l’ennesima rivolta del 5 giugno (in foto) – quando «il personale del corpo Atpi, in servizio di vigilanza, è stato violentemente aggredito da un clandestino, ivi trattenuto».

Mentre era in corso la somministrazione dei medicinali, l’aggressore «ha manifestato con veemenza la volontà di ottenere farmaci aggiuntivi rispetto a quelli prescritti. Al diniego del personale sanitario – raccontano i sindacalisti – ha reagito con estrema violenza, minacciando il personale dell’Ente che gestisce la struttura con una rudimentale lama. Non riuscendo a colpire i militari, il soggetto si è autoinflitto delle ferite all’addome». L’uomo, fortunatamente, è stato poi fermato dai militari evitando ulteriori ferite.

«Questo modo di procedere e operare – concludono – risulta inaccettabile e rischia di sfociare, nonostante il peculiare ruolo svolto dalle Forze di Polizia, in una potenziale violazione sia dei protocolli di sicurezza sul lavoro sia del dovere di tutela dell’incolumità dei lavoratori».  

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