LE MOSTRE
Amnesie, l’arte per non dimenticare il passato a Gorizia e Nova Gorica

Undici mostre site-specific tra Italia e Slovenia interrogano il rapporto tra memoria, oblio e identità, nel cuore di GO! 2025 – Capitale Europea della Cultura.
Zerial Art Project presenta, dal 3 giugno al 31 dicembre, Amnesie – ci ricorda di non dimenticare, una rassegna di undici mostre personali site-specific, a cura di Elisabetta Zerial, nell’ambito di GO! 2025 – Nova Gorica Gorizia Capitale Europea della Cultura, con il patrocinio del Comune di Gorizia, in collaborazione con PromoTurismoFVG, Banca BCC Venezia Giulia, e l'Associazione Sociale Culturale Dâ Arie. Il progetto prende forma come percorso diffuso che attraversa due città, due nazioni e un unico territorio transfrontaliero, dando voce al tema dell’amnesia come condizione del nostro tempo: perdita, oblio, cancellazione, ma anche possibilità di rigenerazione e rinascita.
Undici artisti contemporanei, ossia Stefano Cagol, Nina Carini, Federico Clapis, Massimo Gardone, Andreas Senoner, Desideria Burgio, Andrea Guastavino, Marco Bolognesi, Giordano Floreancig, Camilla Marinoni e Marina Moreno, abitano quattro luoghi simbolici della memoria collettiva: Vila Vipolže nella Brda, Casa Krainer, Palazzo Lantieri e Kinemax a Gorizia. Spazi carichi di storia, segnati da stratificazioni culturali e architettoniche – medievali, rinascimentali, liberty – che diventano cornici vive per un dialogo tra arte, storia e identità.
Le opere poliedriche tracciano una geografia sensibile dell'amnesia come condizione del nostro tempo. Ogni artista realizza un progetto site-specific, concepito in dialogo con le architetture che lo ospitano, trasformando ogni sede in un dispositivo di memoria attiva. Accanto alle mostre, il programma prevede anche eventi collaterali dedicati all'approfondimento, con incontri,
proiezioni, laboratori e azioni performative pensati per coinvolgere la comunità e offrire nuovi sguardi sul presente.
Nel cuore di un territorio un tempo lacerato da confini politici e ideologici, Amnesie interroga i meccanismi del ricordo e dell’oblio a più livelli intrecciati: storico e geopolitico, dove l’amnesia diventa strumento di potere, operando selezioni arbitrarie su ciò che deve essere ricordato e ciò che può essere dimenticato: guerre, migrazioni, genocidi, resistenze. Un mezzo psicologico ed emotivo, il rimosso agisce come difesa ma lascia fratture interiori, ferite aperte; ambientale e paesaggistico, dove la disconnessione dalla natura e l’abbandono dei luoghi raccontano un’ecologia della perdita; in fine archivistico e identitario, dove la cancellazione delle tracce mette in crisi la possibilità di costruire un senso di appartenenza.
Nel segno di una memoria condivisa e di una visione senza barriere, Amnesie si configura come una mappa critica e poetica, un mosaico di sguardi che attraversano il confine trasformando il vuoto in spazio generativo. L’arte si fa qui strumento di resistenza e ricostruzione, capace di ricucire ciò che è stato spezzato, di riportare alla luce ciò che è stato taciuto. Invita a interrogarsi su ciò che resta quando si perde memoria, su quali tracce decidiamo di custodire e quali lasciamo svanire. Forse, proprio nell'amnesia, si cela anche una possibilità: quella di ripensare il nostro rapporto con la storia, con l'identità e con il tempo.
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