MONFALCONE CIVICA E SOLIDALE
Amianto, ‘decreto vergogna’ e sanità: i fallimenti del centrodestra secondo Bullian

Il consigliere regionale critica le scelte della maggioranza su fondi, ospedali e servizi sociosanitari, «abbiamo tutte le carte per giocare a testa alta questa partita».
Le elezioni comunali si avvicinano, offrendo ancora una volta al consigliere regionale Enrico Bullian l’opportunità di scagliarsi contro il decreto amianto voluto dalla maggioranza di centrodestra. «Già nel gennaio del 2024 avevo sollevato la questione in consiglio comunale», rimarca nella mattina di sabato, dalla sede elettorale di piazza Cavour a Monfalcone. Con un primo decreto legge, e in seguito la conversione in legge, sono stati stanziati 20 milioni di euro - successivamente portati a 80 grazie alla finanziaria - a favore dei dipendenti dei cantieri navali. Dunque, un decreto non soltanto dedicato alle vittime di amianto, ma esteso agli stessi datori di lavoro. «Il percorso è stato razionale – spiega Bullian – compiuto da atti politicamente ragionati. Sono stati stanziati 80 milioni di euro per finanziare un’azienda navale». Un iter al momento sospeso dall’Unione Europea, che intende vederci chiaro.
«Fortunatamente l’azione si è inceppata grazie all’attività svolta dalle associazioni delle vittime per l’amianto, supportata da me e dal nostro candidato sindaco a Diego Moretti, in quanto è stata violata la norma sulla concorrenza: perché possono accedere solo le aziende partecipate pubbliche, e per quale motivo soltanto quelle della cantieristica navale? Per questo, non sono ancora stati erogati». Nel tentativo di guadagnare tempo, il consigliere intende spingere per l’abrogazione del decreto, così da far confluire le risorse stanziate direttamente nel fondo storico dedicato alle vittime e ai familiari privi di rendita. In merito al tema sociosanitario, Bullian ritiene Monfalcone «una delle principali aree produttive che maggiormente subisce l’impatto dell’immigrazione, con un reddito pro capite fra i più bassi. Qui da noi è più difficile ricoprire il ruolo di insegnante, medico, oss, in conseguenza delle dinamiche demografiche. Per riequilibrare queste difficoltà la presenza pubblica deve essere determinante, ed è uno dei nostri obiettivi, perché siamo convinti che l’amministrazione comunale uscente non abbia adeguatamente presidiato il settore sociosanitario».
Una città in cui l’ospedale San Polo “spoke” assorbe volumi di attività maggiori rispetto al resto dell’isontino, con 40mila accessi al pronto soccorso contro i 25mila degli altri. Non va meglio per le cifre riguardanti i ricoveri, che a Monfalcone si attestano sulle 8mila unità, mentre altrove si arrestano soltanto a 6mila. «Il nostro punto nascite macina ancora numeri maggiori, perché superiamo gli 800 parti. Ma mentre per lungo tempo non sono stati effettuati corsi pre e post-parto, oggi abbiamo un solo centro, contro Gorizia che invece ne ha attivati due. A questi corsi le straniere non partecipano, bisogna chiedersi se si favorisca davvero l’integrazione». L’altro tema scottante riguarda la riqualificazione del pronto soccorso, la cui sola progettazione - secondo l’assessore Stefano Vita citato da Bullian - «terminerà nel 2026». Nell’ipotesi che il primo lotto possa partire nel 2027, al progetto manca tuttavia il tema del parcheggio a uso dell’ospedale. A questo va ad aggiungersi la questione della Casa di comunità, che secondo Vita «sarà più grande delle necessità». «Cosa succede, invece, nella Destra Isonzo? Ne faranno tre: una a Gorizia, una a Gradisca e una a Cormons, mentre a Monfalcone “una più grande”. Il nostro ordine del giorno chiede di rivalutare il posizionamento delle Case di comunità», anche in riferimento ai numeri degli accessi in ospedale. «Non parliamo, poi, della terapia intensiva cardiologica – prosegue - la nostra città ha tutti i numeri per ottenerla, mentre l’assessore in carica dichiara che ci si deve affidare ad analisi epidemiologiche», chiosa Bullian. Che nel rispondere alla posizione di Vita sul così detto “piano oncologico” la ritiene una «posizione assurda».
«L’assessore sostiene che “priverebbe l’isontino della possibilità di curare il tumore vescicale e il tumore del retto”. Sono scivoloni grossolani contro cui il centrosinistra offre margini di miglioramento. Qualche giorno fa ho presentato un’interrogazione sull’ospedale di comunità. A oggi, in un contesto di Pnrr con cui Gorizia sta realizzando un cantiere da 46 milioni di euro nell’ex ospedale, per realizzare un ospedale di comunità, noi non abbiamo fondi. Siamo soltanto in possesso della replica dell’assessore Vita, il quale sostiene che l’ospedale di comunità consiste sostanzialmente nel “cambiare nome alla RSA”, riducendone il numero di posti. In questo senso, abbiamo la possibilità di meglio presidiare le questioni sociosanitarie, e tutte le carte per giocare a testa alta questa partita, in cui il centro destra non sta brillando per niente». Dello stesso parere il consigliere uscente Alessandro Saullo – lista Monfalcone civica e solidale – il quale sottolinea l’importanza della sinergia fra medico di base, infermiere di comunità e altre figure da collocare in un unico punto, contro le dispersioni attuali. «L’idea è creare microaree dove raggiungere facilmente i servizi, senz’andarseli a cercare». Presenti anche le associazioni ambientaliste in difesa del campo su via Grado, contrarie alla cementificazione e al luogo scelto per creare un edificio scolastico ex novo, dove il 5 aprile alle 14:30 si terrà un ulteriore incontro. Prevista per le 11 dello stesso giorno, inoltre, una conferenza sul concetto di ricostruzione del mandamento.
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