L’INCONTRO
Allarme nei fiumi sulla lenta scomparsa dei pesci autoctoni

Invasione di specie aliene, inquinamento e clima ostile, al Festival dell'Acqua di Staranzano si fa il punto sulla crisi delle acque dolci del mandamento.
Presentato stamane, sabato 24 maggio, in Sala Delbianco a Staranzano l’appuntamento "I pesci d’acqua dolce del mandamento. Problematiche ambientali e specie aliene”. Un tema approfondito dall'ittiologo locale Sergio Paradisi che, presentando l’appuntamento, ha narrato ed analizzato la fragile situazione attuale delle varietà ittiche presenti nelle acque dolci locali e della comparsa di nuovi pesci sconosciuti.
«L’arrivo di specie aliene non è un evento nuovo, infatti è una pratica utilizzata sin dai primi anni Trenta del secolo scorso - racconta Parisi- questi pesci estranei nel corso del tempo hanno rovinato ed eliminato tantissimi esemplari autoctoni».
Proprio per questo motivo sono attenzionate ben 23 specie ittiche, minacciate non solo da specie aliene, ma anche da inquinamento, "sovrapesca", riscaldamento globale e trasformazioni ambientali. Esempio lampante di questi disagi è proprio la trasformazione ambientale che, da inizio anni Venti, ha rappresentato con le varie bonifiche un importante cambiamento del paesaggio locale. Degna di nota è la radicale trasformazione della zona paludosa del Brancolo, dove dal 1927 al 1938 è stato costruito l’odierno canale, che ha completamente stravolto lo scenario originale «Un’opera mastodontica, che ha sì portato tantissimi benefici, ma ha anche reso rare o addirittura fatto scomparire delle specie autoctone molto importanti» continua Paradisi.
Anche il tema del cambiamento climatico è al centro delle principali cause di perdita di specie ittiche locali: «Con l’abbassamento dei livelli delle nostre acque, le uova deposte sulla ghiaia da alcuni pesci sono in pericolo e rischiano così di non schiudersi e di morire» conclude l'ittiologo.
La parola è poi passata a Matteo De Luca, naturalista e parte dello staff dell’Isola della Cona, riserva naturale locale che sta monitorando e “ospitando” diverse specie ittiche regionali, anche grazie alla sua enorme biodiversità. «Spesso non si pensa, ma qui non vengono presi in considerazione solo alberi o animali di terra, ma anche i pesci e il loro habitat - racconta De Luca- che nella loro complessità formano questa bellissima area incontaminata».
Pesci che, come abbiamo potuto vedere, sono utili non solo per i corsi d’acqua, ma anche contano molto nell’alimentazione degli uccelli che vivono nella riserva, anche loro protetti ed attenzionati dagli esperti.
Sono poi intervenuti anche Emiliano Biasutto del Consorzio di bonifica della Venezia Giulia e il rappresentante del collegio 2 dei pescatori Enrico Bortolus, che hanno sottolineato unanimemente l’importanza della biodiversità, che deve essere preservata e fatta ripartire al più presto per il bene degli animali che la vivono e della natura stessa.
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