L'albero genealogico ricostruito a San Michele, in 135 al Černic day

L'albero genealogico ricostruito a San Michele, in 135 al Černic day

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L'albero genealogico ricostruito a San Michele, in 135 al Černic day

Di Redazione • Pubblicato il 26 Giu 2023
Copertina per L'albero genealogico ricostruito a San Michele, in 135 al Černic day

Ieri la rimpatriata di diversi rami della famiglia nel luogo di origine del ceppo, ricostruito l'albero genealogico partendo da inizio Ottocento.

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Le origini di una famiglia sono spesso un rebus complicato, soprattutto se caratterizzate da un cognome abbastanza diffuso. Quello dei Černic non è da meno nella zona di San Michele del Carso e dintorni ma alcuni suoi componenti hanno voluto comunque affrontare la “sfida” di ripercorrere il proprio albero genealogico, ripetendo la grande festa di famiglia organizzata già nel 2010 per riunire persone che non si vedevano da tempo, oppure che non si sono proprio mai conosciuti e che condividono un avo.

Ieri, quindi, è stata la giornata del Černic day presso l’area del circolo culturale ricreativo Danica. Ben 135 persone si sono riunite sotto i tendoni dell’area verde, pranzando insieme e trascorrendo qualche ora a giocare a carte, brindare, ricordare vecchi aneddoti e ripercorrere insieme le diverse ramificazioni della grande famiglia. Come ripercorso da Giulia Cernic e Costanza Frandolic, all’origine del nucleo originario della località Črnci, nello stesso borgo di San Michele, c’erano Josephis Cerniz e Catherina Nanut.

La coppia, vissuta agli inizi dell’Ottocento, è stata posta così come fondamento dello schema che ha ripercorso numerose generazioni, nomi ed epoche. In realtà, i ricordi della “dinastia” risalgono addirittura al Seicento: all’inizio di quel secolo si ritrovano le prime testimonianze del cognome, arrivando così a Martinus Zarnaz battezzato l’11 novembre 1655. Da lui, poi, è proseguita tutta la discendenza, mutando nel corso della storia il cognome. L’ultima causa di ciò fu il fascismo, con l’italianizzazione forzata e rimuovendo gli accenti.

Alla fine, rimane certamente lo spirito comune di famiglia che ha spinto in tanti a rispondere positivamente all’idea di Marinka Cernic della rimpatriata. Lei stessa era stata l’artefice della prima iniziativa, sempre a San Michele 13 anni prima. Il ramo più lontano arrivato è quello di Capodistria, mentre la persona più anziana è stata Mafalda Moro, 92 anni. Dall’altra parte, la più giovane è stata la bebè Neža, con meno di un anno. Gli estremi, oggi, di una dinastia che conta complessivamente tra le 14 e 15 generazioni.

Cernic e Frandolic hanno così realizzato su carta l’albero con l’ausilio di tutti i partecipanti, sotto gli occhi attenti dei più anziani che hanno ricordato vecchie parentele e dei più giovani, affascinati da quell’insieme di ramificazioni. Tra gli aspetti curiosi emersi, diversi nomi si ripetono nel corso degli anni, con i genitori che battezzavano con il proprio i loro primogeniti. Diversi neonati, inoltre, ricevevano il nome del fratello o sorella nato prima di loro, ma venuto a mancare prematuramente com’era tristemente facile in passato.

L’albero, comunque, non è ancora completo. Alcuni Černic, infatti, si sono trasferiti nel corso del Novecento Argentina e lì se ne sono perse le tracce. In ogni caso, ora l’obiettivo è digitalizzare quanto realizzato per poter essere consultato e rivissuto da tutta la famiglia e non solo, magari aggiungendo ulteriori sasselle e aggiornandolo nel corso dei prossimi anni. Così da rendere anche lo stesso Černic day una tradizione di famiglia che si protrarrà anche in futuro, riscoprendo le origini di ognuno e i diversi gradi di parentela.

Foto Roberto Coco

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