Alleggerimento dei Ps e nuovi piani sicurezza: l’appello dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Gorizia

Alleggerimento dei Ps e nuovi piani sicurezza: l’appello dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Gorizia

LA SITUAZIONE

Alleggerimento dei Ps e nuovi piani sicurezza: l’appello dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Gorizia

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 21 Gen 2025
Copertina per Alleggerimento dei Ps e nuovi piani sicurezza: l’appello dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Gorizia

I presidenti Lavrencic e Percuzzi chiedono ad Asugi e sindacati più confronti costruttivi e maggiori rapporti fiduciari. «Più formazione per contrastare le criticità».

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Ancora note dolenti sulla sanità locale. In queste prime settimane del 2025 vi abbiamo dato notizia del precario futuro della Cardiologia di Gorizia e Monfalcone, delle incertezze legate all’approvazione del Piano Oncologico Regionale, dei ritardi nella riqualificazione del Pronto Soccorso di Monfalcone, della sicurezza negli ospedali e del sistema sanitario d’emergenza sottodimensionato. Sull’importante tema della carenza di personale, ritornano oggi Erik Lavrencic e Michela Percuzzi, rispettivamente presidente generale e presidente della Commissione d’Albo, dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Gorizia.

«La preoccupante crescita delle aggressioni in Pronto Soccorso sia verbali che fisiche, ma contestualmente anche nei reparti di degenza, ha raggiunto livelli insostenibili – scrivono Lavrencic e Percuzzi - non solo viene minata l’incolumità di infermieri, medici ed operatori sanitari ma viene compromessa la qualità del servizio sanitario pubblico. Come rappresentanti dell’Ordine siamo solidali con le colleghe e i colleghi che sono stati vittime di episodi di violenza e ringraziamo contestualmente le sigle sindacali che denunciano un tema così pregnante per la nostra categoria».

Per comprendere meglio le dimensioni del fenomeno, i presidenti forniscono alcuni dati regionali. In Friuli Venezia Giulia sono 619 gli operatori sanitari coinvolti in 483 episodi di violenza. Il 75% delle aggressioni ha interessato le donne. Poi si entra nello specifico sui dati relativi alle cause delle aggressioni: il 38% è dovuto a carenza di professionisti nelle strutture; il 24% per i tempi di attesa troppo lunghi; il 23%per mancanza di comunicazione con il personale; il 5%per pregiudizi nei confronti del personale e il 5%per risposte definite non adeguate rivolte ai familiari sia di tipo clinico che amministrativo.

«In Italia – prosegue la nota fornendo uno sguardo sulla situazione nazionale – come detto, la violenza colpisce in particolare le donne con un aumento del 40% degli episodi di violenze fisiche e psicologiche contro le professioniste sanitarie negli ultimi 3 anni. Nel complesso, nel nostro Paese il 72% dei professionisti sanitari italiani che subisce una violenza è una donna. Registriamo poi un +35% di discriminazioni contro le professioniste sanitarie di origine straniera e anche per questa ragione molte di loro, dopo i primi anni in Italia, preferiscono andare in Germania, in Svizzera, in Olanda o nel Regno Unito». Lavrencic e percuzzi ritengono quindi «utile e doveroso» intraprendere un confronto costruttivo con il personale sanitario, le sigle sindacali e l’Asugi per formulare delle proposte concrete ed urgenti, soprattutto coerenti alle peculiarità del nostro territorio.

«Questo anche per rinsaldare un rapporto fiduciario tra professioni sanitarie e cittadini e riacquistare un ruolo sociale che si sta sgretolando» commentano. «È fondamentale intervenire urgentemente sulla carenza di personale e sulla medicina territoriale di prossimità al fine di alleggerire i flussi in Pronto Soccorso – chiedono i due presidenti - ma contestualmente implementare i piani di sicurezza sui presidi fissi delle forze dell’ordine in particolare negli orari maggiormente delicati, cioè le fasce orarie dopo mezzanotte.

Tra le altre richieste anche quella di implementare i programmi di prevenzione attraverso una formazione specifica «per dare ai colleghi gli strumenti migliori e sicuri per affrontare situazioni di criticità». L’Ordine delle Professioni Infermieristiche ha già organizzato recentemente un corso di formazione di autodifesa ed è a disposizione dei professionisti della salute e del cittadino per dare supporto concreto anche di consulenza legale, ai colleghi che lo ritenessero necessario.

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