La situazione
L’allarme del Siulp, «a rischio il presidio della Polfer di Monfalcone». Appello alle istituzioni

Il sindacato denuncia i numeri risicati: da 16 unità a 9, «uffici aperti quasi solo al mattino e nessun controllo sui treni».
Il segretario provinciale del Siulp di Gorizia, Giovanni Sammito, lancia il grido d’allarme: «Tutti gli uffici di specialità di polizia presenti in provincia versano in gravi condizioni di precarietà a causa dell’assottigliamento d’organico che non viene avvicendato. Il riferimento più precisamente è ai presidi presso porto, aeroporto, stazioni ferroviarie valichi di frontiera, Polizia Stradale e Polizia Postale e delle telecomunicazioni».
Il sindacato plaude alla recente notizia (qui l’articolo de Il Goriziano) circa la possibilità dell’istituzione di un Reparto Mobile e un Reparto Prevenzione Crimine in provincia: «Siamo riusciti finalmente – precisa Sammito – ad attrarre l’attenzione del Dipartimento per quanto concerne le molteplici complicazioni che il Cpr di Gradisca d’Isonzo comporta a Questura e Commissariato. Non possiamo dire lo stesso per quel che concerne i presidi di specialità. Anzi, a questo punto non vorremmo mai che a qualcuno balenasse l’idea che Reparto Prevenzione Crimine e Reparto Mobile, ancorché lontani dall’essere istituiti concretamente, possano essere finalizzati a compensare le carenze d’organico presso i presidi di specialità».
La situazione che il sindacato denuncia è grave soprattutto nel Posto di Polizia Ferroviaria all’interno della Stazione ferroviaria di Monfalcone. «Ebbene, in detto ufficio si è passati da diciannove agli attuali sei dipendenti che vi prestano servizio. Ovvero, se fino a qualche decennio fa la Stazione era presidiata giorno e notte e il personale operava regolarmente i controlli anche a bordo dei treni e in forma dinamica lungo il territorio di specifica competenza che si stende per oltre 20 chilometri, comprendendo altre stazioni non presidiate, porto, polo intermodale, passaggi a livelli e vigilanza dell’infrastruttura più in generale, ora si limita esclusivamente a tenere aperto l’ufficio ubicato all’interno della stazione solo la mattina ed eccezionalmente qualche pomeriggio».
Tutto ciò comporta una serie di effetti collaterali che incidono sulla percezione della sicurezza da parte della collettività ma non solo: «A pagarne le conseguenze il personale viaggiante delle Ferrovie dello Stato che in caso di necessità non può più contare sulla presenza della Polizia a bordo del convoglio ma anche quello che opera in stazione che si vede costretto a chiudersi dentro i propri uffici dal primo pomeriggio fino al mattino successivo. Insomma, la stazione di Monfalcone che da sempre nell’immaginario collettivo rappresenta un luogo sicuro rischia, qualora nell’immediato non si porrà rimedio all’adeguamento dell’organico, di divenire una porzione di territorio ricettacolo di indesiderate forme di devianze», prosegue il Siulp.
Ecco, dunque, l’appello alle istituzioni sia nazionali che locali per non «attardarsi oltre su temi concernenti telecamere e burqa che incidono più sotto il profilo virtuale della percezione dell’insicurezza, quanto ad occuparsi più di questioni concrete e oggettive che, invece, agiscono sull’insicurezza reale del cittadino», concludono.
Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.

Occhiello
Notizia 1 sezione

Occhiello
Notizia 2 sezione
